Tratto da “Diario di una modella” di Kiki di Montparnasse
23 novembre ore 20.30
e 24 novembre ore 19.30
Teatro Eleonora Duse – Teatro Nazionale di Genova
con Manuela Kustermann
drammaturgia, immagini e regia Consuelo Barilari
Le voci di Hemingway, Soutine, Man Ray, Fujita sono di Roberto Alighieri, Fabrizio Matteini, Noureddine e David Gallarello
Installazione “Libellus” di Marzia Migliora e Ilenia Corti (Artista Galleria Lia Rumma) Light designer Liliana Iadeluca,
video proiezioni Matteo Zingirian e Gianluca De Pasquale Costume Francesca Parodi
Scenografa Assistente Cri Eco
Produzione Schegge di Mediterraneo/ Festival dell’Eccellenza al Femminile
«Se siete stanchi dei libri scritti dalle signore scrittrici d’oggigiorno, eccovi un libro scritto da una donna che non fu mai una signora. Per circa dieci anni, come spesso capita, Kiki fu lì lì per essere una regina, ma questo naturalmente è molto diverso dall’essere una signora». Così Ernest Hemingway parla di Alice Prin – meglio conosciuta come Kiki de Montparnasse, icona delle avanguardie artistiche del ‘900, musa di una rivoluzione senza pari al fianco di Picasso, Modigliani, Cocteau, Soutine, Fujita, Man Ray, Kikì fu anche cantante, attrice, pittrice. La seducente Kiki, dal pericoloso fascino felino, con il suo atteggiamento provocatorio e spregiudicato incarnava perfettamente l’atmosfera bohémienne e anticonformista degli artisti degli Années Folles. Colei che ha dominato la sua epoca è stata un’acuta e lucida testimone di anni irripetibili dalle serate trascorse con i surrealisti alle infinite notti mondane passate negli storici locali del quartiere parigino come “La Coupole”, nel boulevard Montparnasse. Forse la sua intensa brama di vivere, che ha bruciato velocemente la sua esistenza, nascondeva il desiderio di essere compresa e amata. «Ho solo bisogno di una cipolla, un tozzo di pane e una bottiglia di vino rosso, e troverò sempre qualcuno che me li offre».
Lo spettacolo Souvenir de Kikì, che porta in scena Manuela Kustermann, a sua volta icona/modella della prima avanguardia teatrale italiana del ‘900, si riempie di ulteriore significato attraverso l’incipit scritto da Franco Cordelli appositamente per lo spettacolo, in omaggio alle rivoluzioni portate sul palcoscenico dal Teatro, dall’Arte e dalla Cultura.
«Kikì aveva un bel viso e ne aveva fatto un’opera d’arte. Aveva un corpo meraviglioso e una bella voce; fu un’icona e certamente dominò l’epoca di Montparnasse più di quanto la Regina Vittoria non abbia dominato l’epoca vittoriana».
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Teatro Nazionale di Genova