Punto e Linea Magazine incontra a Milano l’artista sudcoreano, astro emergente della musica operistica internazionale
Originario di Seoul, ma formatosi in Italia, diplomatosi col massimo dei voti e lode presso il Conservatorio G. Verdi di Milano dopo aver conseguito il biennio per direzione d’orchestra, Deun Lee è una delle giovani promesse del mondo musicale lirico milanese e internazionale. A trent’anni può già vantare il conseguimento di prestigiosi premi in tutto il globo e una significativa esperienza come direttore d’orchestra, sia per aver partecipato a masterclass con maestri di fama internazionale quali Maurizio Barbacini, Donato Renzetti, Maurizio Arena, Jorma Panula e Daniele Agiman, dirigendo tutti i concerti finali per i migliori allievi scelti del corso, sia in qualità di direttore principale nell’esecuzione delle opere Elisir d’amore, La Bohème, Un ballo in maschera, Gianni Schicchi, Cavalleria Rusticana, Turandot e La cambiale di matrimonio (quest’ultimo in occasione del Festival Rossini 150), tutte esibizioni andate in scena su importanti palchi dell’intero globo, dal Lincoln Center di New York al Teatro Carcano di Milano, passando per il Danube Palace di Budapest e il Varna State Opera in Bulgaria.
Recentemente ha collaborato come assistente direttore per la produzione di Sogno di una notte di mezza estate di Mendelssohn-Bertholdy nella stagione di “Sound, Music!” 2019 della Filarmonica della Scala in collaborazione con il Conservatorio G.Verdi di Milano, con il M.o Alessandro Ferrari. Attualmente è presente come direttore ospite all’Arad Philharmonic Orchestra in Romania per Carmina Burana e al Morellino Classica Festival 2019, che chiuderà la stagione il 29 dicembre presso il Teatro Castagnoli di Scansano con l’opera La Bohème di Puccini eseguita dall’orchestra “Spazio D” dell’Associazione Musicisti Coreani in Italia.
Un artista emergente, organizzatore di masterclass per i giovani cantanti e maestri collaboratori a Milano, che ha raccontato in un’intervista concessa a Punto e Linea Magazine alcuni aspetti salienti della sua esperienza, in relazione alle aspettative future e il percorso artistico del divenire.
Buongiorno, M.° Deun Lee, e grazie per averci concesso questa intervista. A soli 30 anni di età ha già conseguito una carriera costellata di premi e di successi, come il primo premio nell’VIII Concorso Internazionale per Direttore d’Opera “Luigi Mancinelli”, oltre al Premio Speciale di Mitteleuropa Orchestra e del Teatro Carlo Felice di Genova, piuttosto che il primo premio e premio speciale dell’orchestra al II BMI International Conducting Competition di Bucarest, e questo solo per fare alcuni esempi. Qual è però l’episodio che ritiene più significativo nel suo percorso formativo ed esperienziale?
Innanzitutto grazie a voi di Punto e Linea Magazine per lo spazio che mi avete dedicato sulla vostra testata.
Prima di diventare direttore d’orchestra e d’opera ero cantante lirico e pianista. Non vi sono episodi del mio percorso artistico che non rivestano una significativa importanza, tuttavia una tappa che considero virale per la mia carriera è stato vincere il primo premio al concorso internazionale per direttore d’opera “Luigi Mancinelli’.
Anche se sono cresciuto a Milano mi sono sempre sentito uno straniero, e il fatto di vincere questo concorso con un capolavoro verdiano come Un ballo in maschera mi ha fatto sentire inserito a pieno titolo tra i direttori d’opera italiani, dandomi l’opportunità di dirigere numerose altre produzioni. Se non avessi però già conseguito un diploma di canto e pianoforte l’ottenimento di questo status artistico sarebbe stato quantomeno proibitivo. Un direttore d’orchestra che vuole diventare direttore d’opera si trova di fronte a un percorso molto difficile e competitivo, dove un’adeguata formazione può generare quella giusta preparazione per riuscire ad affermarsi. In ogni caso non ci si può mai dire pienamente realizzati, fino alla fine della sua carriera un direttore d’opera ha sempre da imparare traendo frutto dalla propria esperienza.
In questi mesi è stato presente come direttore ospite al Morellino Classica Festival di Scansano, che chiuderà lei con l’esecuzione de La Bohème alla fine di dicembre. Come valuta questa nuova avventura artistica?
La collaborazione in seno al Morellino Classica Festival è un’occasione unica nel suo genere. È la prima volta che l’Associazione Musicisti Coreani in Italia (AMC) contribuisce alla realizzazione di questo evento. Ringrazio tantissimo il Presidente del Festival Antonio Bonfilio e il Direttore Artistico Pietro Bonfilio per avere creato questa preziosa opportunità. Morellino Classica offre attraverso il Festival una grande varietà di musica e arte di livello internazionale. Tra i suoi obiettivi c’è anche lo scopo di diffondere il valore della musica classica non solo grazie agli artisti italiani, ma anche con il contributo di talenti stranieri. Personalmente da Direttore Artistico dell’associazione sono molto contento di far conoscere giovani stelle della lirica, coreane e non solo. Avere la possibilità di dirigere La Bohème in uno dei Festival più noti e famosi in Italia è un grande onore. Vorrei ringraziare per questo anche l’Ambasciatore della Repubblica di Corea in Italia Hee-seog Kwon, il Direttore Choong Suk Oh dell’Istituto Culturale Coreano e naturalmente la città di Scansano.
Spero sia l’inizio di un proficuo e durevole rapporto che porti alla realizzazione di importanti progetti futuri.
Mi può parlare della sua attività direttoriale e di coaching nei confronti di giovani talenti artistici?
In passato sono stato allievo di importanti docenti e sto ancora imparando da altrettanti grandi insegnanti e direttori. Ho avuto la fortuna di studiare con prestigiosi Maestri quale Vittorio Parisi presso il Conservatorio di Milano, per non parlare di Barbacini, Arena, Agiman, e altri. Personalmente cerco di trasmettere quello che mi hanno insegnato loro. Mi piace organizzare masterclass e impartire lezioni sugli spartiti a giovani direttori, maestri collaboratori e cantanti italiani e stranieri. La cosa più importante che voglio trasmettere a tutti loro è che il nostro mestiere è tutt’altro che facile e occorre sempre impegno e sacrificio per ottenere validi risultati.
I Direttori d’Opera come i maestri collaboratori devono essere poliglotti e sapere soprattutto le lingue italiana, tedesca, francese e in molti casi anche quella russa. Se non conosce la lingua utilizzata dall’autore, come può un direttore capire veramente il significato dell’opera? E poi è opportuno che comprenda appieno le difficoltà incontrate dai cantanti lirici nel perfezionare respiri, fraseggio, fiato.
Ai giovani cantanti lirici insegno invece a collaborare con i direttori d’orchestra. Non basta infatti il talento, occorre anche studiare un ruolo dell’opera seguendo il direttore, imparare come cantare sul palcoscenico muovendosi secondo le indicazioni registiche, confrontarsi con il direttore in un recital solistico al fine di soddisfare le sue esigenze durante una performance.
Ai maestri collaboratori chiedo di non suonare il pianoforte come un pianista solista ma sapere seguire le indicazione direttoriali o i cantanti. Devono sapere anche la partitura orchestrale di un’opera invece di ripassare solo lo spartito relativo il canto e il pianoforte. Il ruolo di un maestro collaboratore, che definiamo anche come “Coach”, è sapere come gestire le prove in assenza del direttore.
Ho diretto diverse produzioni, sia operistiche sia sinfoniche, con orchestre formate da professionisti, musicisti e cantanti. Posso quindi affermare l’importanza di una guida per i giovani talenti e spero che anche gli altri direttori d’orchestra la pensino come me.
Che progetti ha per l’immediato futuro e, soprattutto, quali aspettative ripone nel suo scrigno dei sogni?
Il prossimo progetto immediato sarà a fine ottobre con l’Arad Philharmonic Orchestra in Romania, dove sarò presente come direttore d’ospite per dirigere i Carmina Burana di Carl Orff, capolavoro che ho sempre desiderato di poter affrontare. Successivamente a dicembre, come già accennato, dirigerò La Bohème in seno a Morellino Classica Festival. Nel gennaio 2020 parteciperò come direttore ospite a un concorso finale per cantanti con un’altra associazione formidabile, VoceAllOpera di Gianmaria Aliverta, regista di fama mondiale e direttore artistico dell’associazione. Collaborerò come referente per gli assistenti direttori e parteciperò anche alla loro prossima stagione. Nell’agosto 2020 dovrei intraprendere una nuova esperienza artistica in Sudamerica e a settembre tornerò a Varna, Bulgaria per lavorare di nuovo con Varna State Opera.
La realizzazione di questi progetti sono solo l’inizio di un percorso volto a concretizzare un mio obiettivo futuro. Se diversi miei colleghi coltivano l’ambizione di poter dirigere in grandi teatri come la Scala o il Metropolitan, il mio grande desiderio è diventare direttore artistico nei teatri in difficoltà, organizzando valide stagioni che li possano salvare dalla bancarotta. Sono purtroppo molti i teatri italiani che rischiano la chiusura, occorre un forte impegno di tutti affinché questi enti culturali possano continuare a dare una presenza artistica sul territorio.
Il suo è un intento lodevole che spero vivamente si possa concretizzare. La ringraziamo ancora per averci illustrato alcuni aspetti del complesso mondo operistico e le porgiamo i più vivi complimenti per il suo impegno presente e futuro.
INFO:
Morellino Classica Festival
Voce AllOpera
SIA & Company