Prodotta da Tieffe di Milano, una nuova edizione della commedia di Anton Cechov in scena fino al 26 febbraio al Teatro Menotti Filippo Perego, con adattamento e regia a cura di Rosario Lisma
Dopo la proiezione nelle sale cinematografiche del bel film Anton Cechov di René Féret nel gennaio 2023, una nuova, moderna, forse ironica edizione del capolavoro dello scrittore: Il giardino dei ciliegi al Teatro Menotti di Milano diretta da Rosario Lisma che ne ha curato anche l’adattamento.
L’opera teatrale, scritta nell’ultimo periodo di vita dell’artista, quando già era gravemente ammalato, è probabilmente una delle più conosciute e ne sono state fatte molteplici rappresentazioni.
La primafu all’inizio del 1904, qualche anno dopo la sua stesura, al Teatro d’Arte di Mosca. Anche Giorgio Strehler nel 2017 la portò in scena al Piccolo Teatro, dopo un tour mondiale. L’opera è insieme un racconto familiare e un affresco sociale.
Punti basilari della commedia e temi ricorrenti nell’opera di Cechov sono infatti la memoria e la differenza generazionale.
Una famiglia in rovina, ancorata alla nostalgia del “tempo perduto” e che non sa stare al passo con i tempi, il nuovo proprietario di casa e terreni e un giovane precettore sognatore che vi sta in mezzo; e infine il giardino: un giardino in cui i ciliegi, imperturbabili al trascorrere del tempo e ai mutamenti, continuano a fiorire e a riaccendere ricordi e rimpianti che fanno male, sono – tutti – i protagonisti della vicenda.
Siamo a un punto di svolta: poiché la casa deve essere venduta all’asta e occorre decidere il da farsi. Ma tutto è ormai già scritto: la ricca proprietà è ceduta al nuovo padrone, che, indifferente (e questo è simbolicamente il punto di passaggio focale da un’epoca all’altra) decide di abbattere gli alberi.
La caduta dei ciliegi segna la fine del vecchio per fare spazio al nuovo.
Chiara è la contrapposizione tra le due generazioni: da una parte la protagonista Ljubov(qui interpretata da Milvia Marigliano), la madre e suo fratello, dall’altra le due giovani figlie (la prima, testimone e “tutrice” della casa in campagna, la seconda, giunta da Parigi, ansiosa di nuove vie da percorrere ) e Trofimov, lo studente che lotta per un nuovo mondo; e infine Lopachin, che da povero contadino prende il posto dei ricchi padroni e opera, così, la transizione.
La scelta del regista di ridurre il numero dei personaggi a seiè indovinata, poiché aiuta a focalizzare mente e cuore sugli aspetti fondamentali della storia. Da evidenziare l’interpretazione dal carattere rude e bucolico di Rosario Lisma nei panni del mercante Lopachin e quella di Giovanni Franzoni in quelli dell’ironico Leonid, il fratello di Ljubov.
Anche la voce fuori campo di Firs (prestata da Roberto Herlitzka), l’anziano cameriere che non c’è più, ma fa sentire la sua presenza, come angelo custode della casa, è monito, memoria, nostalgia; richiamo, infine, di ciò che è stato e ora si è perduto.
Su un impianto scenografico essenziale si muovono i personaggi: sparsi a terra alcuni grandi dadi che risalgono all’infanzia e un armadio – di legno di ciliegio – sono memento e cardine della nostalgia che ammanta tutto.
L’atmosfera della mitica grande Russia, del tempo di Cechov, qui però è purtroppo sminuita, quasi svilita, poiché il regista ha immesso, sia nel testo che negli oggetti, una contemporaneità che non le si addice e a volte stona.
Giudizio: **
Produzione TEATRO TIEFFE MILANO / TEATRO NAZIONALE di GENOVA
Il giardino dei ciliegi di Anton Cechov
Adattamento e regia di Rosario Lisma
Con Milvia Marigliano, Rosario Lisma, Giovanni Franzoni, Eleonora Giovanardi, Tano Mongelli, Dalila Reas
Scenografia: Federico Biancalani
Voce fuori campo: Roberto Herlitzka
Milano, Teatro Menotti Filippo Perego, via Ciro Menotti 11
Dall’8 al 26 febbraio 2023
www.teatromenotti.org