Foto: locandina film “Il cliente”
Foto: locandina film “Il cliente”
Foto: locandina film “Il cliente”

Si è appena conclusa allo Spazio Cinema Oberdan di Milano, con la proiezione di sette lungometraggi, la rassegna dedicata ad Asghar Faradhi,: tra i più importanti registi del cinema contemporaneo iraniano, ha firmato autentici capolavori ed è suo il recentissimo film Tutti lo sanno, presente nelle sale nell’ultima stagione dell’anno scorso.

Il film Il cliente, del 2017, ha ottenuto il Premio per la migliore sceneggiatura e la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes 2016; e l’ Oscar 2017 come miglior film straniero.
Può essere inserito nella categoria dei thriller per l’alta tensione che corre lungo tutta la durata della vicenda: infatti, già all’inizio c’è qualcosa di sospeso che ci si attende si chiarisca; ma i nodi si aggrovigliano e l’aspettativa aumenta. Ma non è solo il crescendo emozionale che cattura l’attenzione; è anche e, soprattutto, l’analisi profonda e accurata dei personaggi e dell’intersecarsi della loro relazione.
Emad e Rana, una giovane coppia, costretta per motivi di sicurezza, ad abbandonare la propria casa (il palazzo dove vivono è pericolante), è alla ricerca di una nuova abitazione. Dietro indicazione di un amico, trova una sistemazione temporanea in un appartamento dove aveva vissuto una giovane donna, che ha traslocato da poco, lasciando in una stanza tutte le sue cose.

Qui già sorge il primo, inquietante interrogativo: come mai non torna a riprendersi il tutto?
Passano i giorni, apparentemente tranquilli, finchè Rana, che ha aperto la porta convinta che a suonare sia stato il marito, si trova davanti a uno sconosciuto ( un ex “cliente”, come dice il titolo, della donna che viveva lì).
Questo è il momento in cui avviene l’”incidente” e  il punto di rottura dell’equilibrio: della vita quotidiana, del rapporto  di coppia; e persino della conoscenza di sé e dell’altro.
Non assistiamo al fatto di violenza, ma piuttosto alle sue conseguenze.
La reazione dei due è molto diversa.

Rana (interpretata dall’attrice Taraneh Alidoosti), dapprima sconvolta e sofferente, poi vuole tacitare il suo dolore, volgendosi al futuro; Emad (personificato dall’attore Shahab Hosseini), annichilito, ferito nell’orgoglio e incapace di dimenticare, si ostina a ricercare il colpevole; e infine lo trova, lo fa salire nell’appartamento e lo accusa senza pietà.
I ruoli si ribaltano: il carnefice (che risulta poi essere un uomo anziano e malato), da carnefice diventa vittima e il marito della vittima si trasforma in carnefice, rifiutando di perdonare l’uomo che gli chiede perdono.

Rama, invece, ne ha compassione, giungendo a soccorrerlo quando sta male.
Una storia forte, sulla sofferenza che lascia il segno, sull’incrinarsi delle relazioni quando si attraversi la bufera; sulla conoscenza di sé, che le prove della vita mettono inesorabilmente a nudo; e poi, la scelta cruciale: la pietà o la vendetta?
Il film, di impianto teatrale (Teheran fa solo da sfondo, la vicenda si svolge per lo più negli interni), ha un registro semplice e scarno, ma di grande impatto.
Finzione nella finzione, il film ci racconta che la coppia la sera lavora anche a teatro; e ci fa assistere alle prove sul palcoscenico, di una commedia: “Il commesso viaggiatore” di A. Miller, testo emblematico, che si situa perfettamente nella vicenda trattata.
Siamo nel campo dell’ambiguità: forse Faradhi suggerisce che anche la vita non è altro che una Grande Finzione?

PRODUZIONE ARTE FRANCE CINEMA, 2016

Il cliente (Forushande), un film di Asghar Farhadi, Drammatico, 124 minuti, Iran/Francia, 2016
Con Shahab Hosseini, Taraneh Alidoosti, Babak Karimi, Farid Sajadi Hosseini, Mina Sadati, Maral BaniAdam, Mehdi Kooshki, Emad Emami