Dentro la drammaturgia umana, la guerra può essere la metafora di un conflitto esistenziale, dove le scelte effettuate conducono a un punto di non ritorno. I chiaroscuri delle coscienze portano in molti casi a percorrere i sentieri più avversi, dove le realtà s’intrecciano, provocando incognite che nessuna entità terrena può arrivare a svelare. I due uomini protagonisti della pièce non si conoscono, o forse si sono conosciuti in un passato quando la loro vita era condizionata da piccole divergenze familiari e lavorative all’apparenza insormontabili, e l’unico confronto con la morte era quello simulato dallo schermo di un video game in una sala giochi. Ora indossano una tuta mimetica, si trovano in un luogo indefinito, o meglio un non-luogo di confine tra il vissuto e l’inferno di una conflagrazione, una piana spettrale attraversata da un fiume che sembra voler inghiottire tutto il carico di orrore che la guerra comporta. Le loro sono vite bruciate dai ricordi di morte, come quello di una donna che si è sgozzata in riva al fiume per la paura. Vivono incubi ricorrenti mischiati all’uranio impoverito, alle carcasse dei carri armati, ai cadaveri dei soldati misteriosamente scomparsi, ai segreti di un esercito che vuole nascondere una terribile verità. Ai due si unisce presto un terzo uomo, un nuovo enigmatico compagno che in qualche modo pare intrecciare il loro passato all’inquietante presente, in quel territorio senza tempo. Tuttavia, proprio lì, i tre uomini si raccontano, in qualche caso si scontrano, legando definitivamente le loro anime al compimento di un destino annunciato.
Il dramma firmato da Gabriele Di Luca, secondo della trilogia di Carrozzeria Orfeo presso il Teatro Out Off di Milano (a cui fa seguito Idoli fino al 26 maggio), è diretto e interpretato dallo stesso autore insieme a Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi. La scenografia si avvale di un palco vuoto dove tutto è immaginato, e i protagonisti, in divisa, si muovono scalzi, fendendo il buio con una piccola lampada portatile o illuminati da una sola luce ocra centrale, riuscendo a creare suggestivi effetti scenici, intrisi di toni onirici e surreali. Ben interpretato, dai tratti puliti, giocato in alcuni punti con ironia amara, Sul confine è uno spettacolo che porta a riconsiderare l’uomo al termine della sua notte, laddove la tragedia diviene l’epilogo naturale di una peculiare esistenza, vissuta lungo la frontiera che divide il delirio dai propri istinti.
Giudizio: ****
Carrozzeria Orfeo/Centro RAT–Teatro dell’Acquario
Sul Confine di Gabriele Di Luca
Diretto e interpretato da Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
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Collaborazione alla regia: Roberto Capaldo
Musiche originali: Massimiliano Setti
Luci: Diego Sacchi
Organizzazione: Luisa Supino
Milano, Teatro Out Off, via Mac Mahon 16
Dal 21 al 23 maggio 2013