Dall’omonimo romanzo noir di Giorgio Scerbanenco, al Teatro Franco Parenti l’ultimo lavoro di Linguaggicreativi diretto da Paolo Trotti
Milano, 1968. Matilde Crescenzaghi è una giovane maestrina, una volontaria che decide di educare giovani disadattati dai 13 ai 20 anni presso la scuola serale Fustagni, nella zona di Porta Venezia. Una sera viene brutalmente uccisa in un’aula scolastica dai suoi stessi studenti, senza un apparente motivo. Il caso sembra risolto, ma il commissario Duca Lamberti (Stefano Annoni) non è della stessa opinione del giudice istruttore e del questore Luigi Càrrua (Diego Paul Galtieri) e continua le indagini convinto che dietro i ragazzi ci sia una persona adulta e responsabile ad aver commissionato questo delitto. Se all’inizio cerca di usare metodi intimidatori nei confronti dei ragazzi, utilizzando in modo minaccioso quella stessa anice lattescente con la quale gli studenti si erano ubriacati prima di compiere il delitto, successivamente decide di indagare nell’ambiente complesso e intricato dell’emarginazione giovanile e microcriminalità. Lo aiuta Livia Ussaro (Federica Gelosa), un’assistente sociale legata al movimento studentesco che ha già collaborato nel passato con la polizia al punto da rimanere sfregiata da un maniaco dopo un’operazione sotto copertura. Insieme scoprono un verminaio in cui proliferano prostituzione, droga, abusi, e la conclusione delle indagini, con un colpo di scena finale, lascia dietro di sé lo strascico amaro di questo mondo occulto.
In scena al Teatro Franco Parenti fino a mercoledì 24 gennaio, I ragazzi del massacro prosegue l’analisi, già iniziata dal regista Paolo Trotti e Stefano Annoni con La nebbiosa di Pier Paolo Pasolini, nel cosmo della società borderline della periferia milanese. Ben interpretato nei diversi personaggi (i tre attori vestono anche i panni di studenti, inservienti, prostitute, delinquenti, oltre alla maestrina massacrata con una performance di Federica Gelosa all’inizio della pièce), accompagnato da un repertorio musicale nonché da inserimenti di notiziari e trasmissioni televisive del periodo, lo spettacolo pone una riflessione sul disinteresse della cosiddetta alta politica nei confronti dell’emarginazione e di come questa sia semplicemente affidata, allora come oggi, all’operato spesso rischioso di volontari come Matilde Crescenzaghi. Interessante lo sfondo della contestazione in crescita dentro la cornice delle utopie degli studenti universitari tra proclami e scontri cruenti, in cui si inserisce lo sfogo del questore contro i manifestanti di buona famiglia che ricorda le dichiarazioni di Pier Paolo Pasolini a seguito della battaglia di Valle Giulia del 1° marzo 1968, in cui definì i poliziotti «figli dei poveri» contro gli studenti «facce di figli di papà».
Nel complesso, il lavoro diretto da Trotti, ispirato dall’omonimo romanzo noir di Giorgio Scerbanenco che ha ispirato anche il film del 1969 diretto da Fernando Di Leo, ci riporta, in fil rouge con il presente (si pensi alle baby gang di Napoli e non solo), a un microcosmo complesso fatto di adolescenti senza futuro, lungo un percorso geopolitico che nel nome di un indefinito progresso dimentica gli ultimi, in contrapposizione alla carica rivoluzionaria di un Sessantotto che avrebbe voluto, pur tra mille contraddizioni, cambiarne i contenuti. Al centro, l’omicidio della maestrina, sintomo quasi idiomatico di una società che lascia dietro di sé i frutti avvelenati della sua apostasia.
Giudizio: ***1/2
I ragazzi del massacro
tratto dall’omonimo romanzo di Giorgio Scerbanenco, pubblicato da Garzanti
Uno spettacolo di Paolo Trotti
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Assistente alla regia: Veronica Scarioni
Realizzazione scene e costumi :Francesca Biffi
Assistente scenografa: Paola Tognella
Direzione di produzione per Linguaggicreativi: Simona Migliori
Milano, Teatro Franco Parenti, Sala 3, via Pier Lombardo 14
Dall’11 al 24 gennaio 2018
www.teatrofrancoparenti.it