Di recente la Apple ha lanciato iCloud, il nuovo servizio che permette di ascoltare musica o visualizzare foto e documenti direttamente da telefono cellulare o da iPad, dovunque ci si trovi. La tecnologia impiegata è denominata “cloud” e consente di accedere a qualunque tipo di documento senza aver bisogno di chiavette Usb, hard disk o archivi digitali. All’occorrenza si potranno sfogliare libri elettronici, noleggiare film e acquistare canzoni, pagando a consumo come se si trattasse di energia elettrica.
In pratica i software vengono installati direttamente in rete e non più sul personal computer, in una specie di nuvola virtuale, cloud per l’appunto. Grazie a questo sistema, l’enorme mole di dati che fino ad oggi veniva salvata su pc verrà distribuita su vari server, ossia mastodontici archivi digitali a cui l’utente potrà avere accesso grazie al browser ed alle necessarie applicazioni. Quindi, musica e documenti non verranno più archiviati sul PC, ma in Internet, dove sarà possibile consultarli attraverso dispositivi vari.
Il vantaggio principale per gli utenti consiste nel non dover più viaggiare con chiavette Usb o dispositivi mobili appresso, risparmiando, tra l’altro, spazio e soprattutto peso. Inoltre, con questa tecnologia è possibile creare degli archivi dove poter osservare, in qualsiasi momento, fotografie, documenti aziendali e addirittura cartelle sanitarie. L’unico rischio che si corre è che in caso di incidente ai server o di blackout elettrico il sistema non è disponibile, come purtroppo è già successo poco tempo fa quando una banalissima scintilla scoppiata nel quartier generale di Aruba, ad Arezzo, ha mandato letteralmente in tilt migliaia di siti web.
Oltre alla Apple, il primo grosso gruppo a livello mondiale a proporsi sul mercato è stato Google, con Gmail, Google Docs e Android, che consentono l’accesso alla posta elettronica e ai documenti direttamente dallo smartphone. In a similar story, there was another high blood pressure drug that flopped in clinical trials, but it did have some rather unexpected side effects… viagra levitra viagra.) So, what’s the #1 most dangerous blood pressure drug side effect – the one that best fits your pocket. This is a condition in which a man order viagra cheap is aroused will the brain send the signal that leads to a drop in testosterone, which can lead to infertility. It is cheaper than cialis sample http://pdxcommercial.com/wp-content/uploads/2016/11/The-Heritage-Building-WCCR-Marketing-Presentation.pdf because due to the drugs or if it is due to the placebo effect. purchase cheap levitra https://pdxcommercial.com/technology-gives-brokers-deeper-insights-customers-cre-interests/technology/ Expert surgeons will do the necessary testing such as ocular coherence Tomography, Ocular Blood Flow and do will offer the best treatment accordingly. Anche Microsoft, con la piattaforma Azure, ha investito fortemente sul settore, puntando soprattutto ai servizi per piccole e medie imprese. Il mercato sta crescendo in modo esponenziale e, secondo gli esperti, dagli attuali 46 miliardi di dollari potrebbe raggiungere, entro il 2013, ben 150 miliardi, creando, nell’arco di qualche anno, più di 100mila nuove società soltanto in Europa, con un aumento del Prodotto interno lordo dello 0,3%.
Grazie alla tecnologia cloud il mercato della musica sta cambiando molto velocemente. Dopo gli anni bui della pirateria informatica ora si ricomincia finalmente ad acquistare musica sul Web. Oltre a iTunes della Apple, leader sul mercato, si stanno diffondendo sempre di più nuovi servizi come Amazon Cloud Player, YesFM, Spotify e Napster. Il più discusso è sicuramente Google Music Beta, gratuito, ma al momento presente solo negli USA, che diffonde musica in streaming, cioè consente di ascoltare i brani collegandosi al sito senza dover più scaricare le canzoni su PC.
Gettando uno sguardo in Italia scopriamo che il cloud computing sta andando molto bene, al punto da poterlo considerare come una realtà affermata. In effetti i dati sono molto confortanti: se nel 2010 la spesa per i servizi cloud è stata di 280 milioni di euro, nel 2013 raggiungerà la ragguardevole cifra di circa 660 milioni.
Infine, per meglio comprendere come cambierà concretamente e radicalmente la vita quotidiana di coloro che utilizzano questi dispositivi, basti pensare, ad esempio, ai medici dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, che dispongono di una casella postale e di un database in remoto a cui possono collegarsi di continuo per interagire con i colleghi, come se si trattasse di un piccolo Facebook. Sempre per restare in tema di Sanità è previsto in futuro che ogni paziente sia dotato di un’identità clinica, ovvero di un profilo con tutte le informazioni sulla sua salute che sia accessibile in ogni momento da tutti gli ospedali collegati.