La contemporaneità di Cechov sottolineata da Antonio Syxty
In scena al Teatro Litta fino a domenica 22 febbraio, Il Gabbiano diretto da Antonio Syxty, più che il frutto di un lavoro di attualizzazione, è il segno della valenza contemporanea di un autore e di un testo che, più di altri, riesce a svelare i mali della modernità attraverso la lettura impietosa delle pericolose illusioni che si celano nel mondo del teatro.
Coadiuvato da un buon cast, con Caterina Bajetta nel ruolo di Nina, il lavoro coglie l’essenza dei quattro atti originari in due ore e mezza di spettacolo, in cui emerge tutta la semantica del capolavoro cecoviano.
Rimane, nella prima parte, la suggestione shakespeariana nella rilettura dell’Amleto, dove in effetti si crea un parallelismo tra il Principe di Danimarca, che cerca di salvare la regina Gertrude dalle mire del perfido zio Claudio, con quello di Treplev, intento ad allontanare la madre Arkadina, attrice famosa, dalle brame del celebre drammaturgo Trigorin, suo amante. Il teatro nel teatro, presente nell’Amleto, è qui consegnato dalla rappresentazione del dramma di Kostantin Treplev presso la tenuta di Sorin, fratello di Arkadina, con Nina che impersona “l’anima del mondo”, lavoro che vuole essere una rilettura simbolista del teatro e che viene irriso dalla madre del ragazzo.
Condensato in alcune parti, non ritenute essenziali al conferimento dell’esprit drammaturgico dell’opera, Il Gabbiano di Syxty, sulla piattaforma del triangolo amoroso tra Nina, Treplev e Trigorin, in cui s’inseriscono Arkadina e Masha, figlia dell’amministratore della tenuta a sua volta innamorata non corrisposta del maturo autore teatrale, ben enfatizza il tessuto di delusioni e presunzioni artistiche di cui è costellato, in senso lato, il mondo dello spettacolo, fino al tragico epilogo.
Il risultato è una pièce ben congegnata, amaramente ironica, un passepartout dialettico temporale dall’umanità di Čechov al presente, la cui forza dissacrante viene sottolineata dall’ambientazione spoglia e i costumi contemporanei. Suggestiva la proiezione su telo dei personaggi le cui ombre paiono specchiate sul lago, evocatrici di gabbiani sacrificali come di mostruose arpie. Da vedere …
Giudizio: ***
LITTA produzioni
Il Gabbiano di Anton Čechov
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Con Caterina Bajetta, Letizia Bravi, Gaetano Callegaro, Valentina Capone, Guglielmo Menconi, Livio Remuzzi (Premio Hystrio alla Vocazione 2014), Antonio Rosti
Assistente alla regia: Libera Pota
Scenografia: Guido Buganza
Costumi: Valentina Poggi
Staff tecnico: Ahmad Shalabi, Marcello Santeramo
Disegno luci: Fulvio Melli
Foto di scena: Valentina Bianchi
Milano, Sala Teatro Litta, Corso Magenta 24
Dal 3 al 22 febbraio 2015
www.teatrolitta.it