Al Teatro Libero di Milano, per la regia di Vittorio Borsari, il testo di Emanuele Aldovrandi sull’integrazione degli immigrati di seconda generazione
Quella di Emanuele Aldovrandi non è in effetti una drammaturgia con un plot narrativo. Posto l’argomento, in modo ironico, comico, trasgressivo e politicamente scorretto, lo spettatore si trova di fronte a una serie di episodi che affrontano l’aspetto “migranti” da diversi punti di vista. Un canale di osservazione però prevale, ovvero quello mediatico, quell’effetto magico che social, tv, network e stampa tradizionale riescono a trasmettere sull’argomento. In pratica, una sorta di cannibalismo di massa che soprattutto oggi, con le nuove forme di comunicazione, riesce a fagocitare tutto e tutti, politici pro e contro come i foreign fighter, percorrendo un tappeto di falsità circostanziali e minacce autentiche che preludono al dramma del presente, la possibilità di definire una propria atavica identità.
Come anticipa lo stesso autore, non esiste un fenomeno terroristico islamico senza una lettura cosciente dell’imperialismo occidentale europeo, e lo stesso colonialismo necessita per essere spiegato di un’analisi su ciò che è Europa, il sentirsi legati al vecchio continente ed essere realmente europei. Il teatro ancora una volta sembra avere non la verità, ma quantomeno le chiavi per riflettere sull’argomento, a partire dallo stesso Pirandello e il confronto tra ciò che è reale e ciò che vorremmo fosse, o quantomeno vogliamo far credere per convenienza dialettica.
Paolo Bufalino, Marzia Gallo, Massimo Scola e Petra Valentini, diretti da Vittorio Borsari, riescono a suscitare l’interrogativo su questa questione di cocente attualità, quasi a sbalordire un pseudo intimità sociale che crede con qualche slogan preconfezionato di esaurire qualsiasi dramma umano. Uno spettacolo “work-in-progress” diviso in “sketch” divertenti, dove la tragedia può essere accompagnata da una risata e il pianto disperso da un’esplosione che è anche scossa esistenziale e di trasformazione mediatica.
Giudizio: **1/2
Produzione CHRONOS3
Assocerò sempre la tua faccia alle cose che esplodono di Emanuele Aldrovandi
Con Paolo Bufalino, Marzia Gallo, Massimo Scola, Petra Valentini
Regia di Vittorio Borsari
prima nazionale
Milano, Teatro Libero, via Savona 10
Dal 28 febbraio al 10 marzo 2019
www.teatrolibero.it