Da molto tempo conosco il Teatro de los Sentidos, progetto “figlio” dell’antropologo e drammaturgo colombiano Enrique Vargas, che ha casa a Barcellona, in Spagna. Qualche tempo fa avevo avuto occasione, durante uno dei miei soggiorni nella città catalana, di prendere parte all’esperienza di “El hilo de Ariadna”, spettacolo cult della compagnia, ma aspiravo ad avvicinarmi maggiormente, a varcare la soglia del processo di creazione che, immaginavo, potesse nascere da un’esperienza dai colori intensi. Ed eccomi ora, finalmente, a parlare di persone in carne ed ossa e soprattutto Anima, del loro percorso, dei passi condivisi lungo un breve viaggio di cui ho tutta l’intenzione di riprendere il filo, per iniziare un cammino condiviso.
Durante il mio recente nuovo soggiorno a Barcellona, progettato proprio a questo scopo, ho avuto l’opportunità di partecipare agli incontri pubblici con Enrique Vargas, e di essere invitata a seguire le prove della “funzione” (così vengono chiamate le opere del Teatro de los Sentidos) in corso, “Mariposas del Alma” (“Farfalle dell’Anima”), opera ispirata alla ricerca del medico e scienziato spagnolo Santiago Ramòn y Cajal
La casa teatrale del Camì de Polvorì, al Montjuic di Barcelona, è un luogo speciale, dove non si arriva per caso, ma che si sceglie di raggiungere spinti da una motivazione profonda: qui si trova accoglienza e spirito di condivisione, e si desidera tornare, ancora e ancora.
Ascoltare Enrique Vargas è un vero dono: il suo desiderio di trasmissione e condivisione comunitaria traspare da ogni parola e da ogni sguardo, e sembra essere inesauribile, come la ricerca attraverso la domanda ed il gioco, che fanno della pratica teatrale un rituale collettivo sempre rinnovato.
Parlare con lui poi, è una ventata di aria fresca: mi sono sentita subita a mio agio, nonostante la grande ammirazione che provo per lui e il suo percorso, e aprire la comunicazione è stato semplice e naturale come una passeggiata all’aria aperta.
Custodisco con cura i frammenti di conversazione scambiati con lui, e il dialogo-intervista che pubblicherò appena possibile su queste pagine.
Cosa porto nella valigia dell’Esperienza, dopo il viaggio con il Teatro de los Sentidos?
Tutto parte da una domanda che, dice Enrique Vargas, «es como una alcachofa» (è come un carciofo: sotto un primo strato richiama sempre altre domande).
La domanda ha a che fare con la trasformazione: dà il via ad un cammino ed innesca un processo, del quale fa parte il gioco.
Il gioco per Enrique Vargas è cultura, e come tale si converte in esperienza.
Quale tipo di esperienza?
Per me è consistita in un attraversamento dei confini interni – individuali e di relazione, perché l’interazione ludica con gli altri implica la scelta della fiducia e dell’abbandono cosciente – la loro osservazione, accettazione, e a volte ri-creazione.
Sento questo processo come la base di partenza, da cui si può viaggiare in tante direzioni diverse.
Ogni visione, assunto, concetto, va esperito, lasciato scorrere sulla pelle del corpo e fatto fluire nel paesaggio interno: l’invito del Teatro de los Sentidos è di entrare con tutto l’Essere in una esperienza tangibile e condivisa, che crea vita e nutre l’Anima, oltrepassando l’ambito intellettuale (ovvero, i confini della mente).
Enrique Vargas invita a domandarci come nutriamo la nostra Anima, a ricordarci che ogni giorno siamo in un processo di creazione dell’Anima: «facciamo Anima» attraverso l’esperienza, e ciò a cui diamo vita partendo dalla nostra vita interna: «siamo ciò che immaginiamo».
E allora vale la pena di dare molta attenzione alla nostra immaginazione, che è anche ciò che ci permette di passare da uno stato di coscienza ad un altro, più elevato, più fertile, più “cosciente”.
Un altro passaggio fondamentale è quello del “sentirsi”, ed è necessario farlo simbolicamente.
Il valore del simbolo è immenso: il Teatro de Los Sentidos lo sa bene e lo condivide attraverso le esperienze che offre a chi accetta di essere “viaggiatore”, attraversando stanze simboliche e incontrando oggetti carichi di significato che si animano fra le proprie mani. Come accade nell’opera in corso, “Mariposas del Alma”, che ho avuto occasione di vivere durante parte del processo di creazione e delle prove.
I Misteri Eleusini citati da Vargas vengono rievocati nella ritualità della ricerca esperienziale – molto diversa da quella “intellettuale” – a cui sono invitati i viaggiatori che si affacciano nella casa del Teatro de los Sentidos, apprestandosi, consapevolmente o meno, a compiere un viaggio di trasformazione, o almeno a piantarne un semino lungo il proprio cammino.
Da parte mia, vi invito ad affidarvi e a lasciarvi prendere per mano dagli amici del Teatro de los Sentidos: sarà sufficiente compiere il primo passo per poi proseguire insieme, dalla cima del Montjuic alle strade del cosmo.
INFO: Teatro de los Sentidos
Articolo condiviso con il blog Gaia e l’Incanto