Dalle Elegie di Rainer Maria Rilke un fluxus poetico e sonoro diretto da Valentina Colorni
Lo spazio scenico del Teatro Arsenale è diviso al centro dal pubblico, definendo un praticabile costituito da due corridoi laterali perfettamente speculari. Giovanni Di Piano e Lorena Nocera sono gli interpreti di questo suggestivo e metafisico spettacolo, tratto dalle Elegie Duinesidi Rainer Maria Rilke, che inizia con la proiezione di un video ideato da MMT Creative Lab dove appare il Castello di Duino, località arroccata sul mare dell’attuale provincia di Trieste, accompagnata dall’interpretazione di un brano del prologo del componimento poetico con la musica di Walter Prati come sottofondo.
I due coreuti partono dall’incontro del 1898 nei Giardini dei Boboli a Firenze tra Rilke e Stefan George, l’autore di Algabal, il profeta di quel simbolismo estetico tedesco che, in riferimento alla sua opera, suggerì a Theodor L. W. Adorno le parole «Vivente è l’esperienza estetica che procede dall’oggetto nell’attimo in cui le opere d’arte, sotto il suo sguardo, diventano esse stesse viventi». Rilke considerava George un personaggio leggendario, le sue Poesie Pastorali probabilmente un viatico verso la natura dell’impalpabile e la visita agli Uffizi che i due poeti condivisero un’incisione nell’anima.
Il successivo viaggio in Russia con Lou von Salomé e l’ospitalità presso Frieda von Bülow al loro ritorno furono segnati da quell’evento, al punto da suggerire a Rilke le parole dell’Angelo attraverso la visione di un’icona di fattura moscovita: «Io sono il giorno, Io sono la rugiada, tu però, sei la pianta». L’Annunciazione nella raccolta il libro delle immagini fu pubblicata qualche anno dopo, ma ne mancavano ancora quindici all’incontro con l’Angelo essenziale a Duino. Lungo i corridoi dello spazio teatrale gl’interpreti raccontano l’evoluzione del poeta, i suoi studi, i nuovi viaggi con Lou, l’incontro con Gide, il matrimonio con Clara. Le prime due elegie vengono declamate sopra un pulpito come scansioni atemporali di un vissuto che presagisce la fine di un’epoca, dentro la cornice di altrettante stazioni che riportano l’osservazione al di là dei confini di porte dimensionali verso l’ignoto.
L’ultima stazione, la terza, riporta il frammento di un’elegia inedita, dove il poeta chiede di essere lasciato a contemplare le forme che scompaiono. Non più palazzi e giardini, né gli zampilli di antiche fontane, ma una trasformazione dell’anima generata da una spaventosa attività quotidiana, alchimia di un verbo che assalirà Psiche con altri grandi eventi. Le dieci Elegie dell’opera furono scritte nell’arco di dieci anni, completate nel 1922, contemporaneamente alla stesura dei Sonetti a Orfeo, quando ormai tutto si era ormai distrutto e trasformato, dando luogo a un mondo in cui le incognite lasciano ormai spazio al sogno, alla contemplazione, al canto. Il lavoro all’Arsenale focalizza la sua attenzione sulle prime due elegie, scritte in un paio di mesi tra gennaio e febbraio del 1912.
Come l’aurora che ti eccita le palpebre e ti regala l’emozione di un nuovo sentimento, l’esegesi della speranza viene esplicata lungo il percorso di un fluxus poetico e sonoro sull’affermazione del mito e la concretezza del sogno. E la porta che si apre attraverso il gioco estetico conduce all’intimità del soffio vitale, dove a morire è la morte e il canto degli angeli è la spirale profonda dell’infinito.
Giudizio: ****
Produzione TEATRO ARSENALE – MMT Creative Lab
Gli Angeli sopra Duino da Duineser Elegien di Rainer Maria Rilke
Traduzione e adattamento di Giuliano Corti
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Regia di Valentina Colorni
Musiche dal vivo: Walter Prati (violoncello, elettronica e basso elettrico)
Intermezzi elettronici: Jacopo Biffi e Guglielmo Prati
Luci: Christian Laface
Costumi: Lella Diaz
Collaborazione artistica: Marina Spreafico
Milano, Teatro Arsenale, via Cesare Correnti 11
Sabato 19 e domenica 20 marzo 2016
www.teatroarsenale.it