Intervista al tenore che dalla Yeungnam University ha conquistato l’Italia
Dopo i titoli di Bachelor e Master raggiunti presso l’Università di Yeungnam in Sud Corea, Choi Yo Sub ha perfezionato i suoi studi all’Accademia Musicale di Roma per poi proseguire a Milano con una laurea biennale di canto conseguita nello storico Conservatorio Giuseppe Verdi e una successiva come vocal coach alla Civica scuola di musica “Claudio Abbado”. Una formazione d’eccellenza che gli ha consentito d’interpretare importanti ruoli quali quello di Canio, protagonista di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo presso il Teatro di Sungsan Arts in Corea, piuttosto che personaggi di opere verdiane come il Duca nel Rigoletto e Alfredo nella Traviata, rappresentate rispettivamente sui prestigiosi palchi della milanese Palazzina Liberty e in quello della coreana Daegu Opera House, a cui ha fatto seguito l’esibizione nel suggestivo Giardino dell’Artemision di Siracusa, situato nel punto più alto dell’isola di Ortigia.
Sono numerose le sue partecipazioni a concerti lirici nella madrepatria e in Italia, tra i quali la cerimonia di apertura dell’International Florence Arts Expo 2019 nel capoluogo toscano, e ha ottenuto diversi riconoscimenti quali il premio speciale al Concorso Nazionale Canto Lirico “Gyeongsangnam-do Festival di Musica” e nel 2017 quello di Specialista al 12° Concorso Internazionale “Piero Cappuccilli”.
Punto e Linea Magazine è riuscito a contattarlo a Milano per un’esclusiva intervista sulla sua carriera artistica e i progetti futuri che lo riguardano.
Buongiorno Maestro, bentornato a Milano. Lei, in virtù degli importanti studi conseguiti in Corea e in Italia, ha una straordinaria preparazione lirica. Chi sono stati i principali mentori che hanno in qualche modo contribuito alla sua formazione artistica?
Ho dei mentori a cui debbo tutta la mia gratitudine, a partire dal tenore Hyun Lee, mio docente universitario a Yeungnam, un artista formatosi in Italia e attualmente impegnato tra la Corea e il Giappone. Quando in principio intrapresi l’attività di corista manifestò tutto il suo rammarico, in quanto vedeva in me un interprete dell’Opera, ma fu proprio grazie ai suoi consigli che iniziai a coltivare il sogno di divenire cantante lirico. Ancora oggi tutte le volte che incontro un ostacolo penso a lui e trovo la forza necessaria per superarlo.
Oltre a Hyun Lee ho un grande ricordo del M.° Ernesto Veronelli. Dopo l’università e dieci anni di lavoro come corista non ero riuscito ad avere una regolare formazione di canto. Grazie agli insegnamenti del Maestro Veronelli ho acquisito quelle giuste tecniche di perfezionamento che mi hanno fatto affrontare il palcoscenico. Come mio nonno si felicitava di ogni mio piccolo progresso e in futuro, a mia volta, cercherò di trasmettere ai miei allievi gli stessi suoi precetti.
Per finire non posso escludere il M.° Michele Porcelli, mio professore al Conservatorio G. Verdi di Milano, il primo baritono da cui ho studiato. Fino al suo incontro intendevo esercitare la mia professione canora unicamente da tenore in costante rapporto e confronto con altri tenori, ma grazie alla sua didattica sono riuscito ad aprire la mente e a guardare più in profondità il canto in tutti i suoi aspetti. Per questo lo ricordo come mia grande guida artistica durante il percorso in Italia.
Quale esibizione del passato ricorda con maggior favore?
L’Opera che mi è più cara è il Rigoletto di G. Verdi, nel quale mi esibii sia al mio primo debutto coreano sia in Italia nel ruolo di Duca. Molti probabilmente ricordano solo il personaggio di Rigoletto, il protagonista, ma Duca, oltre a essere stata la mia prima interpretazione da professionista e di conseguenza la base per una mia progressiva crescita artistica, incise sulla mia decisione di trasferirmi in Italia, ragione in più per la mia predilezione verso la sua figura.
I suoi prossimi spostamenti interesseranno ancora il nostro Paese?
Considero l’Italia come una seconda casa, pensiero che credo di poter condividere con tutti i cantanti lirici del mondo. Da corista in Corea godevo di un contratto a lungo termine che mi avrebbe garantito una solida pensione, una condizione di sicurezza economica non indifferente per un marito e padre come me, tuttavia dal mio arrivo in Italia non sono più tornato a esercitare nel mio Paese, poiché ritengo il mio impegno qui una grande sfida professionale utile alla carriera e alla formazione artistica. Ritengo quindi ovvio il mio ritorno in Italia anche in futuro.
Quali aspettative nutre per la sua carriera futura?
Adesso vado in Corea per far visita alla mia famiglia e tramandare tutto quello che ho studiato, imparato e perfezionato negli ultimi anni agli allievi che mi aspettano. È anche mio desiderio cantare nei teatri coreani per condividere con quel pubblico l’emozione provata nell’interpretare i diversi ruoli delle opere. Coglierò sempre qualsiasi opportunità per tornare in Italia da cantante lirico, i grandi palcoscenici di questo Paese sono sempre per me una meta agognata.
E nel l’auspicio di accoglierla di nuovo a braccia aperte, le auguriamo intanto un felice ritorno in patria e una sfolgorante tournée coreana! A presto …