Bravissimi gli artisti/attori di “Familie Floz”!
Non parlano, almeno non con le parole; ma sembra che lo facciano. E infatti sì che parlano! Il loro linguaggio è veramente mezzo di comunicazione non verbale: con il corpo, che assume (e riesce a trasmettere) una fisicità percepibile a distanza, che si annusa, che si ascolta, che si tocca; in una parola, che si sente. E con le maschere sulla testa, che diventa un’altra testa, un Altro da sé, in cui l’attore si confonde, cui aderisce così interamente, da sparirci dentro.
Sono maschere grottesche, esagerate, tra la caricatura e la deformità, ma che, per una strana operazione alchemica (ed è quella dell’arte), riescono a farci dimenticare di essere maschere e anch’esse ci parlano, “traghettano” espressioni, sentimenti e pensieri. Espressionismo puro.
Il gruppo di “Familie Floz” è nato nel 1994 dall’idea di sperimentare, o di lavorare sul/la vita in divenire, con l’uso di maschere realizzate in proprio ed era costituito da studenti di recitazione e mimo di Essen, cui si aggiunse la regia di Michael Vogel.
Il nome che si attribuisce, invece, non è altro che il titolo di uno dei primi spettacoli che ha riscosso grande successo.
Da allora se ne è fatta di strada! Ma è dal 1998 la rinuncia all’uso della lingua.
Ciò comporta la scelta di un percorso di lavoro che si declina sulle corde personali di ogni componente del gruppo, dove la creatività di ognuno è messa in circolo ed ogni produzione è frutto di interazioni che si rinnovano.
Alla fine dello spettacolo, gli attori si tolgono le maschere: lo spettatore prova un senso di estraneamento e di stupore, tanto la maschera era diventata … corporea.
Giudizio: ***
Una produzione di FAMILIE FLÖZ, Theaterhaus Stuttgart, Theater Duisburg
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Con Anna Kistel , Marina Rodriguez Llorente, Sebastian Kautz, Daniel Matheus, Frederik Rohn, Nicolas Witte, Thomas Rascher
Regia di Michael Vogel
Maschere: Hajo Schüler, Thomas Rascher
Scenografie: Michael Ottopal
Costumi: Eliseu R. Weide
Musiche: Dirk Schröder
Disegno Luci: Reinhard Hubert
Direttore di produzione: Gianni Bettucci
Milano, Teatro Manzoni, via Alessandro Manzoni 42
Dal 13 al 16 marzo 2014
www.teatromanzoni.it