Da anni la scienza cercava un’alternativa, il modo per trasferire le capacità del ragno di creare un tessuto così robusto ad un’altra creatura più mansueta. E a quanto pare qualcuno ci è riuscito. Un team di ricercatori americani ha, infatti, creato un baco da seta hi-tech geneticamente modificato, il Bombyx Mori, in grado di produrre un tessuto, un misto della propria seta combinata con la ben più forte e resistente tela del ragno, che resiste alle bombe. Le prospettive a riguardo sono notevoli sia in campo medico che ingegneristico e le applicazioni scientifiche sono illimitate: microcapsule, legamenti e tendini artificiali, fili da sutura (soprattutto in microchirurgia), cime per la vela, corde per alpinisti e paracadutisti, giubbotti antiproiettili, scudi per elicotteri e aerei e addirittura ponti sospesi.
Tutto ha avuto inizio quasi casualmente studiando le caratteristiche di qualcosa che è conosciuto da migliaia di anni: i bozzoli da seta. L’obiettivo era di ottenere scheletri biocompatibili per cornee artificiali ed altri tessuti biologici, ma, ben presto, si è arrivati al prezioso biomateriale, che oggi viene osservato con grande interesse da tutta la comunità scientifica proprio perché biocompatibile, biodegradabile, poliedrico, naturale e facile da ricavare. La seta è, infatti, un biopolimero sostenibile, ovvero completamente naturale, usa solo risorse rinnovabili, viene fabbricata e trattata con acqua a temperatura ambiente e senza solventi, si può inserire nel corpo umano senza avere reazioni infiammatorie e riesce a conservare le attività biologiche dei composti che incorpora. Ciò significa, ad esempio, che componenti che normalmente necessitano di refrigerazione vengono stabilizzati e conservati nella seta. Inoltre, quel che vi viene incorporato può avere una durata programmata attraverso la biodegradazione e ciò consente di produrre oggetti che si dissolvono istantaneamente o che sono stabili per anni. E, infine, come se non bastasse, è commestibile. Power Khan with no doubt can recover weaken sexual ability withtremendous results if consumed correctly. cialis professional india Men have a lot of requirements in their life, some are related to the life style and an advised change in the eating habits can be helpful in protecting us from this condition to a very prolonged erection leading to embarrassment or energy exhaustion. order cialis online why not try here The only cost an individual has to pay is the transport connected with that. viagra 50mg canada This medicine by Ajanta Pharmacy has http://deeprootsmag.org/2019/02/01/the-deep-roots-elite-half-hundred-of-2018-pt-1/ buy levitra online assisted millions of men all over the world at some point in their lives. Il primo step per produrre questo materiale consiste nel rendere la seta liquida, per, poi, adattarla su scala nanometrica (miliardesimo di metro). Il procedimento è relativamente semplice: si fanno bollire i bozzoli per eliminare la sericina, proteina collosa che provoca una reazione immunitaria nell’uomo, quindi, si ottiene una soluzione densa in cui si possono inserire proteine con alta affinità per altre sostanze come l’emoglobina per l’ossigeno o enzimi come l’esochinasi, perché la soluzione ingloba e mantiene integro di tutto. Alla fine c’è bisogno di un ulteriore passaggio: quello nello stampo, che conferisce la struttura nano essenziale per le proprietà ricercate. I materiali di seta hanno la capacità di replicare topografie su scale nanometriche: una volta asciutta, infatti, la seta liquida si trasforma in una pellicola solida e trasparente che può contenere informazioni (come la superficie di un dvd). Con questa pellicola, proprio grazie alla struttura nano, si possono realizzare componenti ottici diffrattivi, codificare informazioni e fare molto altro. Le nanotopografie possono, poi, generare ologrammi multifunzionali: ad esempio, un ologramma commestibile potrebbe garantire la provenienza di beni di consumo ed essere direttamente interfacciato ad oggetti commestibili.
E così, avremo dispositivi che consentono di verificare in diretta l’esito di un intervento chirurgico ma che dopo qualche giorno spariscono senza lasciare traccia, viti e bulloni terapeutici, fibre ottiche impiantabili, adesivi antibiotici e giocattoli commestibili. Molti di questi prototipi sono già in fase di commercializzazione, dalla sensoristica biomedica, alle applicazioni di rilascio controllato di farmaci, alle protesi per legamenti o per vene, agli oggetti di consumo, a composti elettromagnetici. In alcuni di questi progetti è coinvolta anche l’Italia attraverso collaborazioni, ad esempio, con la Stazione sperimentale della seta di Milano, il CNR di Bologna e le Università di Pavia, Siena e Trento.
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