La Piccola Compagnia della Magnolia ha portato in scena al Teatro i di Milano il nuovo lavoro di Massimo Sgorbani sulla preesistenza della dialettica umana nell’interfaccia tra Caos e Mito
La frammentazione nella permanenza del mito è data dal diaframma tra una superrazionalità divina e la conduzione terrena generata da una matrice. La maternità umana è un difetto del fluxus performativo divino, una musicalità ultraterrena che inceppa nella difformità della parola in quanto strumento comunicativo blasfemo, configurando, dopo la fecondazione, la vendetta, seconda azione divina sulla Terra. L’uomo è l’utente imperfetto di questo codex, la maternità lo strumento della sua genesi.
Mater Dei della Piccola Compagnia della Magnolia compie un primo studio sulla relazione tra l’incipit divino e l’identità umana. Giorgia Cerruti, interprete e regista, e Davide Giglio sono la madre e l’ultimo di tredici figli partoriti dall’unione di lei con un dio, che l’ha posseduta con la violenza sotto sembianze animalesche. Un dio attratto dalle sembianze della donna e che forse proprio per questo compie una debolezza, una distrazione durante la fecondazione, foriera della genesi di una creatura umana dopo la nascita di dodici dèi. I principî fondanti dell’umanità risiederebbero nell’errore di un’entità mitologica che ha generato un essere imperfetto, un difetto rispetto a una perfezione che non è connaturata a un’esistenza antropologica. Qualcuno si è accorto della difformità, dell’esistenza di questo figlio, e vuole porre rimedio, eliminandolo, come quando il Logos è improprio.
Il testo di Massimo Sgorbani scorre fluido, senza mezzi termini, con riferimenti carnali e ferini anche incestuosi. Un fluxus emotivo nel cerchio di un’area, la casa, circondata dall’acqua e su cui si erge il trono della Mater Dei. Acqua primordiale, come la placenta, fucina di una metamorfosi larvale, maschera terrena dove si alimenta il nocciolo semantico di ciò che Nietzsche avrebbe definito “troppo umano”. Un’interpretazione a episodi scandita con ironia, che vuole portare a una ricucitura con la nostra origine, la madre terra che ci ha partorito, lungo un filo di Arianna che si svolge nel labirinto della contraddizione. Quella di un’umanità che troppo spesso, per correggere una congenita imperfezione, dimentica se stessa e si crede un dio.
Giudizio: ***
Una creazione di PICCOLA COMPAGNIA DELLA MAGNOLIA
con il sostegno di Armunia e di Residenza IDRA e Teatro Akropolis
nell’ambito di CURA # Residenze Interregionali 2018
in collaborazione con Festival delle Colline Torinesi / Creazione Contemporanea
Mater Dei – Primo studio
Testo inedito di Massimo Sgorbani
Con Giorgia Cerruti e Davide Giglio
Regia, spazio e costumi di Giorgia Cerruti
Assistente alla creazione: Fabrycja Gariglio
Musiche originali e sound design: Guglielmo S. Diana style e visual concept Lucio Diana Realizzazione scenografia: Domenico De Maio
Maschera: Michele Guaschino
Sarta di scena: Andrea Portioli
Milano, Teatro i, via Gaudenzio Ferrari 11
Dal 16 al 21 gennaio 2019
www.teatroi.org