Al Teatro Litta di Milano tre donne e tre uomini vivono i pensieri di Alessandro Mendini in un’esibizione al limite del teatro dove il movimento incontra l’utopia
Per John Cage la musica è l’affermazione della vera vita, teoria basata sulla contemplazione del vuoto, senza scopi o secondi fini, percorso sinergico con le filosofie indiane e il Buddhismo Zen. Ma questo è solo l’incipit. Architettura addio, l’ultimo lavoro di Antonio Syxty, una performance teatrale divisa in due parti indipendenti fra loro e messe in scena a giorni alterni, basata sugli scritti dell’architetto, pittore e scrittore Alessandro Mendini, è una visione dell’utopia, l’approccio di un nichilismo che porta alla destrutturazione del linguaggio, dei costumi, a partire dal sistema abitativo e del concept spaziotemporale.
I frammenti degli scritti di Mendini nella prima parte (To You 1) giungono dopo un silenzio iniziale, preceduto dalle affermazioni di Cage, schegge intercalate da movimenti, posture, giochi con le sedie, scarpe indossate e abbandonate, poi riprese, come i vestiti, a un certo punto dismessi, nudità esposte che paiono richiamare i costumi adamitici della colonia mistico naturalistica, intrecciata alle esperienze artistiche delle avanguardie storiche, dei teosofi di Monte Verità sopra Ascona, comunità vegetariana che abitava in casette “aria e luce” e che ospitò personalità come Carl Gustav Jung e Hermann Hesse.
La seconda parte (To You 2) ripete l’inizio con Cage e il finale con Moon River di Henry Mancini, ma nello sviluppo pare incrociare le argomentazioni della prima parte con altri approfondimenti tematici. Nichilismo e decadentismo dialogano con Heidegger e Nietzsche, cromatismi, didascalie situazionali e video rispecchiano la destrutturazione organica consumata sul palco. Il ritmo è più serrato, anche se volutamente non esiste un climax teatrale. I movimenti studiati da Susanna Baccari, vere coreografie sulle situazioni esistenziali e i comportamenti, contribuiscono all’impossibile scopo di comunicare l’intrasferibile, ovvero la similitudine tra apparati convenzionali del mondo.
Il pubblico assiste come in un flusso filmico al contenitore scenico che si modifica, contemplando situazioni abitative in non luoghi disfunzionali che possono essere giustificati all’interno di un tesseratto, ma non in uno schema tridimensionale. La casa è un simulacro dell’individuo, qui vi è il suo superamento. I pensieri di Mendini possono essere discutibili, ma di certo non lasciano indifferenti. Vita, morte, amore, dolore, caos sono le parole chiave su cui si sviluppa l’idea di un meccanismo non-violento dell’elemento cronotopo, sviluppato nella cornice di un paradosso temporale esercitato in modo diverso ad ogni replica, poiché non vi può essere permanenza drammaturgico/performativa nell’espressione di un valore adimensionale.
In sostanza Architettura addio vuole uscire dal teatro per abbracciare una lettura del mondo fuori da ogni finzione o rappresentazione. Si può infatti parlare di non-teatro come diversa teatralità, dove il vero e il reale si contrappongono alla divulgazione artefatta quali parametri comunicativi di un’umanità globale. Di certo è un lavoro coraggioso, in continua evoluzione, che vedrà una maratona con entrambe le parti nel finale di domenica 18 marzo e una futura riedizione in chiave ancora più performativa che si svolgerà, come evento Fuorisalone in occasione del Salone Internazionale del Mobile 2018, sabato 21 aprile presso l’Aula Magna dell’Università Statale degli Studi di Milano, con la presenza di Alessandro Mendini e Antonio Syxty.
MANIFATTURE TEATRALI MILANESI
Architettura addio
dagli scritti (1968-2017) di Alessandro Mendini
Progetto di performance/teatro di Antonio Syxty
prima nazionale
Design del movimento e dei comportamenti Susanna Baccari
Con Tiziano Eugenio Bertrand, Alberto Colombo, Valeria Girelli, Francesca Montuori, Gabriele Scarpino, Nicole Zanin
Light design e proiezioni: Fulvio Melli
Foto di scena: Alessandro Saletta
Direttore di produzione: Elisa Mondadori
Milano, MTM Teatro Litta, Corso Magenta 24
Parte A – To You 1
sabato 10 – martedì 13 – giovedì 15 – sabato 17
Durata 1 ora e 30 minuti
Parte B – To You 2
domenica 11 – mercoledì 14 – venerdì 16
Durata 1 ora e 30 minuti
MARATONA ARCHITETTURA ADDIO
domenica 18
Architettura addio
Parte A – To You 1
dalle 16.30 alle 18
Architettura addio
Parte B – To You 2
dalle 18.30 alle 20
www.mtmteatro.it