Risalente al 1618, il “San Rocco gettato in carcere” è un’opera fondamentale dell’artista emiliano. Martedì 7 novembre saranno svelati gli esiti del lavoro di restauro, realizzato da un gruppo di studiosi del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna
Torna a splendere il “San Rocco gettato in carcere”, l’affresco firmato dal Guercino che si trova nell’Oratorio di San Rocco a Bologna. Lo studio e il restauro dell’opera – realizzato da un gruppo di studiosi e restauratori del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna, con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la Città Metropolitana di Bologna – sarà presentato martedì 7 novembre, alle ore 17, nell’Oratorio di San Rocco, in via Monaldo Calari 4.
Fortemente voluta da don Davide Baraldi, parroco della parrocchia di Santa Maria della Carità, a cui afferisce anche l’Oratorio, l’impresa è stata possibile grazie a un accordo quadro tra il Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater e l’Arcidiocesi di Bologna. E grazie a un importante cofinanziamento della Fondazione Carisbo, oltre alla generosa partecipazione di alcuni sostenitori privati.
All’evento di presentazione del restauro ci sarà la squadra dell’Alma Mater responsabile di tutte le fasi del lavoro scientifico e tecnico: Barbara Ghelfi, professoressa ordinaria di Storia dell’Arte Moderna, Giulia Iseppi, docente di Storia delle Arti Applicate, Fabio Bevilacqua, docente di Restauro, e Chiara Matteucci, specialista in Diagnostica Artistica e Technical art History.
«Il ‘San Rocco gettato in carcere’ è il primo lavoro pubblico del Guercino a Bologna e riveste un’importanza fondamentale nel suo corpus di opere», spiega la professoressa Ghelfi. «Risalente al 1618, fa parte di un importante ciclo dedicato alla vita del santo che riveste le pareti dell’Oratorio di San Rocco, la cui realizzazione venne affidata a una squadra di allievi di Ludovico Carracci».
Per la sua ubicazione in un edificio di antica costruzione e poco utilizzato, l’affresco si trovava in uno stato di conservazione precario, ed era necessario quindi un deciso intervento di pulitura.
Sono partite quindi le indagini diagnostiche sull’opera, realizzate dal Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali, che hanno offerto ai restauratori le informazioni necessarie per portare a termine la protezione, il consolidamento e la pulitura della superficie pittorica.
I dati ottenuti dai rilievi diagnostici e l’intervento di pulitura permetteranno inoltre di realizzare uno studio storico-artistico approfondito, che consentirà di mettere in relazione l’opera con le altre decorazioni murali del Guercino. Un lavoro che si inserisce nel progetto “Guercino oltre il colore“, avviato dal Laboratorio Diagnostico del Dipartimento di Beni Culturali dell’Alma Mater, in collaborazione con Lumiere Technology.
«Avviata nel 2017, l’indagine ‘Guercino oltre il colore’ ha già permesso lo studio di numerose opere dell’artista: l’obiettivo è definire la sua tecnica esecutiva e tracciarne l’evoluzione», dice ancora Barbara Ghelfi. «In questo contesto, l’indagine sul ‘San Rocco gettato in carcere’ ha permesso di raccogliere nuovi dati sulla tecnica giovanile del Guercino, restituendo così alla città un tassello fondamentale della sua storia artistica».