Foto di scena: Fraternité - Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 26 al 28 gennaio 2023
Foto di scena: Fraternité - Milano, Piccolo Teatro Strehler, dal 26 al 28 gennaio 2023
Foto di scena: Fraternité © Jean Louis Fernandez

Una surreale cognizione del dolore nel lavoro di Caroline Guiela Nguyen, andato in scena al Piccolo Teatro Strehler dal 26 al 28 gennaio, in una cornice distopica e fantascientifica dove l’eternità è segnata dal sentimento disperato verso coloro che improvvisamente ci lasciano

Il ricordo degli scomparsi genera perpetue frequenze nel cuore di coloro che li hanno amati. Sono pulsioni indelebili, quasi dei morsi vivi verso la nostra cognizione che ci impediscono di agire in relazione al reale, alla ratio che prevede una naturale rassegnazione di fronte alla dipartita di un nostro caro. E il mare è in fondo come un universo indistinto che tutto assorbe e trasporta altrove, l’oceano di una dissolvenza che porta con sé il dolore di una perdita affettiva insormontabile nella sua impervia consistenza emotiva.

Fraternité, Conte fantastique di Caroline Guiela Nguyen, autrice e regista francese di origini vietnamite, si ispira proprio agli ormai innumerevoli scomparsi in mare, realtà sempre più drammatica che non può più essere oggetto di indifferenza per il dolore di chi è rimasto ad attendere inutilmente il congiunto, il parente, un proprio caro. Secondo di una trilogia, preceduto dal cortometraggio del 2021 Les Engloutise seguito da L’Enfance, la Nuit, andato in scena l’ottobre scorso alla Schaubühne di Berlino, dedicati rispettivamente alla sofferenza di chi rimane e all’adozione internazionale, presenta come il primo lavoro la caratteristica di affrontare il dramma della sparizione con una metafora distopica e fantascientifica dai connotati surreali.

La narrazione parte, in un futuro imprecisato, tra le mura di un “Centro di cura e consolazione” dove trovano o cercano di trovare conforto i sopravvissuti multietnici di una terribile eclissi solare, che in pochi minuti ha creato la scomparsa di metà della popolazione terrestre tra cui i loro affetti più cari. Alcune sofisticate tecnologie misurano i sussulti del pianeta, prevedono le eclissi future nella speranza di poter invertire lo sciagurato fenomeno avvenuto durante quella che viene ricordata come “La Grande Eclissi”, misurano il battito cardiaco e le condizioni di salute degli astanti, permettono ai parenti degli scomparsi di lanciare messaggi nello spazio auspicando così di poterli contattare in qualsiasi dimensione ora si trovino. La memoria è l’unico orpello che lega i presenti alle vittime, al contempo è il limite che blocca l’esistenza, l’entropia dell’universo, la possibilità di una positiva evoluzione cosmica foriera di nuove eclissi. Un dato che porta al sacrificio estremo di chi è legato a una persona amata estinta, ovvero la cancellazione del suo ricordo al fine di liberare il cuore e la mente dalla sofferenza per la perdita, condizione che si pone in correlazione al ripristino cinetico dell’universo. Una procedura possibile grazie alla macchina Memo, un impianto tecnologico specifico che asporta la memoria, conditio sine qua non per garantire la possibilità di un ritorno dei congiunti scomparsi.

Il diaframma temporale in cui si svolge la narrazione è estremo, oltre un secolo dalla Grande Eclissi, come del resto estremo è tutto lo spettacolo nell’evidenziare la commozione, il sentimento, la rabbia, la disperazione che quel frammento di comunità mostra quale archetipo del dolore. Tre ore in cui tutto appare come una straordinaria allegoria della tragicità del presente, dei profughi e vittime delle numerose guerre in corso, al punto da rivelare una teatralità dove i tropi prevalgono sulla naturalezza delle cose, traslato che porta nel coup de théâtre finale alla riconsiderazione della speranza riposta in un possibile varco migratorio spirituale.

La composizione del cast, costituito da professionisti e non provenienti da diverse parti del mondo con un’interpretazione in diverse lingue, è confacente alla valorizzazione di un’identità etnico-culturale nella condivisione della tragedia. Fraternité non è affatto un vademecum sulla solidarietà, bensì il risultato di una ricerca esplicita e cruda sulla possibilità di una congregazione umana che possa rappresentare il futuro del pianeta. Tra distopia e utopia vi è in fondo solo una linea sottile di demarcazione, quella che divide l’indesiderabile dall’anelato, il negativo dal sognato, la divisione dall’amore, quell’unica verità che può portare alla salvezza dell’anima grazie ai battiti di un consapevole impulso.

Giudizio: ****

Produzione Les Hommes Approximatifs
delega alla produzione Festival d’Avignon, Les Hommes Approximatifs
in coproduzione con Odéon-Théâtre de l’Europe, ExtraPôle Provence-Alpes-Côte d’Azur (Piattaforma di produzione sostenuta dalla Regione SUD Provenza-Alpi-Costa Azzurra),
La Comédie – centre dramatique national de Reims, Théâtre national de Bretagne – Rennes,
Théâtre national de Strasbourg, Châteauvallon scène nationale,
Théâtre de l’Union – centre dramatique national du Limousin,
Théâtre Olympia – centre dramatique national de Tours, MC2: Grenoble,
La Criée Théâtre national de Marseille, Le Grand T théâtre de Loire-Atlantique,
Célestins – Théâtre de Lyon, La Comédie de Colmar – centre dramatique national Grand Est Alsace, La rose des vents – scène nationale Lille Métropole Villeneuve d’Ascq, Le Parvis,
scène nationale Tarbes Pyrénées, Théâtre national de Nice, Théâtre du Beauvaisis – scène nationale
coproduzioni internazionali Prospero – Extended Theatre (un progetto cofinanziato dal programma Europe Creative dell’Unione Europea), Théâtre national Wallonie-Bruxelles, Théâtre de Liège,
Les théâtres de la ville de Luxembourg, Centro dramático nacional – Madrid, Dramaten – Stoccolma, Schaubühne – Berlino, Théâtre national Dona Maria II – Lisbona, Thalia – Amburgo,
Festival Romaeuropa
con il supporto eccezionale di Direction général de la création artistique
de DC&J, Tax Shelter du Gouvernement Fédéral de Belgique, Inver Tax Shelter
con la partecipazione di Jeune théâtre national e dell’Institut français – Paris e Ensatt

Fraternité, Conte fantastique
Testo e regia Caroline Guiela Nguyen insieme a tutta l’équipe artistica
Interpretato in
francese, inglese, arabo, vietnamita, tamil (con sovratitoli in italiano)

Con Dan Artus, Saadi Bahri, Hoonaz Ghojallu, Maïmouna Keita, Yasmine Hadj Ali, Nanii, Pierric Plathier, Alix Petris, Lamya Regragui Muzio, Saaphyra,Vasanth Selvam, Anh Tran Nghia, Hiep Tran Nghia

Collaborazione artistica: Claire Calvi, Paola Secret
Scenografia: Alice Duchange
Costumi: Benjamin Moreau
Luci: Jérémie Papin
Creazione sonora e musicale: Antoine Richard
Video: Jérémie Scheidler 

Drammaturgia: Hugo Soubise, Manon Worms
Musiche originali: Teddy Gauliat-Pitois, Antoine Richard
Collaborazione casting: Lola Diane
Scene: Atelier du Grand T, Théâtre de Loire-Atlantique
Realizzazione costumi: Ateliers du Théâtre de Liège

Milano, Piccolo Teatro Strehler, Largo Greppi M2 Lanza
Dal 26 al 28 gennaio 2023
www.piccoloteatro.org