Andrea Camilleri, uomo di cultura ed essere umano impegnato nel mondo: così è ricordato, nei cuori delle molte persone che nel corso della sua esistenza hanno nutrito stima nei suoi confronti. Scrittore, drammaturgo, sceneggiatore, regista; la sua attività ha ruotato sempre e comunque intorno alla parola: scritta, detta, agita
Oltre cento romanzi dati alla stampa, dei quali trenta dedicati al personaggio del commissario Montalbano (che adottò il nome dallo scrittore Manuel Vàzquez Montalbàn, al quale Camilleri era legato da una bella amicizia), che lo rese noto al grande pubblico, grazie anche alla popolare serie televisiva che prese vita dalle pagine scritte.
Andrea Camilleri, dopo un esordio come regista teatrale – e docente di regia all’Accademia Silvio D’Amico di Roma – intensificò sempre più il rapporto con la scrittura, un amore mai celato, ma anzi celebrato fino alla fine dei suoi giorni terreni.
Camilleri fu anche inventore, ancora una volta nell’ambito della parola: creò una lingua nuova, impasto di italiano e dialetto siciliano, che divenne il “vigatese”, fantasioso dialetto della Vigata dove sono ambientate le storie del commissario Montalbano.
Andrea Camilleri ha fatto della parola anche uno strumento di partecipazione, attraverso il quale prendere posizione rispetto agli accadimenti del mondo, e soprattutto dell’Italia: non dovrebbe essere poi questo, uno dei compiti della scrittura, e della cultura in generale? Farsi strumento di una visione del vivere che vada oltre la superficie, tuffandosi nelle profondità più oscure per estrarne l’essenza.
Di questo, indubbiamente, Andrea Camilleri è stato un esempio che sarà sempre ricordato.