Foto: Hieronymus Bosch, Ecce Homo, 1476 circa, olio su tavola 75 × 61 cm. © Städelsches Kunstinstitut, Francoforte sul Meno
Foto: Hieronymus Bosch, Ecce Homo, 1476 circa, olio su tavola 75 × 61 cm. © Städelsches Kunstinstitut, Francoforte sul Meno
Foto: Hieronymus Bosch, Ecce Homo, 1476 circa, olio su tavola 75 × 61 cm. © Städelsches Kunstinstitut, Francoforte sul Meno

Puntata dedicata al destino dell’uomo con riferimento alla Passione di Cristo

«Ecce Homo» sono le parole che, secondo il Vangelo di Giovanni (19, 5), Pilato esprime alla “turba” che vuole condannare Gesù, con l’intenzione di placare quegli animi mostrando il Nazareno già flagellato e coronato di spine. «Ecco l’uomo», «Eccolo!» è indicativo di un Cristo ferito che avrebbe già subito una punizione e che poteva quindi, nei propositi del governatore romano che lo riteneva innocente, essere liberato. Il seguito come sappiamo andò diversamente, il racconto prosegue con i sommi sacerdoti che pretesero la crocefissione del prigioniero, e l’espressione di Pilato è divenuta foriera della sua Passione.

Se questa darà luogo, dal punto di vista apologetico, all’applicazione della profezia dell’agnello sacrificale con Gesù, identificato quale Messia, attraverso l’interpretazione delle parole del Battista riportato nel Vangelo «Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccatum mundi» (Gv. 1, 29), proclamazione del Decollato che conferisce a quell’ideale di purezza un valore universale (da cui καθολικός) e adattata in canto liturgico da papa Sergio I alla fine del VII secolo, con Ecce Homo si coniuga la fragilità umana all’aspettativa divina o, con Friedrich Nietzsche, per rivelarci «come si diventa ciò che si è».

L’espressione diviene quindi identificativa di un “punto di non ritorno”, dove ciascuno può vivere la propria passione in riferimento a un presente che può divenire altro, a un’emaciazione o ferita che si sublima a una levatura del proprio percorso in relazione a un complessivo destino dell’umanità.
La proposta letteraria legata al significato di Ecce Homo è un brano di Nietzsche, una lirica di Laura Mantovani e tre miei brani poetici, legati all’essere uomo e a un possibile risveglio dalle macerie.
Buona lettura.

 

Da PERCHÉ SONO UNA FATALITÀ di Friedrich Nietzsche

[…] Io solo ho scoperto la verità, perché sono stato il primo a sentire — a fiutare — la menzogna come menzogna…. Il mio genio è nelle mie narici, io contraddico come non s’è mai contraddetto e tuttavia sono il contrario d’uno spirito negatore. Sono un lieto nunzio come non ce n’è mai stati, conosco dei destini d’un’altezza che finora non s’è potuta concepire: soltanto con la mia venuta ricominciano le speranze. Perciò sono necessariamente anche l’uomo della fatalità. Perché, se la verità entra in lotta con una menzogna millenaria, ci saranno degli scuotimenti, dei terremoti, degli spostamenti di monti e di valli, quali mai nessuno ha sognato. Allora, il concetto di politica sarà assorbito tutto in una lotta di spiriti, tutte le formazioni di potenza dell’antica società salteranno in aria; poiché tutte si fondano sulla menzogna: ci saranno guerre come non ci sono mai state sulla terra. Soltanto a cominciare da me c’è al mondo una grande politica.

(In Ecce Homo di Friedrich Nietzsche, 1888, traduzione di Aldo Oberdorfer – Perché sono una fatalità ¶ 1)

 

FIORI NEL DESERTO di Laura Mantovani

Ho conosciuto tanti aridi deserti
ed ho attraversato anche
quello del mio cuore,
dove non c’era spazio per null’altro,
all’infuori di me.
Le barriere verso il trascendente
sembravano insormontabili,
perché la luce era soltanto
una flebile fiammella,
troppo debole
per illuminare il mio cammino.
Vivevo nel buio
che avvolge chi è cieco,
e ogni giorno mi avvicinavo
all’abisso del nulla.
Ero dunque nata per morire?
L’esistenza con le gioie e le sofferenze
era destinata a disintegrarsi senza speranza?
Una forza dentro di me
si ribellava e mi spingeva
ad avanzare in quel tunnel interminabile,
un passo faticoso dopo l’altro,
obbligandomi a non cadere,
come un’ebrea deportata,
che allo stremo delle forze
non vuole rinunciare a vivere.
E la luce è apparsa,
quasi all’improvviso,
svelandomi deserti pieni fiori,
e le tenebre si sono dissolte,
per sempre.

(Laura Mantovani, 7 novembre 2021)

 

Da FIORI DI UNA FREDDA ESTATE di Claudio Elli

Non sai, passione,
che non vi é trasparenza
senza l’incubo
– di una sofferenza?
Il tuo ruolo si esaurisce
al comando di un imbecille,
il gesto putrido e imbelle
di un rito senza veleni,
di un fuoco senza calore
– il volto plastico
di un crepuscolo senza fine.

***

Venne già un giorno
in cui l’identità
rispuntò tra i fiori
dell’intelletto… (quando?,
durante l’incontro,
non più leggendario
– poiché mitigato
tra l’Uomo e la solitudine)
… Rinacque da quel momento
la forza di una volontà antica,
perduta nella massa,
nella folla,
nella follia materiale
di chi non è.

(Fiori di una fredda estate, brani L’incubo e L’incontro, in Poesia di Claudio Elli, OTMA Edizioni, 1997, Milano)

 

Da AREE DISMESSE di Claudio Elli

E camminai, in quella strana notte, tra le macerie con un mio amico pittore, intenti forse a reinventare un lavoro.
Palazzine smunte, senza luna né sole, ma solo neon bruciati dall’esperienza, archeologie di una antica rappresentazione teatrale;

TITOLO: “L’operaio smunto e la corrosione polmonare”

SOGGETTO: un uomo con la coscienza di un inflazionato salario, il vero protagonista.

ANTAGONISTA: la proiezione fisica di qualche aliquota in borsa, decaduta tra le ceneri dell’assurdo competitivo.

E la tomba che in qualche modo ha seppellito entrambi, il protagonista e l’antagonista… anzi, più il primo, per una questione di etica… lì, tra quegli intonaci crollati sotto il peso delle virtù dimenticate… il sospiro del vento…

(… e camminammo, io e il mio amico
pittore,
sconnessi ed estasiati
dallo spettacolo di frattura,
più intenti a ridisegnare uno spirito
che a comporre
la smorta sofferenza
di quelle officine dismesse.
Al di là dei muri,
delle mattonelle,
delle macerie,
l’insolita volontà
di costruire un teatro-giardino)

(Aree dismesse, brano II, in Poesia di Claudio Elli, OTMA Edizioni, 1997, Milano)

 

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