Inserito nella programmazione “Dal vivo!” iniziata il 19 maggio, il concerto di mercoledì 26 e giovedì 27 maggio ha segnato il debutto ufficiale di Silvia Colasanti come Compositrice in Residenza
Per la gioia di tutti gli appassionati di musica, dal fino al 15 luglio l’Auditorium ha riapre le sue porte con la stagione estiva che prevede nove doppi appuntamenti (i primi 7 all’Auditorium stesso e gli ultimi due al Teatro degli Arcimboldi).
Con il palco allungato oltre la metà della platea e i posti a sedere nel rispetto del distanziamento, le serate con la musica dal vivo si offrono agli spettatori in totale sicurezza.
«Aprire per non chiudere mai più»: questo l’intento, secondo le parole di Ambra Redaelli, presidente della Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi.
Autori classici (Haydn, Mozart, Beethoven) e musica contemporanea (con le due prime assolute di Silvia Colasanti e Nicola Campogrande) costituiscono la proposta per il ritorno alla grande Musica, che solo dal vivo può regalare forti emozioni.
Questo secondo bellissimo concerto, intitolato La voce di Eschilo, è tutto femminile e ha visto la presenza della compositrice Silvia Colasanti, con la sua opera dal titolo “Dove si disperde, infine spento, il canto della morte?” per soprano e orchestra, dove la voce soprano è di Valentina Varriale e la direzione affidata a Karen Kamensek, entrambe ben note e riconosciute a livello internazionale per qualità e talento.
In apertura, Mozart, con l’Ouverture da “Il flauto magico”: qui il compositore cambia le cosiddette “regole del gioco”, dando a questa parte una grande rilevanza all’interno dell’intera opera.
Il piccolo tema iniziale appare continuamente e sempre in modo diverso.
Essa rispecchia al suo interno suggestioni e stati d’animo che saranno presenti in tutta l’opera.
L’apertura lenta e solenne dell’adagio e il successivo allegro vivace segnano le vicende dei personaggi.
L’opera contemporanea composta dalla Colasanti, le è stata commissionata dall’ Orchestra di Largo Malher e, secondo le sue stesse parole, deve considerarsi «un pezzo di resurrezione, di rinascita … Ho scelto di utilizzare dei frammenti di testi di Eschilo, tratti dalle Coefore, che, decontestualizzati dalla vicenda della tragedia, ci parlano del presente, di questo tempo sospeso che ci attraversa ancora». E ancora ci racconta che l’inizio dà l’immagine di fenomeni naturali di «una terra che si rivolta all’uomo, che la musica sottolinea con suoni a tratti magmatici e cupi, altri spettrali e inquietanti, altri ancora violenti …».
Dopo un breve lamento sul destino infelice che appartiene all’uomo, appare la speranza per un futuro migliore insieme allo sgomento per il presente, fino alla grande Domanda sul senso della Vita.
Tutto il fragore, l’infuriare, la tempesta degli elementi primordiali sono presenti nella musica: rimbomba il caos ed è sgomento. Ma anche avvertiamo l’infelicità della condizione umana, il suo anelito di speranza e il dubbio finale che ci accomuna tutti sul significato e il perché della vita.
Infine, con Dvorak, l’appassionata pagina sinfonica eseguita per la prima volta a Londra nel 1885: n 7 in Re minore op 70, considerata la sua composizione più romantica, ispiratagli dalle lotte per l’indipendenza della nazione ceca.
«Dio conceda a questa musica ceca di commuovere il mondo».
E infatti così è stato.
AUDITORIUM DI MILANO, LARGO MAHLER
STAGIONE ESTIVA “DAL VIVO!”
CONCERTO n. 2 – La voce di Eschilo
Soprano: VALENTINA VARRIALE
Direttrice: KAREN KAMENSEK
ORCHESTRA SINFONICA DI MILANO GIUSEPPE VERDI
Mercoledì 26 e giovedì 27 maggio 2021
www.laverdi.org