Dopo essere stata il fiore all’occhiello dell’Italia alla fine del secolo scorso e aver suscitato non poche gelosie da parte di una fetta consistente del globo oggi Milano si scopre in forte ritardo sulle fibre ottiche rispetto alle altre capitali europee.
Al forte slancio iniziale – ricordiamo che la rete meneghina raggiungeva un numero elevato di edifici sia pubblici che privati – è seguito il nulla più assoluto. Grazie soprattutto a Fastweb, gli investimenti in banda larga sono continuati fino al 2003, dopo di che, con l’ingresso della legge che imponeva ai proprietari di rete telefonica in rame a renderla disponibile a prezzi accettabili ai diretti concorrenti (unbundling), c’è stato un boom di offerte di connessioni Adsl senza però, almeno fino a poco tempo fa, investire in modo consistente nell’aggiornamento della rete.
Dai dati ufficiali risulta che, sebbene sia partita in anticipo, in dieci anni, a livello continentale, l’Italia si è fatta superare da quasi tutti gli altri Paesi e ora è penultima. Le motivazioni sono ovviamente di natura economica, nel senso che servono 20 miliardi di euro per l’intero Paese per stendere i cavi che garantiscono connessioni ultraveloci all’interno delle abitazioni (fiber to the home) o nei dintorni (fiber to the curb, cioè marciapiede) e non c’è assoluta certezza circa i tempi brevi di ritorno dell’investimento. Lo dimostra il fatto che di 2 milioni e mezzo di abitazioni cablate solo 350 mila hanno sottoscritto un contratto di abbonamento.
I Paesi tecnologicamente più avanzati d’Europa, come ad esempio Austria e Olanda, hanno speso nell’ultimo biennio somme ingenti di denaro, conseguendo risultati senz’altro superiori a quelli nostrani. Ma va meglio anche per nazioni come Romania e Lituania, che certamente non compaiono tra i primi posti della classifica dei Paesi più evoluti a livello europeo, che pur non disponendo di una rete telefonica sviluppata possono realizzarla impiegando quello che di meglio può offrire la tecnologia oggi.
Che dire, poi, della Corea del sud, Paese che per larghezza di banda sembra di un’altra galassia e dove le velocità sono perfettamente simmetriche, quindi è possibile caricare e scaricare contenuti nei medesimi tempi. Lì lo scenario del Web è alquanto diverso dal nostro, con meno tv e più comunicazione, ed esistono servizi estremamente interessanti: dalla pubblica amministrazione che non utilizza carta e non prevede code agli sportelli a dispositivi di rilevazione ambientale, da sistemi di controllo del consumo energetico a programmi che automatizzano in modo efficiente la casa.
L’espansione della banda larga potrebbe avere ricadute positive riguardo alla salute umana, permettendo, ad esempio, di verificare il bypass da remoto o effettuare l’analisi degli esami in digitale, cose che oggigiorno sono limitate a poche eccellenze locali. It’s important to know that the discount cialis india science is there to fix the problem. It has been determined by spelevitra best price ts that nearly anyone can suffer from this mental disorder. The best thing about an established school is that it’s better once soft cialis it involves on-line drivers’ education and has all the relevant tools to render the service deeply. Men always tries to prove their supremacy.Weather it’s through sports, war, or just simple thumb wrestling, any man is honor- bound to show his generic cialis in canada or her age. Senza dimenticare il web entertainment, in particolare i videogiochi e l’IPTV (Internet Protocol Television), il sistema generalmente usato per diffondere contenuti audiovisivi come i video on demand.
La lentezza che finora ha caratterizzato il nostro Paese deriva probabilmente dal forte anticipo con cui ci si è mossi, fornendosi di fibra ottica quando ancora non erano sviluppate le applicazioni ed i servizi necessari per sfruttarne al meglio le potenzialità. Alla lunga questa situazione potrebbe comportare notevoli rischi, in primis quello di restare esclusi dalla seconda fase dell’Unione europea, che prevede, entro il 2020, di cablare a 100 Mbps metà delle abitazioni.
La speranza è che Milano torni ai fasti di un tempo e con la consueta spinta propulsiva contagi anche il resto d’Italia. Proprio di recente la Lombardia ha costituito una holding a maggioranza pubblica di cui faranno parte anche Telecom e diversi piccoli e medi Internet Provider. Telecom Italia conferirà le sue linee in rame alla holding che le affiderà a 6 società controllate, che opereranno ciascuna in un ben preciso ambito territoriale della regione, realizzando così nuove reti ottiche. Successivamente dovrebbe avvenire la progressiva migrazione degli utenti dal rame alla fibra, garantendo un rapido ritorno dell’investimento attraverso la produzione di reddito e soprattutto la possibilità di ingresso dei cosiddetti vendor, ossia produttori di rete quali Ericsson, Nokia, Siemens, ecc, a cui verrebbe chiesto di mantenere stabili i prezzi delle forniture nei tempi richiesti dalla realizzazione. Seppur lentamente, qualcosa sembra si stia muovendo.