Una trama impossibile: una donna sposata a un uomo vecchio lo tradisce con un amante altrettanto vecchio, e insieme a quest’ultimo decide di uccidere il marito servendosi di un pittore che dipinge quadri “avvelenati”, il cui socio – Carmelo Bene –, dopo una furibonda lotta con lui, è invece impegnato a provocare incidenti stradali coinvolgendo una ragazza e alcune prostitute. Il marito è accompagnato da un parente dall’accento pugliese che beve birra e cerca di convincerlo di non essere geloso della moglie- destinata a preparare manicaretti da copertina guarniti con i colori in tubetto del pittore e servire nuda gli astanti a tavola, mentre in sottofondo si sentono eloquenti commenti sulla cucina di Elle-, consigliandogli di prendere il proprio cavallo e fuggire a Londra con lui. E così, periodicamente, i due si ritrovano con un baule zeppo di vestiti della moglie su un treno, con il quale il marito fa di nuovo ritorno a casa molte ore dopo. Fallito il tentativo del pittore, il marito muore dopo che dal Far West attraverso un intermediario la moglie recluta tre killer, tra i quali un uomo senza gambe che suona l’armonica, i quali si fingono turisti a Roma travestiti rispettivamente da donna (con tanto di baffi alla messicana), suo marito (che emula Cicerone) e il bambino in braccio (quest’ultimo, l’uomo senza gambe), seguiti da un poliziotto che piange dopo aver assistito a uno dei numerosi incidenti dell’ex amico del pittore ed essersi ustionato i piedi, e finisce alla fine nello studio di questi nel tentativo di portare via, mentre continua a singhiozzare tra le lacrime, un enorme autoritratto dell’artista senza riuscirci e venire alla fine cacciato dall’appartamento. Finale altrettanto delirante: l’amico continua i suoi incidenti ferendo la ragazza, uccide, investendole, alcune prostitute, le carica su un’altra auto, si ributta addosso con l’auto di prima causando un grande incendio dove i corpi bruciano, riprende la ragazza ferita e svenuta che l’aveva seguito in questo tour d’incidenti da stunt man, e si sdraia con lei su un prato attendendo la morte, quando gruppi di gangster si prendono a mitragliate e fuggono con le stesse auto distrutte, incluse quelle incendiate che continuano a infiammare la scena. Nella baraonda, l’autista folle e la ragazza trovano finalmente una posizione per chiudere gli occhi. Un film assurdo, dal soggetto improponibile, anticipatorio di tante esperienze future sia cinematografiche sia teatrali, onirico e assolutamente geniale. E, trattandosi di Carmelo Bene, non poteva essere altrimenti…
Capricci di Carmelo Bene – Italia 1969
Con Carmelo Bene, Anne Wiazemski, Tonino Caputo
Regia di Carmelo Bene
Milano, Cinema Gnomo, giovedì 12 gennaio 2006