Nessun palmares per La grande bellezza, unico film italiano in concorso a Cannes, diretto da Paolo Sorrentino che al Festival aveva partecipato con Il Divo nel 2008 aggiudicandosi il secondo posto. Una Roma monumentale, magnifica e senza tempo, fa da sfondo alle vicende di una serie di personaggi patetici, “attraversati” dallo sguardo di Jep Gambardella , cinico giornalista 65enne, in impasse di scrittura interpretato da uno smagliante Toni Servillo. Il film si apre con una scena emblematica: i funerali di un turista giapponese stroncato mentre fotografa la grande bellezza di Roma, qualcosa di talmente sublime che può essere fatale ad un’umanità che ne è disabituata. Poi, le note solenni del Dies Irae di Preisner che accompagnano la cerimonia al Gianicolo, vengono progressivamente spazzate via da una remixata versione dance di A far l’amore comincia tu della Carrà, brano che ci catapulta in uno dei tanti party volgari che intercorreranno nel film, ovvero in quella che è la quotidianità del dandy Jep. Piani sequenza e primi piani reiterati in tutto il film (per alcuni critici non necessari perché non coerenti con il significato: ma forse in una pellicola dove il vuoto fa da padrone, anche i movimenti di macchina possono assumere un ruolo estetico fino a se stesso che esaspera l’esteriore,) ci introducono una fauna umana triste, spesso macchietta di se stessa: la botulinica cocainomane, la spogliarellista over 40, la giornalista radical di sinistra che non disdegna salotti ed inviti in tv, l’autore puro e forse per questo fallito, la donna ricca ed annoiata,la bambina che vorrebbe fare la bambina ma è costretta dalla famiglia ad esercitare il suo talento artistico; la madre intellettuale che ha creato un figlio più che disadattato e che ricorrerà al gesto estremo del suicidio, i nobili decaduti che si vendono come comparse, la direttrice nana della rivista di Jep che forse grazie alla sua malformazione vede la vita con quel disincanto che è proprio dei più piccoli ma rimane sempre una freak, il clero lontano dal più piccolo barlume di spiritualità. Because of those beta blockers side effects, it is made up of pure herbs and herbs extracts. * purchase cheap cialis must be taken as per doctor’s recommendation if other medication is going on. bulk viagra uk It nourishes and keeps the nerves active in the reproductive system. Cognitive defects can be dealt with utilizing prescriptions like Triphala-Ghrut, Tulsi (Ocimum sanctum), Shatavari and best buy on viagra Saptamrut-Loh. Or, on the other hand, if viagra in kanada going after medication isn’t your style, there’s dependably time to it. E in contrapposizione a questi personaggi mossi dal niente, sotto gli occhi dei quali la vita e la morte passano davanti quasi al ralenti, ovattate senza colpo ferire, Roma elegante, seducente, metafisica, che si dà nel suo incommensurabile splendore quasi a dirci che la bellezza non è perduta ma va riscoperta al di là del chiacchiericcio, del kitsch, dell’ignoranza, del botulino e della falsità. E forse la pensa così anche Jep sopra alla sua terrazza con vista sul Colosseo quando è rapito “da sparuti sprazzi di bellezza”, dai ricordi passati del mare blu, da un amore adolescenziale, da uno stormo di fenicotteri rosa che si posa lì prima di riprendere il volo, dalle parole pure di una Santa incrociata tra quel campionario di umanità carnevalesca. C’è chi ha visto nel film di Sorrentino, il Fellini di La dolce vita, chi La terrazza di Scola. Si tratta di un film d’autore non scevro da citazioni ma soprattutto pieno di autocitazioni, distaccato ed anti narrativo (come già si era visto in This must be the place), brechtiano, spiazzante, non privo di difetti, ma ricco, ricchissimo di spunti. D’impatto può lasciare interdetti, ma una volta sedimentato evoca continue suggestioni e riflessioni.
La grande bellezza, un film di Paolo Sorrentino, Drammatico, 150’, Italia -Francia 2013
Con Toni Servillo, Carlo Verdone, Carlo Buccirosso, Sabrina Ferilli, Pamela Villoresi,Iaia Forte, Galatea Ranzi, Roberto Herlitzka, Giorgio Pasotti, Massimo De Francovich, Massimo Popolizio, Anna Della Rosa, Giovanna Vignola