
Scritto da Gaetano Colella, con la regia di Andrea Chiodi, al Teatro Carcano di Milano lo spettacolo “Chiaroscuro” ridà voce e vita alla pittrice Artemisia Gentileschi
Cinque sono le interpreti femminili che ri/danno vita alla vicenda umana e artistica della grande pittrice Artemisia Gentileschi (la pittora), la prima donna ammessa all’Accademia delle arti del disegno di Firenze, nel 1616.
A pochi giorni di distanza dalla Festa della Donna, l’intenso ritratto di una donna che ha superato traumi e convenzioni, che ha fatto scalpore (e scandalo), con la sua irriverente, determinata volontà di essere se stessa e di emanciparsi oltre i confini in cui il mondo maschile relegava le donne.
Vissuta nel 1600, figlia del celebre pittore Orazio Gentileschi, fu iniziata dal padre all’arte della pittura, con esiti felici.
L’incontro e la frequentazione di Agostino Tassi (pure artista e amico del padre) le fu fatale: dopo la violenza da lui subita, ebbe luogo un processo, durante il quale Artemisia fu messa alla prova mediante tortura.
Alla fine del processo la pittrice, dopo un matrimonio “riparatore” con il giovane pittore fiorentino Pierantonio Stiattesi, si spostò a Firenze.
Qui ebbe legami d’amicizia con Galileo Galilei e Buonarroti il Giovane e frequentò la corte di Cosimo Secondo de’ Medici.
Venne così ammessa all’Accademia e vi rimase fino al suo rientro a Roma; in seguito fu a Venezia e infine a Napoli.
Artemisia si collocò nel mondo della pittura come una delle personalità artistiche più importanti.
Sono famose molte sue opere; tra queste: “Susanna e i vecchioni”, l’”Autoritratto in veste di pittura”, ma soprattutto – ed emblematico – il capolavoro “Giuditta decapita Oloferne”, conservato al Museo Nazionale di Capodimonte, dove Giuditta sembra avere i lineamenti della stessa artista.
Si tratta di un’opera che esprime in massimo grado un atto di violenza; è la vendetta della giovane nei confronti di chi l’ha violata?
Chiaroscuro è il ritratto di questo personaggio femminile, diventato nel tempo il simbolo della femminilità violata, sopraffatta, negata nei suoi diritti dalla prepotenza maschile. E in chiaroscuro è la narrazione della sua vita in questo spettacolo: una lettura partecipe, commossa, rigorosa, che lascia però spazio al mistero da sondare.
Fra testi originali, atti processuali e suoni polifonici, l’opera si snoda attraverso letture e canto a più voci.
Queste le parole del regista Andrea Chiodi: «Partiremo da qui, dalla voce di cinque interpreti femminili, per raccontare la drammatica vita di Artemisia…creando un’atmosfera sonora che richiama una sala di registrazione…».
Il risultato è di forte impatto e di empatia nei confronti di una donna, che è rimasta nel tempo della memoria di tutte le donne.
Un progetto di COMPAGNIA PICCOLO CANTO in collaborazione con ASSOCIAZIONE InATTO
Realizzato con il contributo di “LIFE IS LIVE”, un progetto di Smart Italia con Fondazione Cariplo – Realizzato con i fondi Otto per Mille Valdese
Chiaroscuro: Voce e corpo per Artemisia Gentileschi di Gaetano Colella
Con Francesca Cecala, Miriam Gotti, Barbara Menegardo, Ilaria Pezzera, Swewa Schneider
Regia di Andrea Chiodi
Composizione canti drammaturgia sonora: Miriam Gotti
Costumi: Ilaria Ariemme
Realizzazione costumi: Margherita Platè
Organizzazione: Chiara Bettinelli, Federica Falgari
Luci: Andrea Ghidini
Suoni: Dario Filippi
Fotografie: Federico Buscarino
Milano, Teatro Carcano, C.so di Porta Romana 63
Martedì 11 Marzo 2025