Ritorna, con tutta la sua attualità, Antigone di Sofocle, al Teatro Carcano di Milano, per la Produzione Teatro Stabile di Catania e la regia di Laura Sicignano, come protagonista Sebastiano lo Monaco
Si apre il sipario e una scenografia dalle pareti di legno scuro, con grandi travi incrociate di metallo in alto, nel centro, delinea già, è simbolo chiaro della rigidità del potere; un potere che è destinato a crollare, così come si scardineranno alla fine tutte le pareti; e il sicuro mondo di Creonte si ridurrà in macerie.
Ed ecco nel ruolo di protagonista Sebastiano Lo Monaco, che presta il suo umore tutto siciliano, tutto mediterraneo, alla figura del despota Creonte, nuovo re di Tebe, che pone la Ragion di Stato al di sopra di ogni altra ragione, fino a proibire una degna sepoltura al nipote Polinice, che ha avuto il torto di stare dalla parte avversa nella guerra civile.
Si oppone a questo ordine un’appassionata, dolente Antigone, (interpretata con asciutto vigore da Barbara Moselli), che segue le ragioni del cuore e desidera compiere i consueti riti funerari per il caro fratello defunto.
Due sono le forze in competizione: la legittimità di una legge appena promulgata, cui tutti si sentono in dovere di obbedire, e il sentimento caritatevole di pietà e compassione nei confronti di chi appartiene ormai al regno dei morti e ha diritto di entrare nella terra per trovarvi la pace. Ma il personaggio di Antigone rappresenta anche il valore estremo della ribellione, la sua necessità eversiva, la forza dirompente di un ideale che si contrappone -e non ne può fare a meno- all’ assolutismo di un potere che non dubita.
In questo allestimento, per la regia di Laura Sicignano, l’Antigone di Sofocle mantiene la purezza del testo classico, ma al tempo stesso si stempera in una contemporanea eterna visione, dove ogni scelta è foriera di sviluppi, esiti, conseguenze, a volte irrimediabili.
Il personaggio di Antigone, colmo di pietas e di sovrana dignità, mette alla ribalta il ruolo della donna, che ieri – e in parte anche oggi – è fatto di sottomissione, di assenso alla volontà maschile.
Lei si ribella: e anche per questo cade, nella sventura e nella morte.
La sorella Iside, che asseconda le regole stabilite e fa “di necessità virtù” è l’altra faccia del mondo femminile, che si adegua, per non morire.
Anche Euridice, madre di Emone e sposa di Creonte, col suo silenzio acconsente, col suo pianto si sconfigge.
Questo è un mondo di uomini, che dettano leggi e le difendono, ma che alla fine ne sono travolti e piombano nel caos della fine.
Essenziale, nitida la recitazione, con movimenti a volte sincopati, volti a esprimere intransigenza e implacabilità.
Suggestiva la musica dal vivo di Edmondo Romano, che pare venire da altri mondi.
Giudizio: ***
Produzione TEATRO STABILE DI CATANIA
Antigone di Sofocle
Traduzione e adattamento di Laura Sicignano e Alessandra Vannucci
Con Sebastiano Lo Monaco
e con (in o.a.) Lucia Cammalleri, Egle Doria, Luca Iacono, Silvio Laviano,
Simone Luglio, Franco Mirabella, Barbara Moselli, Pietro Pace
Regia di Laura Sicignano
Scene e costumi: Guido Fiorato
Musiche originali eseguite dal vivo: Edmondo Romano
Luci: Gaetano La Mela
Audio: Giuseppe Alì
Milano, Teatro Carcano, C.so di Porta Romana 63
Dal 20 al 22 febbraio 2020
www.teatrocarcano.com