
Alla Sala la Cavallerizza fino a domenica 9 il nuovo spettacolo di Campsirago Residenze sull’immanenza della malvagità e la sua forma. In scena Benedetta Brambilla e Sebastiano Sicurezza per la regia di Michele Losi
Tra le diverse interpretazioni sulle origini e fonti della celebre fiaba di Charles Perrault esiste quella legata alla vicenda di Gilles de Rais, un nobile francese che aveva combattuto con Giovanna d’Arco, proprietario di castelli e relative tenute, e che fu accusato di torture, uccisione e stupri di numerosi bambini in occasione di veri e propri lussuriosi festini. Nel racconto del celebre pedagogo e scrittore francese le mogli avrebbero sostituito i bambini come vittime, vista la destinazione all’infanzia del testo, con una trama, legata alle chiavi e la porta segreta che non doveva mai essere aperta, foriera di un monito contro l’eccessiva curiosità che le mogli di Barbablù avevano dimostrato guadagnandosi la morte.
Nel lavoro di Campsirago Residenze, scritto da Sofia Bolognini e magistralmente diretto da Michele Losi, si innestano come riflessi del male le diverse suggestioni sul personaggio, dove si sottolinea una violenza nei confronti dei più piccoli già evocata da una popolare ninna nanna legata all’Uomo Nero, per non parlare, in riferimento al personaggio di Gilles de Rais, della presenza di Giovanna d’Arco quale gallina di un nonno orco che si nutriva delle proprie uova. L’importanza delle chiavi che aprono tutte le porte è espressa da una fantomatica madre, nonché l’astuzia di appoggiare la chiave della stanza proibita all’esterno in modo che non si sporcasse del sangue delle vittime precedenti come nella fiaba originaria. Ciò che porta all’identità di Barbablù, tuttavia, è qualcosa di più recondito e sembra in qualche modo sfuggire come uno spirito anguilla in grado di pervadere chiunque, incluse le stesse potenziali vittime che possono divenire carnefici in una nuova situazione, una dimensione preternaturale che esula dalla semplice fisionomia di un seriale quale Henri Désiré Landru o qualsiasi altro emulatore.
Grazie all’accorta ed efficace interpretazione di Benedetta Brambilla e Sebastiano Sicurezza lo spettatore si sente attratto da una spirale dove malvagità, narrazione dai richiami splatter, sotterfugi e ispirazioni verso la liberazione dalle catene del male si alternano in un ritmo sincopato a tratti accompagnato dal manto musicale dell’Inno alla Gioia. La violenza e la sottomissione si avvertono come stati d’angoscia ai quali rispondono come in un gioco comportamentale atteggiamenti reattivi pervasi di altrettanti impeto e brutalità.
Gli stracci contenuti in un baule, che sembrano richiamare un progetto di arte povera alla Michelangelo Pistoletto, sono qui emuli di altrettanti scheletri nell’armadio che ogni focolare cela, frammenti o interiora di una bestialità arcaica ormai rivelata dalla genesi di una apocalisse dell’anima, il correlativo oggettivo di un’emozione che riporta all’interpretazione del male assoluto latente in ciascun individuo.
Barbablù in questo spettacolo diviene qualcosa di più di un appellativo antonomastico. Qui si pone il confine tra il demoniaco da abbattere e il risucchio del proprio io, indicando tuttavia la via della salvezza: in una nuova primavera, grazie all’annullamento di un narcisistico ego, può avvenire il superamento del male che non può più a questo punto ritrovarsi nella propria identità. Un possibile orizzonte dell’umanità a partire da ciascuno di noi che merita certo il plauso del pubblico.
Giudizio: ***1/2
Produzione CAMPSIRAGO RESIDENZA
Anteprima Nazionale
Barbablù
Drammaturgia di Sofia Bolognini
Con Benedetta Brambilla e Sebastiano Sicurezza
Regia di Michele Losi
Scene e costumi: Michele Losi e Annalisa Limonta
Suono: Luca Maria Baldini e Stefano Pirovano
Luci: Stefano Pirovano e Alessandro Bigatti
Milano, MTM La Cavallerizza, Corso Magenta 24
Dal 4 al 9 marzo 2025
Straordinario