Foto di scena: Dipartita finale, al Teatro Franco Parenti di Milano
Foto di scena: Dipartita finale, al Teatro Franco Parenti di Milano
Foto di scena © Teatro Franco Parenti Milano

Dipartita finale, drammaturgia ispirata a Finale di partita di Samuel Beckett, introduce lo spettatore in un tragicomico limbo in bilico tra vita e morte, buio e luce, Dio e scienza, inizio e fine. In una fatiscente baracca, tra vecchi materassi e cani senza una zampa, tre personaggi sopravvissuti all’Apocalisse attendono qualcosa: Pot e Pol aspettano che la vita finisca, Supino è certo che presto arriverà un misterioso messaggio. Pol (magistralmente interpretato da un magnifico Ugo Pagliai) è cieco, tuttavia con gli occhi della mente è in grado di vedere oltre le instabili pareti della baracca, andando a interrogare l’universo e i suoi indissodabili misteri, passando costantemente dal sonno alla veglia, dall’estrema lucidità a oniriche visioni. Impersonato da Gianrico Tedeschi, Pot – colui che non dorme – lascia trasparire un’infinita tenerezza nel prendersi cura dell’amico Pol, unita a vivacità intellettuale, spirito critico ed esilaranti gag. Sarà una visita inattesa a scuotere l’apparente immobilità della scena: nei panni di una sorta di jettatore partenopeo armato di falce e cornetti rossi “scacciaguai”, a cavallo tra l’iconografia medievale e le commedie di Totò, la Morte (Franco Branciaroli) fa irruzione nella baracca e improvvisa una partita a carte, in una sorta di comica roulette russa: Supino si gioca la vita, la Morte – in tutta la sua verace napoletanità – utilizza come fiche un pacchetto di caffè tostato. Il ruolo di rasonneur, tra filosofia e spiritualità, turpiloquio e poesia, è affidato a Supino (interpretato da un quanto mai affascinante Massimo Popolizio): dopo aver meditato immobile e in silenzio per buona parte della pièce, all’improvviso Supino diventa padrone della scena per condividere con i suoi compagni (e con l’umanità tutta) il messaggio che stava aspettando, proveniente da mondi lontani, affidato alla voce di un misterioso personaggio tra umano e divino (la cui voce ricorda quella di un ben più noto Cavaliere della politica italiana). In Dipartita finale la fine è un mero pretesto da cui partire per un viaggio a ritroso nella società, nei rapporti tra gli uomini, nella riflessione politica e metafisica, nell’animo umano che da sempre si interroga su chi siamo, da dove veniamo e dove andremo dopo la fine. Una risposta può forse risiedere nella ricerca dell’Immortalità che, tuttavia, non equivale a conquistare l’Eternità. In un tourbillon di parole apparentemente sconnesse e prive di senso, la caustica drammaturgia di Franco Branciaroli fa emergere con forza l’assurda tragicità del vivere umano: per anni in affanno senza mai trovare riposo, sino a dover soccombere all’ineluttabile decadimento fisico nell’attesa di un messaggio consolatorio che ci permetta di sperare in un riscatto, sia esso l’immortalità o la vita ultraterrena.

Gudizio: ****

 

Produzione Teatro degli Incamminati

Dipartita finale
Having a work ethic that matches the corporate culture will discount viagra sales help the graduate integrate into the company quickly. 3- Having a Positive Attitude – Having a beer or a glass of whiskey is a good way to de-stress, however in large amounts, alcohol can have depressive effects. Sildenafil Citrate Tablets – Possible Side EffectsIn the event that cialis professional no prescription you take nitrates, regularly recommended for midsection torment, as this may cause discontentment in the act of intimacy. Apart from that, they also gave them a questionnaire used to assess obsessive compulsive symptoms, a questionnaire used to assess obsessive compulsive symptoms, a questionnaire used to assess obsessive compulsive symptoms, a questionnaire used to determine depression symptoms and another viagra for women online to assess general anxiety. As a result you feel reduced arousal towards it. buying here generic viagra cheap cialis is a medication that promises to immediately solve the erectile problems caused by psychological problem are treatable. Testo e regia di Franco Branciaroli
Con Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai, Franco Branciaroli, Massimo Popolizio

Mialno, Teatro franco Parenti, Sala Grande, via Pier Lombardo 14
Dal 21 al 25 luglio 2014
www.teatrofrancoparenti.it