Ne “Il discorso del Re” il regista Tom Hooper narra la storia dell’ascesa al trono del Re Giorgio VI dopo l’abdicazione del fratello primogenito per ragioni sentimentali, ed il suo travagliato iter per uscire dall’impasse della balbuzie conclusosi con un insperato successo grazie all’incontro con un eccentrico logopedista australiano. Lionel, questo è il suo nome, dopo una diffidenza iniziale, conquisterà la sua fiducia ed amicizia e gli farà pronunciare il tanto atteso “discorso”senza intoppi.
Ispirato ad una storia vera, il film ruota attorno alla lotta che il protagonista deve compiere per superare i propri limiti e conquistarsi la stima dei sudditi (raggiungendoli attraverso quello che negli anni Trenta risultava essere il mezzo per eccellenza, la radio), con un annuncio alquanto impegnativo a livello contenutistico: l’entrata in guerra dell’Inghilterra a fianco degli alleati. Quello che sconvolge è che non importa a nessuno della tragicità del messaggio ma quanto del come viene enunciato il discorso, della forma, del tecnicismo che vi ruota attorno. Ed infatti a fine film il clima è quello -verrebbe da dire in maniera alquanto irresponsabile- di un successo generale. Il pubblico è stato sedotto dalle parole del Re che finalmente è riuscito a dar voce al suo essere per mezzo del poco ortodosso logopedista che non a caso nel film è anche attore (chi meglio di lui avrebbe potuto preparare quella efficace messinscena?). Later, it was discovered that it is greatly recognized as erectile dysfunction drug and available in tablets form. buy cialis from canada levitra cheapest The Solution For preventing Erectile Dysfunction, men should adhere to some several basic rules. Though, it is noticeable that if you viagra from usa eat these foods very often, you would have lower risks of being sensually deprived. Unfortunately, hyperthyroidism in cats symptoms like in other health problems can cialis samples be expressed this way, and it’s not recommended to find the right kind of product. Molto attuale il tema di quanto alla fine sia sempre maggiormente vincente l’apparato, l’esteriorità piuttosto che la sostanza. A questo proposito si pensi alla scena in cui la giovane Elisabeth, guardando un cinegiornale in cui Hitler parla alla folla, chiede al padre George VI “cosa dice?”, e lui le risponde “non capisco cosa stia dicendo, ma lo dice piuttosto bene”. Attualissima anche la tematica del potere dei media sulla massa, della loro forza omologatrice volta ad ottenere consenso e controllo sociale. Film sempre molto misurato ed elegante, tecnicamente ineccepibile, con un cast d’eccezione ma che rischia di risultare un po’ freddo. Rimanendo sempre con il freno tirato si preclude quello scatto in più che avrebbe potuto dargli maggior mordente.
Il discorso del Re (The King’s Speech) di Tom Hooper, col., 118’, UK/Australia 2010
Con Colin Firth, Geoffrey Rush, Helena Bonham Carter, Guy Pearce, Michael Gambon, Derek Jacobi