Proiezioni di quadri sulla facciata e mostra all’interno: lo storico Grattacielo Pirelli di Milano è diventato un’opera d’arte dal 3 dicembre 2009, grazie ad un’iniziativa promossa dalla Regione Lombardia e da Fondazione Stelline, dal titolo “Scoperte e riscoperte del patrimonio artistico lombardo”, per far conoscere le opere artistiche donate dai cittadini alle Istituzioni Ospedaliere Lombarde, che trova spazio sia all’interno che all’esterno del Pirellone.
Questa grande raccolta di ex voto laici resterà in mostra fino al 28 febbraio 2010 al primo piano del grattacielo con la prima esposizione di 22 importanti opere realizzate tra Rinascimento e Barocco, ovvero tra il Cinquecento e il Settecento, di autori quali Giovanni Cariani, Moretto da Brescia, Romanino, Giovanni Battista Moroni, Camillo Procaccini, Fra’ Galgario e molti altri, curata da Mina Gregari, coadiuvata da un comitato scientifico composto da Marco Bona Castellotti, Pietro Petraroia, Alessandro Rovetta, mentre la direzione artistica e creativa è di Piero Addis.Contemporaneamente, in occasione della festività di Sant’Ambrogio, sulla facciata sono state proiettate le immagini dei quadri esposti, con l’ausilio di tecnologiche proiezioni a tutta altezza, con zoom su alcuni dei loro dettagli particolarmente significativi, tanto da renderla un grandioso schermo che rifletteva perfettamente i dipinti ed alcuni loro particolari, facendo arrivare i colori e i soggetti al cuore dei cittadini con suggestiva forza scenica ed allargando l’interesse a importanti scrigni, finora ignorati, consentendone una più vasta conoscenza e valorizzazione.
“Uno dei significati di quest’iniziativa – ha commentato il presidente della Regione Roberto Formigoni dando il via alle proiezioni assieme al presidente della Fondazione Stelline Camillo Fornasieri – è far incontrare le opere del passato con un’ opera moderna, come il grattacielo di Gio Ponti”.Questi capolavori non provengono solo dal capoluogo lombardo, ma anche dalle province di Como, Bergamo, Brescia, Lodi, Varese, Pavia. Dall’Ospedale di Chiari (BS), ad esempio, arriva la Madonna in trono col Bambino e Santi del Moretto da Brescia. La pala, ora conservata nella chiesa dell’Ospedale di Orzinuovi, è databile tra il 1525 e il 1530 e corrisponde al periodo nel quale il pittore aveva raggiunto la sua maturità artistica. Il carattere bresciano dell’opera si avverte nella tonalità ribassata, derivata dalla lezione di Vincenzo Foppa, e altrettanto distintivo è il filtro ottico, che esalta l’ombra sul libro aperto del San Domenico e la brillantezza della fodera del mantello della Vergine. Le ricerche elaborate a Brescia, come il realismo espressivo e i principi ottici, che andavano oltre la pratica disegnativa e i valori plastici, contribuirono alla formazione in Lombardia del Caravaggio. Tali caratteristiche confermano il distinguersi della pittura locale del Cinquecento nei confronti del Veneto e dell’area milanese. A prova di ciò, vengono esposti altri due dipinti degli Spedali Civili di Brescia, come il San Rocco tra i Santi Cosma, Damiano, Nicola da Bari e Antonio abate, che fa conoscere aspetti meno noti di un giovane Moretto malinconico e la Madonna col Bambino, opera tarda del Romanino. Long time Diabetes will damage viagra canada overnight hop over to this page both blood vessels as well as kidney tissues. Finally push the air release valve. viagra price This further increases the pain and stigma associated with ED is higher in low and middle order viagra from india income families compared to upper class families. Herbalists all over the world laud the adoptogenic properties of Tinospora Cardifolia. (Adoptogenic herbs boost body resistance; reduce stress, anxiety and fatigue). generic cialis prescriptions A essi si affianca anche il genere della natura morta, qui presentata in due versioni che appartengono al raro repertorio animalistico di Giorgio Duranti, un pittore bresciano che s’ispirava alla lezione di Borromaus Andreas Ruthart, maestro del barocco tedesco.
Dagli Ospedali Riuniti di Bergamo proviene invece, il Ritratto di Elisabetta Piavani Ghidotti di Fra’ Galgario, visibile nella Galleria dell’Accademia Carrara, così come il Ritratto di anziano gentiluomo con veste rossa, uno dei capolavori di Giovan Battista Moroni, e la Schiavona di Giovanni Cariani, una tavola che situa questo forte e talvolta brutale pittore bergamasco nel proprio contesto, come portatore di una variante dei ben noti valori lombardi, e non già nel generico ambito veneziano entro il quale gli è stata assegnata una collocazione marginale. Esempi databili dal tardo Cinquecento al Settecento, provengono dai centri minori che gravitavano attorno al capoluogo lombardo. È questo il caso dell’Ospedale di Vigevano da cui proviene La Presentazione di Maria al tempio di Camillo Procaccini, o il Cristo crocifisso di ambito di Daniele Crespi, dall’Azienda Ospedaliera di Gallarate, o ancora i Quattro Evangelisti di Giuseppe Vermiglio, dall’Azienda Ospedalie
ra di Melegnano.
Un altro pittore che si gioverà della verifica del patrimonio ospedaliero della Regione Lombardia è Carlo Francesco Nuvolone, qui con due opere: una replica proveniente dall’Azienda Sanitaria Locale di Como del Ritratto della famiglia del pittore, conservata nella Pinacoteca di Brera, e il Cefalo e Procri, proveniente dall’Ospedale Maggiore di Milano.
Il percorso espositivo esplora anche il campo della ritrattistica che costituisce il nucleo principale e motivato delle collezioni ospedaliere. Dall’ospedale Fatebenefratelli di Milano arriva il ritratto della benefattrice Anna Cecilia Visconti, datato 1672, la cui attribuzione si colloca tra il Ceresa o il Cittadini, mentre dall’Azienda Ospedaliera di Busto Arsizio giunge l’Autoritratto di Biagio Bellotti, eseguito nel 1784. La provocatoria immagine del pittore, visibile frontalmente solo attraverso lo specchio, racchiude in sé la persistente vocazione realistica della regione e quell’illusionismo di frontiera che ebbe nel Settecento altre notevoli manifestazioni in Lombardia.
Ciascuno di questi capolavori è affiancato da schermi al plasma che sostituiscono le tradizionali didascalie: attraverso di esse sarà possibile un’interazione col dipinto e un approfondimento storico-scientifico dello stesso, per venire a conoscenza del percorso creativo dell’artista, e ammirare i dettagli dell’opera.
Accompagna la mostra un catalogo 24 ore Motta Cultura – formato 21×26 cm ; pagg 160 – con i testi di Marco Bona Castellotti, Mina Gregori, Pietro Petraroia e Alessandro Rovetta.
Una seconda fase del progetto “La Regione dà luce all’arte” prevede l’installazione nell’Atrio Istituzionale del Grattacielo Pirelli, di un Artbox fino al 25 aprile 2010, uno spazio esclusivo e privilegiato nel quale verranno esposte, per la durata di circa un mese ciascuna, quattro opere rispettivamente di Antonello da Messina, Tiziano Vecellio, Francesco Hayez e Mario Sironi: “A tu per tu con…” farà entrare i visitatori nei segreti della storia di questi capolavori, dedicando spazio a una sola opera per volta.
La prima, dal 3 dicembre al 10 gennaio 2010, è il Ritratto della contessa Teresa Zumali Marsili con il figlio Giuseppe, realizzato da Francesco Hayez nel 1833, conservato nei Musei Civici di Lodi, di proprietà della locale Azienda Ospedaliera, capolavoro del pittore e un documento del livello europeo raggiunto dalla ritrattistica italiana dell’Ottocento.
Gli altri appuntamenti sono: dal 14 gennaio al 14 febbraio 2010 con il San Benedetto – 1470 ca, di Antonello da Messina; dal 18 febbraio al 21 marzo 2010, con il Ritratto di Giulio Romano – 1536 o 1538, di Tiziano Vecellio, e dal 25 marzo al 25 aprile 2010, con il Ritratto di Carlo Carvaglio – 1932-1933, di Mario Sironi.
Fino al 28 febbraio 2010 – Ingresso libero
Milano, Grattacielo Pirelli, via Fabio Filzi 22
Dipinti Lombardi dal Rinascimento al Barocco
Artbox – Dal 14 gennaio al 14 febbraio 2010
San Benedetto – 1470 ca, di Antonello da Messina
Orari: dal martedì al venerdì, dalle 15.00 alle 19.00; sabato e domenica, dalle 10.00 alle 19.00
Lunedì chiuso
Per scuole e gruppi, visite alla mattina, su prenotazione :
Ad Artem tel. +39.02.6597728
e-mail : info@adartem.it