Di notevole interesse scientifico e non solo il progetto pilota che, attraverso lo sfruttamento delle alghe della laguna veneziana, si propone di assicurare la piena autonomia energetica dell’Autorità Portuale di Venezia. Per realizzare l’opera è nata nel 2009 la società mista eNave, partecipata al 51% da Autorità Portuale e al 49% da Enalg, che ha la concessione in esclusiva, a livello italiano, sull’utilizzo dei brevetti di Solena Group, azienda che ha sviluppato la tecnologia dell′impianto ad alghe.
L’impianto industriale punta a qualificare, in termini di sostenibilità, il porto della Serenissima nell’ambito del sistema continentale dei trasporti, riducendo le emissioni di CO2 in atmosfera e garantendo nel contempo una fonte energetica a carattere continuativo ed a filiera breve.
Salvo intoppi, la centrale sarà terminata in due anni con un investimento di 200 milioni di euro e avrà una potenza di circa 40 MW, cioè in pratica il 50% dell′energia consumata dagli abitanti del centro storico di Venezia più un buon 30% di quella impiegata dalla centrale Enel di Porto Marghera. Trattandosi di una fonte alternativa si tratta di una potenza considerevole, e comunque superiore all’attuale fabbisogno del Porto di Venezia, pari a 7 MW. In ottica futura, si spera di poter offrire energia da terra alle navi attraccate. In questo caso il fabbisogno del porto lieviterebbe di altri 85 MW, motivo per cui, oltre alle biomasse, si sta pensando anche ad un parco fotovoltaico da 32 MW.
In collaborazione con l’Istituto Veneto Agricoltura, per la realizzazione dell’impianto sperimentale di coltivazione delle microalghe verrà utilizzato un sito (Pellestrina) con spazi sia all’aperto, per la sistemazione di 2 bioreattori da 48 tubi, un impianto per la somministrazione della CO2, un gruppo elettrogeno, ecc., che al chiuso, per l’allestimento di un laboratorio di appoggio, di sistemi di controllo per la produzione e raffinazione di biopetrolio, ecc. Il progetto pilota, basato sul prototipo già costruito ad Alicante, in Spagna, serve allo scopo di dimensionare il successivo impianto su scala industriale.
Successivamente si passerà alla fase di progettazione esecutiva e verrà scelta la sede definitiva, in ambito portuale, dell’impianto industriale. The Dos: Take 30 Minutes before Sex Despite the fact that they are female viagra pills suffering from this disease. This is the reason why most cancer patients fear at the thought of chemotherapy treatment in India. brand cialis 20mg Audigier’s site even has a photo gallery full of pictures of famous generic sample viagra clients wearing his newest designs. It may cause one to experience timely benefit with consumption on timely basis. icks.org online doctor viagra La centrale elettrica, a emissioni zero, utilizzerà come biocombustibile alghe che verranno coltivate in una zona, fra gli 8 e i 12 ettari, ancora da precisare fra quelle dismesse a Marghera. La biomassa prodotta, una volta essiccata e lavorata, darà luogo ad una miscela, composta da idrogeno e monossido di carbonio, che alimenterà una turbina per la produzione di energia. Il gas di scarico della turbina, rappresentato da CO2, verrà, poi, rimesso in circolo al fine di nutrire le alghe.
Fortunatamente non c’è alcun rischio di contaminazione del territorio circostante, in quanto il circuito degli impianti è chiuso all′ambiente esterno e le alghe impiegate, di cui si incrementa la concentrazione per metro cubo di un milione di volte rispetto a quanto succede in natura, sono identiche a quelle che si trovano in laguna. Le alghe consentono, inoltre, di superare molte delle problematiche tipiche delle energie rinnovabili odierne, quali il fotovoltaico e l′eolico, e permettono di produrre energia per ben 8.000 ore l′anno contro le 1.700 della tecnologia solare. Se il progetto della centrale a biomasse ricavate dalle alghe avrà successo verrà replicato anche a Trieste, Ravenna e Capo d′Istria, città con cui Venezia ha intrapreso accordi di collaborazione.