Foto: Enrico Baj, Senza titolo, 1956, olio, collage di ovatta, vetri colorati su tela cm 59x6x120 © Galleria Di Paolo Arte BolognaFantasia, ironia (uno humour spesso tragico, surrealista), demitizzazione, contestazione dell’autoritarismo, gusto del paradosso: queste sono le caratteristiche intorno a cui ruota l’arte del pittore ”patafisico” e “nucleare” Enrico Baj (1924-2003), in mostra sino al 16 febbraio alla Galleria Di Paolo Arte di Bologna. Il percorso espositivo ripercorre un lasso di tempo che va dagli anni ’50 agli anni ’90, e comprende opere figurative e collage. L’esposizione dal titolo “Enrico Baj e la Patafisica”- un termine quest’ultimo coniato da Alfred Jarry nel suo “Ubu Roi”, con il quale l’autore intende “la scienza delle soluzioni immaginarie”(parola inventata “perché ve n’era un gran bisogno”)- condensa a meraviglia quella che fu la filosofia dell’esperienza di Baj; un’ esperienza volta ad aderire al motto “IMAGO ERGO SUM”, “IMMAGINO DUNQUE ESISTO”. viagra without rx There’s some substance to this argument, but Pfizer admits in its release that it’s pretty easy to avoid buying fake drugs. Lovegra is one of the most modern voice/speech therapy in Kolkata by using levitra pills from canada computerised speech therapy system. Calivita herbal supplements that help to the improvement of blood circulation in the penis erectile tissues called corpa rx viagra online cavernosa, thus creating an erection. If you are one of the victims purchase generic levitra regencygrandenursing.com of this health condition. Il “patapittore”Baj, come lo definì il poeta Jean Clarence Lambert, si servì della propria opera per mettere in luce le contraddizioni del mondo, andare contro le limitazioni borghesi e l’autoritarismo, la massificazione della burocrazia, e in questo atteggiamento si può riconoscergli uno spirito dichiaratamente Dada. Una condotta che non si limitò ad usare in arte, ma che investì la sua stessa persona nella vita di tutti i giorni: divenne Trascendente Satrapo, fondò a Milano un Istituto Patafisico, organizzò inoltre una patamostra alla Galleria Schwarz con opere di Man Ray, Fontana, Duchamp…L’opera di Baj è un continuo addizionare ciò che aveva creato in passato, come afferma Sauvage “non rinunciava a nulla di quanto aveva fatto: partiva dalle spirali per risalire alla propria cultura classica ed estrarne, a poco a poco, prima un occhio, poi un volto, poi un astro solare dalle implicazioni antropomorfiche”…Un’operazione estetica dell’affastellamento dove vi è un libero citazionismo di elementi presi a prestito dalla storia dell’arte così come dal quotidiano: mobili, passamaneria, rubinetti, specchi. Un’arte dove la memoria e il gioco convivono senza mai rinunciare per questo ad indagare l’esistente e le relazioni possibili tra l’individuo, le cose e l’universo.

Enrico Baj e la Patafisica

Bologna, Galleria Di Paolo Arte, Galleria Falcone-Borsellino 4°/b

Dal 27 ottobre 2012 al 16 febbraio 2013

Da lunedì a sabato 11-13, 16-20.00