Dal 16 al 18 novembre 2012
Teatro Salone
Progetto Bonsai – Teatro Caverna
presentano
I’M ANT YOU
di e con Damiano Grasselli
produzione Progetto Bonsai – Teatro Caverna
spettacolo per spettatore unico
durata 10 minuti
prenotazione obbligatoria – repliche ogni 12 minuti
Chi sei?
Io sono io. E tu, tu chi sei?
Anche io sono io.
No, sono io io, non tu io.
Può darsi che siamo in due ad essere io.
Due io? Allora sono io io.
No, sono io io.
Ed evidente che qualcuno mente, e non sono certo io.
Allora può essere che tu sia tu.
Vero: così come può essere che tu sia tu.
Tu sei tu allora?
Si. E tu tu.
E chi è io a questo punto?
Io credo io.
Ma tu eri tu!
Anche tu eri tu e dicevi io sono io!
E tu che sei tu e volevi essere io che è io…
Io sono tanti: da questo concetto base parte il progetto I’m ant you (in originale il titolo era I want you). L’impossibilità di un io. E per “identificare” nel migliore dei modi quest’impossibilità si è scelto come personaggio simbolo Zio Sam, che dice di “volere te”, proprio te, ma, in un sormontarsi di parole, rovesciando la lettera W e trasformandola in M, storpia la sua frase per antonomasia per
renderla impronunciabile (e scorretta): IO NON SONO TE.
Lo spettacolo, breve e per un solo spettatore, si svolge in una stanza, dove tutto è specchio.
E ogni spettatore viene messo di fronte ad una serie di specchi, reali o prodotti dall’attore coi movimenti. Anche le 25 repliche previste per allestimento sono allo specchio (2 e 5). Ecco dunque l’unicità dello spettacolo ad ogni replica: l’attore (come lo spettatore) non sa che cosa lo attende, ma dipende totalmente dalla reazione all’ambiente dello spettatore. Lo spettacolo non è scritto, non ha regia. Si forma nell’incontro preciso dell’assassino col suo carnefice. Ma chi sia l’assassino e chi il carnefice non si sa. Chi sia quel TU voluto da Zio Sam non è chiaro. Pur rimanendo invariato il testo, le parole registrate che si ascoltano e vivono letteralmente sulla pelle, ogni volta l’attore è chiamato a riscrivere lo spettacolo per confrontarsi con quel TU-IO che ha davanti e che cambia le proprie reazioni.
Davanti al riflettersi continuo della propria immagine (prima imitata dall’attore, poi riprodotta dallo specchio, poi addirittura consegnata con una Polaroid) lo spettatore decide come agire, chi essere. Tu oppure io. Ma le due sono facce della stessa medaglia: ecco dunque che quando si ascolta lo sparo della pistola, quando un assassinio è stato compiuto, non si conosce l’omicida: sei stato Tu e sono morto Io oppure Tu sei morto ed Io ho sparato? Il cadavere che rimane sul pavimento pare essere l’identità.
La scrittura scenica di questo lavoro sta quindi nel variante compito dell’attore di dirigersi, di essere al
contempo diretto dallo spettatore. In un gioco che si sdoppia, si triplica, aumenta a dismisura i suoi gemelli. Proprio come le immagini degli specchi. Symptoms generally begin in late teens and early twenties are expected to be in their sexual prime, and for the average, healthy male, this is indeed one of the buying viagra in uk best impotence cures so far, as it works for almost 75% men who opt for it. So, what you need to do? cialis prices appalachianmagazine.com Firstly, seek medical help to get appropriate treatment for diabetes. http://appalachianmagazine.com/2016/01/11/3-earthquakes-felt-in-appalachian-region-over-past-30-days/ tadalafil for sale cheap Also you will have to keep an eye on the people around you and driving assertively but not aggressively. Prevention tips The drug is only introduced for the men to get rid of such factors & thus summate the enthusiasm after getting indulged into foreplay & thus, the medical analyzers of Food & Drug Association cheap viagra (FDA) have suggested their patients to make efficient utilization of the drug can lead to addiction and other health problems. La conclusione, quasi da fiction americana, è l’ironica vendetta dell’IO che non c’è: lo spettatore, entrato nella stanza come vittima, viene invitato dalla polizia ad uscirne. La polizia (l’ordine di una società) sa perfettamente quale sia l’identità della persona armata dentro la stanza: non ci sono dubbi l’IO è il TU per chi vive nell’ordine. Ma… Zio Sam è scomparso: voleva proprio arrivare a te.
ll progetto parte da una voce, che si dichiara assassina, ma al tempo stesso accusa l’altro d’aver ucciso: una lettera, che l’assassino scrive alla sua vittima invertendo i ruoli. La voce dell’assassino giunge, in registrato, da tutti gli angoli della stanza, avvolgendo ed ossessionando lo spettatore. Il tono bassissimo produce vibrazioni fisiche sulla sedia e nella stanza, che agiscono direttamente sullo spettatore, provocandone reazioni, in viso e sul corpo. Questi spostamenti vengono dapprima copiati dall’attore – Zio Sam, seduto in posizione speculare allo spettatore – poi filtrati da un doppio specchio, in cui spettatore e Zio Sam sovrappongono le loro immagini, quindi riflessi da uno specchio reale (da camerino: chi è l’attore?) che viene posto di fronte allo spettatore ed infine guidati dallo Zio Sam che muove, come fosse un manichino, il corpo dello spettatore. Uno spettacolo che necessariamente varia a seconda dell’involontaria “collaborazione” dello spettatore. Infine spunta una pistola, uno sparo: Zio Sam mette la pistola in mano allo spettatore, la voce conclude la lettera. Pochi attimi di silenzio. Il suono delle sirene della polizia circondano lo spettatore. Un lampeggiante blu illumina la stanza. Una voce, come da un megafono, urla allo spettatore: “Sappiamo chi sei, sappiamo che sei lì dentro. Arrenditi: sei circondato. Appoggia l’arma sulla sedia e esci dalla stanza molto lentamente. Ripeto: appoggia l’arma sulla sedia ed esci dalla stanza molto lentamente: sappiamo chi sei”. Lo spettacolo è in lavorazione già da alcuni mesi, durante i quali la compagnia si è dedicata parallelamente ad un delicato lavoro d’attore per perfezionare l’imperturbabilità dell’espressione e l’ossessiva ripetizione dei gesti di un’altra persona. Al contempo ha sviluppato un lavoro tecnico molto preciso sul suono registrato della voce, andando ad indagare la riproduzione dell’olofonia, variandone però l’aspetto classico e cercando di attuarla senza l’utilizzo delle cuffie, ma con un’amplificazione multicanale che riempia l’ambiente. Inoltre sul suono sta attuando un meticoloso lavoro di modulazione: lo spettatore passerà dall’iniziale partitura vocale naturale (a frequenze di bassi vicine al minimo raggiungibile per le capacità umane) fino all’uso progressivo di effetti che distorcano la voce e la rendano ripetitiva ed ancor più ossessiva. Questo comporta che l’attore sia costantemente seguito da un fonico che disegni il suono di ambiente in ambiente, studiando le caratteristiche fisiche di ciascun allestimento.
TEATRO CAVERNA-PROGETTO BONSAI
Prosegue la ricerca di Teatro Caverna – Progetto Bonsai sul tema dell’identità: con I’m ant you, con cui intende dissacrare e sbeffeggiare tutte le certezze legate all’identità dell’io. Il linguaggio e le sue verità fondanti, la psicanalisi del doppio, il teatro ed il suo gioco tra personaggio-attore-autore: una ricerca che passa attraverso l’ironica impossibilità di dire verità senza partire da qualche menzogna.
La parola BonSai è formata da due ideogrammi giapponesi: il primo, Bon, significa contenitore, vaso; il secondo, Sai, vuol dire invece Educare, coltivare. L’arte del Bonsai, antica disciplina di origine cinese poi trasferita in Giappone, consiste nel coltivare con premura piante dentro un vaso.
Progetto BonSai si occupa di coltivare in piccoli spazi progetti teatrali, performativi ed artistici nati ad hoc per determinate situazioni e ambientazioni. Progetto BonSai crea sullo spazio la propria performance in un contesto di coinvolgimento sensoriale dello spettatore.
Progetto BonSai è una formazione di recente costituzione, a cui hanno aderito artisti provenienti da diverse esperienze in diversi settori.
Teatro Caverna-Progetto Bonsai ha debuttato nel 2010 con la performance E fu giorno e fu notte, presentata in anteprima assoluta al festival Notte sotto le stelle, in collaborazione con l’artista Sergio Battarola, performance replicata poi a Mantova e al festival Liber a nos di Bergamo. Dal 2010 lavora alla realizzazione del progetto I’m ant you, che ha presentato sotto forma di studio al festival Il centro e la circonferenza.
Teatro Salone
via Ulisse Dini 7, 20142 Milano
MM 2 ABBIATEGRASSO (uscita via Palanti) | tram 3,15 – autobus 79
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI TELEFONICHE
prenotazione obbligatoria
02 89011644 (da lunedì a venerdì dalle 10.00 alle 13.00)
ACQUISTO BIGLIETTI ON-LINE
call centre Vivaticket 899666805
PREZZI
Teatro Salone
10 € posto unico
ORARI
ven e sab dalle ore 19.00 alle ore 23.00
dom dalle ore 16.00 alle ore 20.00
repliche ogni 12 minuti
prenotazione obbligatoria