Chiunque sa della devastante eruzione vulcanica nell’area campana di Pompei-Ercolano-Terzigno nel 79 d.C., ma come sempre quello che non si sa precisamente è il come. Nel libro I tre giorni di Pompei, edito da Rizzoli, Alberto Angela, con lo stile di divulgazione scientifica e storica che lo contraddistingue, ci racconta di quei giorni.
Si parte dalla presentazione di personaggi realmente esistiti, a partire proprio dal Plinio il Vecchio, ammiraglio, scrittore e naturalista, sulla base del resoconto del nipote, Plinio il giovane, e di altri personaggi, alcuni dei quali scampati alla tragedia, attraverso una narrazione docu-fiction, un po’ dalle parti de “La presa di potere da parte di Luigi XIV” (realizzata da Roberto Rossellini per la scuola francese, ndr). Il racconto inizia dalla nobildonna Rectina, la quale, sopravvissuta alcuni anni dopo, narra quanto avvenne in quei giorni in quei luoghi, per passare subito dopo a un conto alla rovescia a 53 ore dall’eruzione del Vesuvius.
Un vulcano, quest’ultimo, molto diverso dall’attuale Vesuvio, in quanto più simile a una collina, ricoperto da vegetazione e solo nella sua sommità, caratterizzato da un piccolo altopiano brullo e grigio. Una fonte di calore naturale, anche per le vicine terme, che nel giro di qualche anno si è trasformato in uno spietato quanto implacabile killer, per il dramma naturale più devastante che, a memoria d’uomo, si ricordi.
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Il racconto possiede un carattere più che altro storico fino alle ore appena precedenti il disastro, in cui vengono descritte con una certa dovizia di particolari tutti gli aspetti della vita degli antichi romani della zona, dalla quotidianità alla loro idea di culto, in un continuo raffronto con l’oggi. Successivamente la parte per così dire scientifica prende il sopravvento, descrivendo in maniera circostanziata tutte le fasi dell’eruzione, e anche in questo smentendo molti dei luoghi comuni e permettere, per esempio, di capire, come mai luoghi sul livello del mare, vedi la Villa dei Papiri, si trovino oggi a quasi una trentina di metri sottoterra. O come la stessa Roma imperiale inviò aiuti e si occupò in primo momento di un lavoro di protezione civile ante litteram, e come gestì successivamente la totale scomparsa di Ercolano, quella che veniva considerata la Beverly Hills dell’epoca. Importante, in appendice, anche la tesi della reale datazione degli eventi, procrastinata al 23-25 ottobre 79 d.C., anziché due mesi prima, anche per tutta una serie di indizi naturalistici, come per esempio dalla presenza di noci fino al frutto della vendemmia.
Alberto Angela – I tre giorni di Pompei – Rizzoli – € 17,00