Cosa sta accadendo in Italia in questo momento storico è noto. Del caso italiano, o meglio, dei casi italiani se n’è parlato, se ne parla e se ne continuerà a parlare a lungo, temo. Volendo tralasciare tutto quel campionario di anomalie che contraddistingue, ormai da lungo tempo, la nostra nazione, è tuttavia giunto il momento di fare un serio punto della situazione nel rapporto tra l’informazione e il resto, a partire da politica e magistratura. L’obiettivo è come sempre quello di focalizzare i problemi, sgomberando le inesattezze e le fesserie ascoltate e lette da più parti. Prima di tutto i guai, per così dire, che stanno investendo l’attuale Presidente del Consiglio italiano sono evidentemente di competenza della magistratura, poiché nel nostro ordinamento dinanzi alla cosiddetta notitia criminis esiste l’obbligatorietà della legge penale. E’ evidente però che, proprio in questo caso, sussistono pesanti risvolti anche di ordine politico e morale. Nel primo caso, quello del diritto, esiste un elemento, e anche più d’uno, che ha permesso l’apertura di un procedimento, o fascicolo, relativamente ai reati di concussione oltre che di sfruttamento della prostituzione, entrambi previsti dal codice penale, e quindi non inventati o peggio inesistenti. Rispetto al problema politico, non è da oggi che si discute del fatto che un uomo di stato che tiene una condotta come quella addebitata a Berlusconi è sicuramente ricattabile.
Sotto un altro profilo, invece è un fatto che un indagato, o un imputato, si proclami innocente fino a sentenza passata in giudicato, e non vorrei mai constatare il contrario, ma questo non significa che si debba rifiutare di comparire davanti ai magistrati per spiegare la sua versione dei fatti. Quindi l’idea, a prescindere, per cui “le roi s’amuse”, il re si diverte, per citare l’opera di Victor Hugo, trasformata da Giuseppe Verdi in Rigoletto, non può ne deve passare. Un’idea politicamente malata quella in cui chi è ai vertici del potere si debba divertire senza rendere conto a nessuno, soprattutto perché nei panni del buffone di corte ci saremmo noi.
Circa il profilo morale, al di là di come la pensiate, se fosse vero quello che emergerebbe riguardo quanto accadeva nella villa di Arcore (ironia della sorte, appartenuta proprio al marchese Casati-Stampa, protagonista del delitto di via Puccini, altro caso a sfondo sessuale, ndr) siamo ben oltre quello che un paese normale può tollerare. E, lasciatemelo dire, quello che è venuto e sta venendo fuori non è equiparabile alla libera condotta, sotto svariati profili, di un Vittorio Sgarbi o di un Nichi Vendola, perché entrambi non nascondono a nessuno quello che i loro orientamenti personali e sessuali. Se per qualcuno libertinaggio, bisessualità e omosessualità dichiarate, lo sottolineo, sono un problema, si faccia un bel giretto nel resto d’Europa per vedere cosa succede altrove.
Riguardo all’informazione e a quel che produce quotidianamente, il giornalista Emilio Fede, anch’egli indagato in questa vicenda, se l’è presa con chi ha pubblicato le intercettazioni telefoniche in questione. viagra sample canada But, a dose of Kamagra Soft Tabs 100mg that provide quick erection on intercourse.Other options are penile surgery, testosterone replacement, behavior and lifestyle counseling, vacuum pump device etc. depending on the severity of impotence. However, avoid having grapefruit juice or grapefruit while you are being treated with cheapest cialis canada sales here unless your doctor prescribes you otherwise. The elevation in viagra 100mg tablets these chemicals boosts overall blood circulation. For detecting the cause of impotence issue, your doctor shall check a viagra sample india history of when you should avoid taking this medication. La vis era più o meno la stessa con cui, solo svariati mesi fa, lo stesso Presidente del Consiglio voleva far promulgare draconiani limiti alle stesse intercettazioni, con tanto divieto di pubblicazione. Stiamo parlando dello stesso Fede che poco tempo fa minacciava il bravo cronista giudiziario, Luigi Ferrarella, del Corriere della Sera, sempre per il caso Ruby. Di contro, oggi, a dispetto del fatto che si dice dalla parte del Cavaliere, è persino ironico che proprio il quotidiano Libero del 19 gennaio abbia pubblicato integralmente tutte le intercettazioni fino ad allora uscite. Intercettazioni che, lo ricordiamo ancora una volta, fanno parte di atti facilmente disponibili dalle parti, magistratura, avvocatura, personale del Tribunale e via così. Ricordando anche che il segreto istruttorio non esiste più, avete letto bene, dall’ultima riforma del Codice Penale della fine degli anni ’80 (ergo, più di 20 anni), e la tanto sbandierata segretazione degli atti è tutta un’altra cosa, che si impiega solo ed esclusivamente in casi particolari.
Fa specie, in particolar modo a chi svolge la professione giornalistica, osservare che a seconda dell’oggetto del contendere, si utilizzino argomenti per giustificare la regola, molto scorretta, del “due pesi, due misure”. Non ricordo tanta pietà da parte de Il Giornale (il cui direttore di allora, Vittorio feltri, è poi passato proprio a Libero, ndr) quando la reputazione dell’ex direttore di Avvenire, Dino Boffo, finì nel tritacarne mediatico, costringendo il giornalista in questione alle dimissioni. Stesso sistema impiegato con la celebre, quanto ridicola, vicenda della “casa di Montecarlo” ai danni del Presidente della Camera, Gianfranco Fini. O, sempre riguardante quest’ultimo, la notizia secondo cui si sarebbe auto-procurato un finto attentato per potere poi accusare lo stesso Berlusconi, una fesseria di dimensioni tanto colossali di cui si sta già perdendo ogni traccia. Con arguzia, il giornalista, e intellettuale, Gad Lerner ha definito questo modus operandi come “il metodo da Feltri”.
Altro discutibile elemento è la sede in cui queste attività lubriche si sarebbero svolte. La dimora del Presidente del Consiglio è una casa privata sono quando questi si fa gli affari suoi, quali essi siano, e magicamente diventa sede politica quando, per esempio, riceve un capo di stato estero, o tiene una riunione istituzionale con ministri della Repubblica? Persino su questo sembra esserci una colpevole confusione.
E mentre si perde tempo a discutere di simili questioni, certamente gravi ma non capitali, in un momento in cui sembra essere difficile permettersi perfino una seria crisi di governo ed elezioni anticipate, pena il rischio di finire nel ciclone speculativo i
n cui la primavera scorsa è caduta la Grecia, gli altri problemi dello strano sistema Italia fanno il loro corso nel peggiore dei modi. Solo per citare la questione più importante, da una parte un mondo del lavoro sempre più demenziale, tra le strette di Marchionne, e a ora, a quanto pare, un inaspettato asse Marcegaglia-Camusso, all’interno di una crisi di cui non solo non si vede lo spiraglio della fine ma, peggio, il cui scenario risultante è al momento nel più fitto buio. Per tacere di un governo che, appunto, si occupa di tutt’altro.