Foto di scena: Madame Bovary, Annig Raimondi, a PACTA SALONE dal 24 gennaio al 3 febbraio 2019
Foto di scena: Madame Bovary, Annig Raimondi © Filippo Rossi

Riflessioni sullo spettacolo tratto dal celebre romanzo di Gustave Flaubert portato in scena nel mese di gennaio al Pacta Salone di Milano

Il bovarismo descrive un comportamento suggerito da una diversa aspettativa sociale rispetto alla propria, un’inclinazione istintuale della psiche che tende a superare la realtà del presente al punto da creare un’alterazione di coscienza e un’identità fittizia corrispondente a quella dei propri sogni. Un atteggiamento che diviene topico in Emma Bovary, identificativo ottocentesco di una miseria intellettuale della piccola borghesia di provincia che lascia spazio alla fantasia, così come contraddistingue la volontà di fuga dal reale presente nell’esperienza simbolista fin de siècle che in qualche modo Gustave Flaubert anticipa con il suo romanzo.

La Madame Bovary interpretata da Annig Raimondi al Pacta Salone sembra volersi liberare dalla spirale psicologica e relazionale in cui è stata finora imprigionata. Gli uomini della sua vita, magistralmente impersonati da Antonio Rosti, dallo sciocco marito Charles al ricco amante Rodolphe Boulanger, sono come meteore che contribuiscono a creare l’identità di un personaggio simbolo. Ma c’è un’altra presenza in teatro, alla quale Emma Bovary si rivolge, quasi per rivendicare una sua condizione, un invisibile ospite che tuttavia è essenziale per la sua esistenza, o meglio la sua stessa figura, Monsieur Gustave Flaubert.

Ciò che Annig Raimondi espone è in fondo l’indesiderabilità di una relazione col mondo che offusca l’anima, le macerie di una coscienza che l’illusione e l’incastellamento sociale provocano, come gli oggetti che hanno accompagnato le tappe della propria desolazione, testimoni muti che si mischiano alle foglie caduche d’autunno, spettri di una morte interiore che anticipa il suicidio stesso. Sono a loro volta i simboli di una emozione predeterminata che proietta Madame Bovary fuori dal suo contesto temporale, e che sembra richiamare quel “correlativo oggettivo” (objective correlative) reso famoso da Eliot e caro a Montale. Ricordi legati a sentimenti che i due secoli successivi, il nostro dopo il Novecento, hanno saputo mediaticamente ricreare. Uno spettacolo che crea una riflessione sul presente, al di là di ogni stilema o cornice stilistica in cui il personaggio Emma Bovary e il suo autore sono stati relegati.

Giudizio: ***

Produzione PACTA . dei Teatri

Madame Bovary di Gustave Flaubert
Scrittura scenica e regia Annig Raimondi
Con Annig Raimondi e Antonio Rosti

prima assoluta

Spazio scenico e disegno luci: Fulvio Michelazzi
Elementi scenici: Progetto Ri-costruzione ASST Lodi
Musiche originali: Les violons d’Emma Maurizio Pisati
Installazione musicale: Loris Mattia Siboni
Costumi Nir Lagziel
Assistenti alla regia: Marianna Cossu e Maria Grosso

Si ringraziano per la collaborazione Riccardo Magherini e tutto lo staff di PACTA

Milano, PACTA SALONE, via Ulisse Dini 7
Dal 24 gennaio al 3 febbraio 2019
www.pacta.org