Una composizione dei quadri di Goya mediante una drammaturgia sonora, tra ombre soffocate e luci soffuse, nel segno di un movimento che richiama l’essenza dell’umanità nel suo humus atemporale della preesistenza. Il lavoro di Zaches Teatro evoca la sublime impresa dovuta alla percezione che anticipa e supera i sensi, la cui menomazione conduce alla riconfigurazione di un mondo come la stessa sordità del pittore tese a dipingere fra le tele della sua anima.
Un lavoro intenso, breve eppure dal sapore di un’infinita saggezza, in cui l’idiota – inteso dal greco idiótes, uomo privato che si contrappone al politico colto – si ammanta di uno stato deficitario per riconsiderare il cosmo nel buio della propria introspezione.
Il tutto, dietro un doppio velo di tulle che, coprendo l’evidenza, restituisce il passaggio onirico dal mito alla rappresentazione, in un presente dove la tragedia ha già avuto compimento, me che le Pitture Nere evocano nella loro cruda enfasi.
Uno spettacolo dove l’istante è eterno e ciò che è stato ieri è già domani.
Giudizio: ***1/2
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ZACHES TEATRO
Il Fascino dell’Idiozia
Regia, coreografia e drammaturgia del suono: Luana Gramegna
Scene e maschere: Francesco Givone
Drammaturgia: Zelda Marcus
Performers: Luana Gramegna, Chiara Innocenti, Enrica Zampetti
Video-Music&LiveElectronics: Stefano Ciardi
Voce: Enrica Zampetti
Foto di scena: Paolo Lafratta
Organizzazione e Promozione: Enrica Zampetti
Milano, PiM Spazio Scenico, via Tertulliano 68/70
Dal 26 al 29 marzo 2010