Frost/Nixon, ovvero quando la televisione plasma la Storia. L’incontro davanti alla telecamera tra il giornalista David Frost e l’ormai ex presidente statunitense Richard Nixon diede vita a una intervista di non momentaneo ricordo. E non fu solo show-business. David Frost, che fino ad allora aveva condotto talk-show, volle intervistare, a suon di molte migliaia di dollari, Richard Nixon, che si era dimesso da poco tempo: reduce dallo scandalo Watergate non aveva però mai ammesso alcuna colpa. Era dunque fondato il timore che con questa intervista riuscisse addirittura a discolparsi, fugando ogni dubbio. E proprio questo ci raccontano all’inizio di “Frost/Nixon”, ora a teatro, a Milano all’Elfo Puccini con l’interpretazione di Ferdinando Bruni (Frost) e Elio De Capitani (Nixon), dopo la coinvolgente versione cinematografica, vista qualche anno fa. La vicenda è ambientata in uno studio televisivo. Qui, dopo lunghe trattative tra le due parti, Nixon arriva tracotante, con l’arroganza che il potere gli ha dato fino a quel momento e la certezza che dall’intervista ne uscirà vincitore e molto più ricco. Fino al quarto incontro, quando i ruoli si rovesciano. Il volto progressivamente sempre più teso di Nixon, fino all’ammissione di colpa (per la prima volta) e al pianto finale, noi spettatori non lo vediamo sui due monitor ai lati della scena: ci viene raccontato e insieme ci viene fatto notare, con chiare parole, quanto il mezzo televisivo, con i suoi primi piani, sia stato in grado di evidenziare e amplificare la vicenda, rendendo tutti consapevoli delle colpe di Nixon. Dunque non è tanto il potere del mezzo televisivo che va in scena. Piuttosto è «il fatto», quello che all’inizio viene definito il più grande reato della storia politica americana. L’attenzione, dunque, è convogliata sul Watergate: per gran parte del pubblico più giovane si tratta certo di una scoperta, occasione per comprenderne il significato. Per capire anche come il Watergate sia diventato sinonimo di scandali politici, tanto che il suffisso «gate» viene ormai utilizzato per definire tutti i grandi scandali politici. Ugualmente interessante è vedere quanto è possibile realizzare, grazie alla propria forza di volontà e a una fiducia in se stessi, sorrette comunque da una forte preparazione, perché il risultato ottenuto da Frost non è frutto di un colpo di fortuna e non è nemmeno improvvisazione: con lui infatti c’era uno staff di giornalisti ben preparati che operarono in gran parte autofinanziandosi, sicuri – o almeno Frost lo era – che avrebbero poi venduto bene il programma televisivo. Da ricordare poi che David Frost, morto di infarto alla fine dell’agosto scorso, ha successivamente intervistato molti presidenti americani, confermando la sua serietà e professionalità giornalistica.
Giudizio: ***
Una co-produzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile dell’Umbria
con il sostegno di Fondazione Cariplo
Frost / Nixon di Peter Morgan
Traduzione di Lucio De Capitani
Uno spettacolo di Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
Con Ferdinando Bruni David Frost, Elio De Capitani Richard Nixon
Luca Toracca Swifty Lazar, Alejandro Bruni Ocaña Jim Reston, Claudia Coli Caroline,
Matteo de Mojana John Birt, Andrea Germani Bob Zelnick, Nicola Stravalaci Jack Brennan
(Gabriele Calindri voce registrata di Mike Wallace)
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Suono: Giuseppe Marzoli
Milano, Teatro Elfo Puccini, fino al 10 novembre 2013
e poi in tournée:
Perugia, Teatro Morlacchi, 13 – 17 novembre
Parma, Teatro Due, 15 – 16 febbraio,
Moncalieri Teatro Stabile di Torino – Fonderie Limone, 18 – 23 febbraio
Teatro Stabile di Genova – Teatro della Corte, 25 febbraio – 2 marzo
Venezia, Teatro Goldoni, 13 – 16 marzo
Roma, Teatro Argentina, 20 – 30 maggio
www.elfo.org