La carriera artistica dell’attore che segnò il “Nuovo cinema tedesco”
C’è chi se lo ricorderà nelle vesti di un angelo innamorato di una malinconica e solitaria trapezista, Marion, mentre vaga per una Berlino anni Ottanta nel film Il cielo sopra Berlino di Wim Wenders, girato in un bianco e nero pieno di fascino, chi invece nei panni di Fernando, cameriere sensibile ammaliato dalla casalinga Rosalba (Licia Maglietta) sullo sfondo di una bellissima Venezia in Pane e tulipani diretto da Silvio Soldini, chi nel ruolo di Hitler ne La caduta o in quello più recente del giornalista Tiziano Terzani ne La fine è il mio inizio.
Bruno Ganz artista italo-svizzero di grande spessore, nato come attore di teatro impegnato (nel ‘70 fonda la compagnia brechtiana Schaubühne am Halleschen Ufer a fianco di colleghi quali Edith Clever, Jutta Lampe, e Michael König ) finirà ben presto per diventare uno degli interpreti di spicco del “Nuovo cinema tedesco”, conteso dai più grandi maestri, da Edgar Reitz a Margarethe Von Trotta, da Rainer Werner Fassbinder a Werner Herzog oltre al già citato Wim Wenders. Un attore il cui destino lo porterà spesso in Italia (a Venezia comprerà casa): lavorerà con Giuseppe Bertolucci in Oggetti smarriti e con Bolognini in La vera storia delle signora delle camelie a fianco di Gian Maria Volontè. Ultrasessantenne sarà diretto da registi di fama internazionale quali Theo Angelopoulos, Francis Ford-Coppola, Jonathan Demme, Atom Egoyan, Ridley Scott, Jeff Bleckner, Terrence Malick, Lars Von Trier , Uli Edel (partecipando con quest’ultimo a The Baader Meinhof Complex , film sulla omonima organizzazione terroristica tedesca degli anni ’70).
Ganz durante la sua lunga carriera, nonostante abbia interpretato ruoli completamente antitetici, aggiudicandosi numerosi riconoscimenti e premi, li ha permeati oltre che di raffinato talento, di una straordinaria umanità. E’umano l’angelo de Il cielo sopra Berlino che vuole incarnarsi, così come Werner, il misterioso straniero trovato in Stazione centrale da Marta (Mariangela Melato) in Oggetti smarriti, ed è intriso di serena umanità il personaggio di Terzani durante il decorso della sua malattia terminale e persino il dittatore Hitler alla fine dei suoi giorni (particolare che mosse a suo tempo numerose polemiche).
Bruno Ganz ci ha lasciati il 16 febbraio a Zurigo all’età di 77 anni dopo una lunga malattia, motivo per il quale l’attore a luglio è stato costretto a rinunciare ad un ruolo nel Flauto magico di Mozart in occasione del Festival di Salisburgo.