Il giovane Matteo, che insieme al padre gestisce un’autofficina meccanica, è sul punto di realizzare il sogno della sua vita, quello di lavorare per la più prestigiosa casa automobilistica di auto da corsa (immaginate voi quale), finché non riceve una misteriosa telefonata. Da quel momento il suo microcosmo famigliare viene totalmente stravolto anche perché scopre una pesante verità che da oltre vent’anni gli era stata tenuta nascosta.
Come saltano i pesci di Alessandro Valori è un interessante racconto, a suo modo tragicommedia all’italiana, in cui a partire dal protagonista/protagonisti l’inevitabile inserzione via via di nuovi personaggi, oltre a conferire un buon ritmo al racconto, è molto ben gestita senza scadere mai nella caratterizzazione macchiettistica. Aggiungiamo che questi comprimari, dalla giovanissima sorellina del protagonista alla scriteriata, almeno nelle prime battute, Angela, fino a tutti gli altri, Luca in primis, in qualche modo specchio riflesso (e chi vedrà il film capirà perché), da prima nemesi e poi alleati del primo, con un gioco di doppi che si svela nella seconda parte, conferisce solidità narrativa all’insieme.
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Una pellicola interessante, divertente, a tratti commovente, e assai più elaborata di quel che possa sembrare, forte di una complessità in grado di mascherarsi molto bene da semplicità, e per questo riuscire assolutamente efficace. Un racconto lieve ma intenso, con colpi di scena molto ben calibrati, e che conquista il pubblico senza ammiccare mai con le facili trovate purtroppo non proprio aliene al cinema nostrano.
Come saltano i pesci di Alessandro Valori, Drammatico, 110’, Italia 2016
Con Simone Riccioni, Brenno Placido, Maria Amelia Monti, Biagio Izzo