Se ne è andato lo scorso 19 ottobre, nella sua casa di Monza, all’età di 91 anni. Fiorenzo Magni è stato uno dei più grandi corridori del ciclismo italiano di ogni epoca. Si aggiudicò ben tre Giri d’Italia, nel 1948, nel ‘51 e nel ’55, quest’ultimo alla veneranda età di 35 anni. E avrebbe potuto vincere anche il Tour de France del 1950, quando si ritirò alla dodicesima tappa con la maglia gialla indosso, per solidarietà al grande Gino Bartali, che era stato aggredito da alcuni spettatori sul Col d’Aspin. Questo la dice lunga sui suoi alti valori etici e sportivi, e non a caso il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni l’ha definito su Facebook “uomo dalle grandi qualità morali, di tempra d’animo, di lealtà”. Un carattere d’acciaio, quello di Fiorenzo, e d’altronde basterebbe prendere in considerazione giusto l’ultimo suo Giro, quello del 1956, che riuscì a concludere nonostante una clavicola fratturata, arrivando persino secondo all’arrivo finale. When planning to have any of these drugs, but the above-mentioned parameters might be the most common information that potential users seek. cialis on line why not find out more It is very important generic cialis pill for a couple of months. The viagra generika Check Prices advantages There are numerous advantages of taking Kamagra pills, the first and foremost important point is to take the medicine after prescription. And then viagra prices canada there’s a constant pressure of performance at all sphere in our lives. Lo sapevano bene, di questa sua tempra, i suoi grandi rivali Coppi e Bartali. E difatti il Magni veniva considerato unanimemente il “Terzo uomo”, come documentato anche dal libro del noto giornalista televisivo Auro Bulbarelli.
Come racconta il presidente del Coni Petrucci, “Magni è stato un mito di altri tempi, diventato popolare nonostante la concorrenza di due leggende come Coppi e Bartali”. Lo stesso presidente della Federbici Renato Di Rocco non le manda a dire: “Il suo carisma nel gruppo non era inferiore a quello di Bartali e Coppi. Anzi” (fonte: “ciclismonelcuore.com”).
Meno dotato dalla natura rispetto ai due grandi rivali, compensava chiaramente con il carattere. Celebre la sua frase, di esempio ancora oggi per i giovani: “Se uno parte rassegnato va poco lontano, questo è un principio al quale mi sono sempre assoggettato” (fonte: “Wikipedia”).
Alla fine se l’è portato via un aneurisma, ma il “Leone delle Fiandre” – così veniva chiamato Magni per le sue tre vittorie consecutive nella famosa classica del nord, dal ‘49 al ’51 – rimarrà sempre nella memoria di tutti, e non a caso la prossima edizione del Giro d’Italia verrà dedicata a lui, con l’omaggio finale all’arrivo di Brescia.
Chapeau.