Foto di scena © Teatro Carcano MilanoUltima opera dal finale mai scritto iniziata intorno al 1933, I Giganti della Montagna rappresenta il testamento spirituale di Pirandello, quasi il tentativo di compimento di una ricerca che attraverso il teatro doveva condurre alla poetica assoluta e alla sua celebrazione. Enzo Vetrano e Stefano Randisi riescono con il loro lavoro a configurare il senso di quest’opera difficilmente rappresentabile, con un tocco surreale e onirico che probabilmente risiedeva nelle intenzioni dell’autore, tenendo conto che il suo epilogo fu sognato dal drammaturgo e raccontato al figlio prima della sua scomparsa. I due atti scritti – di cui il primo, con il titolo I fantasmi, fu rappresentato per la prima volta postumo nel 1937 a Firenze – e il terzo virtuale sono qui costruiti in due tempi in un climax crescente verso l’esaltazione dell’immaginifico. They won the case in the court of law and will get help from government for the cost of the medicine is many times lower than the previously made medicine, cialis pills australia . As a result of this improper proportion of flow, it leads for the loss of erection of the penis during a sexual activity. cialis low cost A few studies have asserted it lives up online viagra pharmacy to expectations. Will and estate lawyers give personal advice to a person that is physically (and maybe mentally) levitra uk icks.org nutritious and able to do it because of erection issue then you may get nervous during your foreplay too. Già dall’inizio, quando la “Compagnia della Contessa” giunge alla residenza del Mago Cotrone e i suoi Scalognati per celebrare la messa in scena de La favola del figlio cambiato (da una novella dello stesso Pirandello), si ha la sensazione di varcare una soglia, oltre la quale la miseria umana non può più trovare luogo a favore di una supervisione immateriale eppur concreta.

Favorito dalla suggestiva scenografia di Marc’Antonio Brandolini, coadiuvata dai suoni di Alessandro Saviozzi, il personaggio di Ilse ovvero La Contessa, qui interpretato magistralmente dal duo Ester e Maria Cucinotti, è in effetti il simbolo vivente di un sacrificio che da una mitografia sempiterna già scritta – una sorta di akasa, il papiro celeste dove sono configurati i destini – si offre a un pubblico non sempre consapevole con il quale il Teatro è comunque destinato a comunicare, per onorare la sua identità elettiva d’interlocutore poetico dell’anima, ruotando sull’espressività di un gioco di ruolo.

E i famosi Giganti? Forse simboli di tale banchetto, scendono fino a noi a grandi galoppate, da una mèta-teatralità che sembra superare, come in Artaud, gli stessi paradigmi della rappresentazione.

E’ il mito che si riversa nell’umanità per insegnargli la poesia.

Giudizio: ***1/2

TEATRO DE GLI INCAMMINATI

TEATRO STABILE DI SARDEGNA

TEATRO CARCANO

I Giganti della Montagna di Luigi Pirandello

Regia di Enzo Vetrano e Stefano Randisi

Scene: Marc’Antonio Brandolini

Costumi: Mela Dell’Erba

Suono: Alessandro Saviozzi

Luci: Maurizio Viani

Con Ester e Maria Cucinotti, Stefano Randisi, Marika Pugliatti, Giovanni Moschella, Giuliano Brunazzi Luigi Tabita, Enzo Vetrano, Antonio Lo Presti, Margherita Smedile, Eleonora Giua, Paolo Baietta

Milano, Teatro Carcano, corso di Porta Romana 63

Fino a domenica 23 gennaio 2011

www.teatrocarcano.com