Ezio Bosso può essere presentato come compositore, direttore d’orchestra, pianista “all’occorrenza” e divulgatore di Bellezza, ma è chiaro che qualsiasi definizione di un grande esempio di Essere Umano rimanga incompleta, di fronte all’infinitezza: è la stessa sensazione che si avverte quando si prova a parlare della musica, che non ha inizio e non ha fine
Ezio Bosso nasce a Torino nel 1971, e ha sempre tenuto a ricordare le umili origini della sua famiglia, che sono stata spinta propulsiva per spiccare un volo precoce verso la sua Missione di Vita: mettersi al servizio della Musica.
A soli quattro anni Ezio riceve la “chiamata” da parte della Musica, a sedici anni rifiuta la traiettoria decisa per lui dalla sua famiglia e dalla società fuggendo a Vienna, dove studia musica al Conservatorio, scrivendo così l’incipit della sua storia personale.
Frutto della disciplina e del rigore applicato allo studio della musica sarà il fluire dei concerti, la scrittura di colonne sonore per il cinema (nota è la collaborazione con Gabriele Salvatores), le commissioni da parte di istituzioni operistiche e nell’ambito della danza e del teatro. I riconoscimenti internazionali sono numerosi, ma in Italia Ezio Bosso diviene noto soprattutto grazie alla sua apparizione al Festival di Sanremo del 2016, dove esegue, con la passione che sempre lo ha contraddistinto, il brano Following a Bird (dall’album The 12th Room): in questa occasione commuove tutti con la sua sola intensa presenza, e attraverso le semplici parole con le quali racconta il suo e il nostro viaggio nella musica.
Di recente la Rai aveva ospitato un progetto al quale teneva moltissimo: con Che storia è la musica? Ezio Bosso raggiunge il grande pubblico televisivo e lo abbraccia, in musica, condividendo tutto ciò che per lui è abbraccio, cibo, bellezza, vita: il suo amore per Ludwig van Beethoven, per Johann Sebastian Bach, e per i padri della musica che lui chiama libera, la fratellanza con musicisti della sua Europe Philarmonic Orchestra, la poesia della vita e del vivere insieme.
La scia di Luce dell’Anima di Ezio Bosso è penetrata nell’anima di moltissime persone, con un’intensità pari a quella da lui emanata, grazie alla musica – dono collettivo come ha amato ripetere – ma non solo: Ezio Bosso ha comunicato amore e bellezza attraverso la poesia incarnata in ogni parola soffiata, in ogni gesto danzato con una grazia rara, che solo i bambini molto piccoli, gli animali e gli elementi della Natura trasmettono.
Il candore del suo limpido sorriso resta impresso come un raggio di luce che scalda, e lenisce ogni ombra.
Ezio Bosso ispira muovendo il cuore, e lo fa con quella semplicità che nasce dall’espressione dell’intima essenza di un Essere Umano in percorso: è Ispirazione chi, come lui ha continuato a fare, ri-corda (nel senso profondo di riportare al cuore) l’importanza di riconoscere e la bellezza della fragilità che è insita in ognuno di noi. Ezio Bosso ci ispira mentre guida all’ascolto indossato dal sorriso che la musica – sua ancora di ben-essere e faro fra le ombre di una vita fatta di difficoltà non indifferenti – gli ha sempre donato, come ringraziamento per la sua devozione.
Ciò che Ezio Bosso ha condiviso – fra le innumerevoli perle di Bellezza, Coscienza, Grazia – è la Visione di una società ideale che solo a chi è ammalato di cinismo può apparire utopistica: il mondo da lui dipinto è la condizione naturale dell’umanità, che da un numero innumerevole di secoli vive tempi strani, “contronatura”, laddove invece potremmo coltivare i semi della condivisione, del rispetto reciproco e dell’empatia, che fanno nascere la Bellezza di cui abbiamo tanto bisogno.
Ezio Bosso è fra i più appassionati portavoce del ruolo dell’arte come nutrimento spirituale, che non può e non deve mancare accanto al pane: quando un alimento, a qualsiasi livello, viene a mancare, l’organismo si ammala, viene privato del soffio vitale, si spegne.
Ezio, che con il suo candido sorriso ci invita a chiamarci fratelli, ci ha insegnato questo, e tanto altro, che non trova spazio sufficiente in un unico, magro articolo.
Guai a dimenticarci – anche per un solo istante di questa esistenza, che lui ha tanto amato, vissuto, condiviso – che la vita, come la musica, si può fare solo insieme.
Grazie Ezio, Anima grande e bella. Che (papà) Beethoven ci abbracci tutti insieme, attenuando la sensazione di questa illusoria distanza.