È ora che un nuovo codice
riveli all’uomo
la sua naturale essenza,
che le catene che lo legano
alla violenza dei secoli
si spezzino al futuro
ed antico comando,
che un urlo di rabbia,
più scottante del sole,
bruci la paglia
di quei cappelli
sotto le cui falde
si celano
È ora che una seconda apocalisse
annienti l’orrenda Leviatano
che scopre i corpi nudi
degli uomini
per rivestirli di pece:
è giunta l’ora, forse,
in cui si dissolveranno
le nebbie dell’arroganza,
e si riveli, infine,
quell’enorme pattumiera
del mondo,
dalle cui ceneri
nascerà il verbo
di una diversa esistenza.
(Prologo di Aree dismesse, in Poesia di Claudio Elli, OT.MA Edizioni, Milano 1997)