Foto: una tavola dell’esposizione © Maurizio A. C. QuarelloPaolo è un ragazzino che vive all’Ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste. Un ospedale diverso da tutti gli altri perché “ospita persone che non hanno male al corpo ma all’anima”. Paolo è il figlio della lavandaia dell’istituto; gioca con i pazienti della struttura: l’uomo-trottola, la donna-scalza, l’uomo di vetro, lo strangolatore d’uccelli, l’uomo-albero…creature particolari che a volte urlano a volte stanno in silenzio, a volte “gesticolano come burattini infuriati” altre “restano immobili come statue”, a volte si rivelano dolcissime altre volte perfide. Paolo là dentro ha un amico del cuore: un vecchio cavallo che per anni ha trasportato la biancheria e che ora, con l’introduzione dei mezzi meccanici, rischia di essere portato al macello. Paolo lo salverà da questo destino crudele con l’aiuto del medico del posto, Franco Basaglia, dottore speciale ed ostinato come la bora che soffia incessante in città, passato alla storia per essere stato il promotore della riforma dell’istituzione manicomiale. Basaglia, durante un laboratorio insieme a pazienti, medici ed artisti costruirà una gigantesca macchina teatrale: un grande cavallo di legno e cartapesta color turchese. Dopo averlo usato come ariete per buttare giù la porta dell’ospedale da cui non passava, verrà portato in corteo per Trieste. Marco Cavallo, questo è il nome del grande animale blu (blu come il mare, il cielo, la libertà, che ci richiama i disegni di Franz Marc e Vasilij Kandinskij), realmente ha percorso nel 1973 le strade triestine ponendosi come simbolo dell’inclusione e dell’abbattimento di quel confine che separava i malati dal resto del mondo che Basaglia voleva ad ogni costo cancellare. A fatica Marco Cavallo ha fatto crollare le sbarre dell’ospedale, e un po’ malandato ha proseguito la sua corsa inarrestabile verso l’esterno, trasformando un’utopia in possibilità concreta. Ed è lui ad avere ispirato questa bella storia per ragazzi (ma non solo) all’autrice tunisina Irène Cohen-Janca, illustrata dal torinese Maurizio A. C. Quarello, edita da Orecchio Acerbo di recentissima uscita. Le tavole originali sono visitabili presso la biblioteca che fu di Francesco Roncati, all’interno dell’ex manicomio Minguzzi, in un allestimento poetico e d’effetto, che si inserisce nella volontà di far rivivere i luoghi della memoria.

Il Grande Cavallo Blu

mostra di originali

di Maurizio A. C. Quarello

Bologna, Biblioteca Istituzione Gian Franco Minguzzi, via S. Isaia 90

Dal 22 marzo al 20 aprile 2012