Arte Fiera giunta alla sua 43esima edizione sotto la prima direzione artistica di Simone Menegoi aveva promesso un percorso di rinnovamento già a partire dal restyling grafico, focalizzandosi sul made in Italy e sulla produzione artistica propria del periodo bellico e post bellico, vero punto di forza, senza tralasciare l’arte contemporanea di ricerca : progetto compiuto anche se, per parlare di un cambiamento sostanziale e dare un giudizio definitivo, bisognerà aspettare la fine del triennio, in fondo il mandato del neodirettore è appena iniziato. Bilanciato ed elegante l’assetto delle gallerie che sono state invitate a presentare una selezione maggiormente circoscritta di artisti ( da 3 ai 6 per gli stand più grandi), invito che è stato ampliamente accolto, come ha dimostrato la scelta di 50 di queste di ospitare un solo show.
Durante i giorni di apertura, la kermesse bolognese ha accolto oltre 50.000 visitatori nelle 141 gallerie (tra main section, fotografia e immagini in movimento). Passeggiando per la Fiera spiccano le opere di Isgrò (raffinato lo stand di Guastalla), De Chirico, Dorazio, Schifano, Munari (ben rappresentato dalla Galleria Granelli). Una selezione d’essai quella della Galleria Clivio di Milano che ha esposto opere di Lamberto Pignotti -anticipatore di quella che sarà la Poesia Visuale- (presente anche presso Armanda Gori di Prato) e di Sylvano Bussotti (artista, compositore contemporaneo e poeta). Di forte impatto le personali della bolognese Sissi che nello stand della galleria partenopea Tiziana di Caro ha installato un lavoro per certi versi di stampo antropologico in dialogo con foto e disegni , la retrospettiva della pop artist Giosetta Fioroni rappresentata da Spirale Artecontemporanea) e la monografica di Patrick Tuttofuoco presente alla Schiavo con vari lavori tra cui le grandi biglie policrome in plexiglass già viste in una trascorsa Biennale di Venezia.
Preziosa la selezione della Conceptual di Milano che ha proposto splendidi opere del neodadaista Robert Rauschenberg, come quella attuata dalla Lampertico di Milano con le opere di Alighiero Boetti. La Galleria lo Scudo di Verona ha selezionato lavori di rilievo di Afro, Vedova e Scialoja, la De Foscherari di Bologna ha rilanciato il suo discorso sull’Arte Povera con il trio Calzolari, Ceroli, Parmiggiani, la milanese Dellupi ha optato per una monografica di alto livello con le tele di Hans Hartung, mentre Umberto Di Marino ha puntato su Vedovamazzei e Jota Castro, ribadendo il suo interesse a temi socio-politici. Per la fotografia si è distinta la Traffic di Bergamo con le foto di Andreco tratte dalla parata performance The End e di Virginia Zanetti, vincitrice del Premio per la Fotografia con I Pilastri della terra, (frutto sempre di una performance colletiva questa volta sviluppatasi tra laboratori e workshop); di impatto il progetto fotografico La città radiosa in cui Vitali immortala, attraverso vedute panoramiche, Marsiglia (Galleria Mazzoleni) , e Mushroom from the forest #1– 2011- di Takashi Homma, (grandi foto di funghi con un discorso sotteso di denuncia legato all’ambiente) che, insieme a The Google Trilogy – 1. Report a problem– 2012 di Emilio Vavarella (incentrato sull’uso della rete e le sue incongruenze), si è aggiudicato il secondo premio per la Fotografia.
ARTEFIERA BOLOGNA
01/04.02.2019
artefiera.it