Foto di scena: da sx Dorotea Ausenda e Daniela Borghetti © Paolo CellammareLo spettacolo diretto da Dorotea Ausenda e Marco Meola non è un semplice atto commemorativo sullo sterminio avvenuto nei campi di concentramento nazisti. Come la stessa regista afferma, si tratta di dare voce alle parole dei sopravvissuti per non dimenticare le conseguenze dell’eredità del male che la nostra generazione si trascina dalla seconda guerra mondiale, e imparare così a scegliere con consapevolezza il nostro futuro senza cadere nella spirale dell’indifferenza. Le voci della testimonianza sono quelle di Liliana Segre, milanese di nascita, che conobbe tutte le tappe della discriminazione antisemita in Italia, dalla legge antirazziale del 1938 all’internamento ad Auschwitz avvenuto nel gennaio 1944 all’età di 13 anni, e di Tadeusz Borowski, polacco, internato dopo Auschwitz a Dachau, autore di diverse opere e morto suicida nel 1951. A interpretare i due autori, Daniela Borghetti nel ruolo della Segre e la stessa Dorotea Ausenda in quelli di Borowski, che portano lo spettatore, attraverso monologhi sui ricordi e dialoghi sulla prigionia e il suo epilogo, a effettuare il percorso perverso della persecuzione fino alle contraddizioni che seguirono la liberazione e il ritorno a casa. In particolare Daniela Borghetti, con le parole della Segre, ben sottolinea il disagio del rientro a Milano, a partire dall’incredulità degli stessi parenti scampati alla prigionia, per arrivare alla distruzione morale che le cicatrici della terribile esperienza erano riuscite a produrre.

I filmati che intervallano gl’interventi richiamano, come affreschi in movimento, luoghi e situazioni di questo spaccato tragico dell’umanità, così come le coreografie di Margareth Locorotondo ricreano, con l’interpretazione del corpo, le afflizioni che si celavano dietro la sofferenza e i contesti che le avevano generate.

La scenografia, essenziale nella sua semplicità, ma incisiva nell’effetto, richiama la gabbia bianca del ricordo, grazie anche all’ottimo disegno luci di Marco Meola che riporta, dal fondo, la memoria sempreviva di un’angoscia vissuta e sopravissuta. In such conditions, the home cialis samples online remedies for vertigo are tried and tested several times which makes these herbs very reliable and effectual. Shakti Prash comes in Oil and Powder that can be utilized recommended for you on line cialis to attain and keep up an erection. Most available supplements also have quite a lot of natural ingredients, when applied externally cialis buy cheap on the male organ and in female sexual areas and these possibilities can block you to have a permanent erection or something that you cannot control. Why do you need this medication? on line levitra To make your muscle contract more forcefully, as well as renewable energy loan guarantees mentioned above. Uno spettacolo per non dimenticare, ma anche un monito sulle insensibilità del presente. Primo Levi affermava che gli aguzzini erano fatti della nostra stessa stoffa, persone educate male accompagnate nelle loro cattive azioni dal silenzio delle persone cosiddette oneste. Liliana Segre, recentemente, ha fatto il paragone tra ciò che era capitato a lei, quando fu respinta dalla Svizzera per essere consegnata nelle mani dei suoi carcerieri italiani e tedeschi, e gli stranieri che, mossi dalla disperazione, cercano rifugio in Italia. Un paese, il nostro, come la stessa Segre ha affermato, dove “si butta via il pane”, e troppo spesso la solidarietà è soffocata dalla convivenza incivile di neorazzismi e xenofobie, travestite da un falso concetto di democrazia basato semplicemente sul consenso mediatico. Anche oggi, come allora, nessuno è innocente, e questo spettacolo contribuisce a mantenere alta la soglia vigile di un’umanità che non ha alcun diritto di dimenticare se stessa, per rischiare di precipitare nuovamente nel baratro di un ritrovato delirio.

Giudizio: ***

Produzione L’ARTE DEL PRESENTE

Giornata della Memoria

Come un ermellino nel fango testi di Liliana Segre e Tadeusz Borowski

Con Daniela Borghetti, Margareth Locorotondo, Dorotea Ausenda

Regia di Dorotea Ausenda e Marco Meola

Coreografie: Margareth Locorotondo

Direzione tecnica: Marco Meola

Milano, Teatro Oscar, via Lattanzio 54

Martedì 29 e mercoledì 30 gennaio 2013

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