Foto di scena: Il Compleanno di Harold Pinter - Milano, Teatro Menotti Filippo Perego, fino a domenica 13 novembre 2022
Foto di scena: Il Compleanno di Harold Pinter - Regia di Peter Stein © Tommaso Le Pera
Foto di scena: Il Compleanno di Harold Pinter – Regia di Peter Stein © Tommaso Le Pera

Il lavoro giovanile di Harold Pinter viene ripresentato da Peter Stein con un cast d’eccellenza – tra gl’interpreti Maddalena Crippa, Alessandro Averone e Gianluigi Fogacci – sul palco del Teatro Menotti Filippo Perego. Lo spettacolo rimarrà in scena fino a domenica 13 novembre

Il linguaggio utilizzato da Harold Pinter, definito anche pinterish o pinteresque, non pone i testi delle conversazioni nella loro essenzialità espressiva, ma li utilizza come scudo dietro il quale i personaggi celano la loro fragilità emotiva. Lo studio sulla parola che il regista Peter Stein ha condotto per la messa in scena de Il Compleanno (The Birthday Party) ha dovuto armonizzare due aspetti tutt’altro che banali, ovvero la traduzione in italiano di un testo scritto e pensato in una lingua germanica come l’inglese, nonché il fatto di essere confacente a uno stato emozionale non apertamente palesato. Un terzo fattore è quello dato dalla capacità interpretativa degli attori, non tanto nel rendere l’intenzione intrinseca della parola, quanto nell’esprimere con essa il disagio che nasconde e che nulla ha a che vedere con la logica di ciò che la parola stessa dovrebbe evidenziare, dando enfasi ai silenzi e alle omissioni della comunicazione verbale.

Stanley, presunto pianista irrealizzato, è un uomo braccato che si nasconde da un anno nell’anonima pensioncina al mare di una coppia attempata di coniugi, Meg e Petey, e Alessandro Avarone è bravissimo nel trasmettere con una falsa tranquillità commista a trasandatezza e pigrizia il misterioso malessere del protagonista. I dialoghi surreali tenuti con la padrona di casa, interpretata da un’eccezionale Maddalena Crippa, non hanno alcun significato se non quello di sottolineare la riluttanza a una vera apertura del proprio animo, sostenuta da un’apparente timida ritrosia nei confronti degli atteggiamenti materni e in parte civettuoli della stessa Meg, che a sua volta nascondono la frustrazione per una recondita sensualità inibita. Fernando Maraghini, nel ruolo di Petey, è altrettanto convincente nel porsi come un tranquillo inglese medio informato sul mondo e per cui il giornale a colazione è importantissimo nel garantire una protezione alla sua personalità. Petey è un uomo che ambisce a uscire dalla propria abitazione per ricrearsi un ambiente fuori, favorito dal suo impegno lavorativo come guardiano di spiaggia, e proprio questo suo intrattenere relazioni umane esterne ha fatto sì che due “gentiluomini” gli si fossero avvicinati per chiedere informazioni sulla pensione, allo scopo di alloggiarvi qualche giorno, un’eventualità che l’uomo comunica a colazione e che in Stanley, informato del fatto, suscita una forte preoccupazione. La Lulù di Emilia Scatigno, giovane amica di Meg, è efficace nel volersi palesare come una disinibita ventenne che cerca di provocare Stanley. È lei a consegnare un misterioso pacco all’uomo per conto di Meg, che si rivelerà contenere un tamburo giocattolo quale regalo per il suo (presunto) compleanno.

L’arrivo di Goldberg e McCann, la coppia di uomini che aveva contattato Petey, rispettivamente interpretati dagli straordinari Gianluigi Fogacci e Alessandro Sampaoli, muta il climax della commedia. I due, possibili gangster o comunque emissari di chissà quale oscuro contesto, parlano fra loro di una indefinita “missione” da compiere e la loro presenza cambia il comportamento di Stanley. Questi nega a McCann che quel giorno cada il suo compleanno, afferma che Meg è pazza, iniziano le vessazioni da parte dei due uomini nei suoi confronti fino a un interrogatorio ossessivo senza coerenza, utile solo a provocare uno stato di cedimento nervoso a Stanley, mentre proseguono i preparativi per una festa a cui l’interessato non intende partecipare.

Il convivio alcolico serale, dal quale Petey si era astutamente disimpegnato per un torneo di dama, il feeling tra Lulù e Goldberg e l’epilogo tragicomico alternato a blackout che vede Stanley perdere completamente la ragione e assumere le vesti di un potenziale assassino e stupratore, portano al compimento la mattina successiva dell’incarico segreto dei due indefinibili ospiti, che trascinano Stanley in stato catatonico verso la loro lussuosa auto per portarlo a “guarire” da un fantomatico Monty.

Qui si giunge a un punto cruciale, dove le reali intenzioni vengono parzialmente svelate e tuttavia ammantate sempre da un velo d’inquietudine che l’incertezza dei fatti comporta. L’apparente normalità data dall’omissione dei fatti a Meg da parte di Petey, che aveva assistito con passiva opposizione al rapimento di Stanley, porta il finale della commedia a un clima d’indeterminatezza tipico di Pinter. Molti particolari, quali il dubbio passato del giovane, lo scopo della crudeltà di Goldberg e McCann, persino una fantomatica carriola vagheggiata con ostentato timore da parte di Stanley e presente nell’abitacolo dell’auto, rimangono elementi d’inquietudine che questa giovanile commedia della minaccia riesce a trasferire nello spettatore.

Ora la domanda che un osservatore può fare è il significato di una messa in scena oggi di questo testo, tenendo presente la storia dell’autore e il contesto in cui fu scritto. Il Premio Nobel Harold Pinter apparteneva alla generazione degli Angry Young Men, quei “giovani arrabbiati” che diedero nuovo impulso al teatro inglese negli Anni ’50 e che rivolse l’attenzione delle sue opere alla protesta sociale, a un’impietosa critica delle consuetudini borghesi, nonché al Teatro dell’Assurdo. Questa pièce, composta nel 1957, fu messa in scena per la prima volta il 28 aprile 1958 all’Arts Theatre di Cambridge per la regia di Peter Wood, senza successo. L’unica voce dissonante dal resto della critica fu Harold Hobson del Sunday Times, che difese strenuamente il lavoro di questo giovane drammaturgo di 27 anni e la storia gli dette ragione, facendo diventare Il Compleanno una delle commedie più celebrate dell’autore.

Le inquietudini di Pinter sono tracce che appartengono in egual modo alle ansie del presente come a quelle di allora. La paura degli intrusi, come definiti dal drammaturgo inglese, che danno luogo alla follia di Stanley, sono oggi date dall’incognito dietro l’angolo della nostra esistenza sociale, non avulse da quei risvolti grotteschi che proprio il taglio di Stein, nell’interpretazione scenica del testo, tende a far risaltare. Giunge dunque allo spettatore l’essenzialità di Pinter in tutta la sua vis poetica e drammaturgica, grazie a un approfondimento stilistico che riesce a cogliere dietro le consuetudini di un’apparente normalità gli abissi e le incognite dell’esistenza. Un plauso al merito.

Giudizio: ****

Produzione Tieffe Teatro Milano/TSV-Teatro Nazionale/Viola Produzioni srl

Il Compleanno (The Birthday Party) di Harold Pinter
Traduzione di Alessandra Serra
Con Maddalena Crippa
, Alessandro Averone, Gianluigi Fogacci, Fernando Maraghini, Alessandro Sampaoli, Emilia Scatigno
Regia di Peter Stein

Assistente alla regia: Carlo Bellamio
Scene: Ferdinand Woegerbauer
Costumi: Anna Maria Heinreich
Luci: Andrea Violato
Assistente alla produzione: Cecilia Negro

Milano, Teatro Menotti Filippo Perego, via Ciro Menotti 11
Dal 27 ottobre al 13 novembre 2022
www.teatromenotti.org

Tournée dello spettacolo:
vedi comunicato