Il pluristrumentista, chitarrista, cantante, compositore e produttore parla del suo lavoro presente e passato e anticipa i prossimi progetti
Personaggio eclettico, Cypress Grove canta, suona chitarra e basso, tastiere e percussioni.
Iniziamo da una qualche dato biografico per fare un “ripasso” della sua carriera i cui primi passi datano il 1979.
Cypress Grove è nato a Londra (U.K.) in una famiglia di musicisti. Suo padre – un batterista jazz professionista – lo introdusse alle percussioni sin dalla giovane età, ma arrivato ai sedici anni la sua passione divenne la chitarra.
Man mano si interessò al blues acustico pre-bellico. Questo lo portò all’incontro nel 1988 con Jeffrey Lee Pierce dei The Gun Club che stava svolgendo anch’egli una ricerca in quella direzione. La collaborazione portò all’album “Ramblin’ Jeffrey Lee and Cypress Grove with Willie Love” del 1992.
Cypress e Jeffrey andarono in tour sia con una band che in duo.
Nell’ottobre 1994, furono filmati da Henri-Jean Debon per “Hard Times Killin’ Floor Blues”, pubblicato nel 2008.
Sciaguratamente, nell’ottobre del 1996, Jeffrey Lee Pierce morì di un’emorragia cerebrale.
Dieci anni più tardi, nel 2006, Cypress scoprì un nastro di loro prove con brani di Jeffrey. Era un lavoro ancora in fieri, e – poiché la qualità fu definita troppo bassa per essere pubblicata – Cypress invitò diversi musicisti a registrare in modo adeguato i pezzi e a terminarli.
Questa serie fu conosciuta con il nome “The Jeffrey Lee Pierce Session Project” uno sforzo che ha creato tre album: “We Are Only Riders” (2009); “The Journey Is Long” (2012); “Axels & Sockets” (2014).
Grove ha registrato con musicisti quali Nick Cave, Debbie Harry, Chris Stein, Mark Lanegan, Iggy Pop, Isobel Campbell, Thurstone Moore, Warren Ellis, The Raveonettes, Crippled Black Phoenix, Mick Harvey, David Eugene Edward, Hugo Race, Bertrand Cantat, Barry Adamson, Lydia Lunch, Jim Sclaunos, Mark Steward and James Johnson.
Nel 2010 Cypress Grove e Lidya Lunch hanno registrato “A Fistuful of Desert Blues”. Nel 2017 si sono riuniti ancora per pubblicare un album di cover intitolato “Under The Covers”.
Ovviamente sto citando solo alcune delle realizzazioni di Cypress.
Ho avuto l’opportunità di vederlo dal vivo a Milano, nel novembre 2017, in una delle date di “Under The Covers”. Avevo fatto qualche fotografia da sotto al palco – mi piace partecipare in “prima linea”, quando posso! – avevo preso contatti e poi scritto un articolo su quel concerto.
Ed eccomi qui – in uno scambio di mail a più riprese – ad intervistare Cypress, desiderosa di conoscere di più della sua storia e della sua musica.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Ciao Cypress, grazie per avere accettato questa intervista. Sei coinvolto in vari progetti artistici e musicali. Cominciamo dalla tua collaborazione con Lydia Lunch. Vi ho visto durante una delle date di “Under The Covers”. State lavorando a una nuova pubblicazione?
Cypress Grove: Sì stiamo lavorando a nuove cose. Non ci sono chiare indicazioni e nemmeno le direzioni che prenderanno, ma mi piace molto il modo in cui il tutto si sta evolvendo.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Sono affascinata dal modo in cui i musicisti possono lavorare – usando le Tecnologie Informatiche – per sviluppare un risultato artistico, sebbene talvolta vivano lontani. Se non sbaglio Lydia vive negli U.S.A. e tu in U.K. Come funziona il vostro processo creativo?
Cypress Grove: Sì per gran parte del lavoro sul primo album assieme (“A Fistful Of Desert Blues”) abbiamo dovuto lavorare da luoghi diversi. Lei mi cantava le sue idee via telefono o me ne inviava una registrazione. Ma il più delle volte io proponevo la musica e gliela inviavo e lei aggiungeva la voce. Ma da allora, adesso lavoriamo in modo diverso. Quando Lydia viene a Londra, sta da me così possiamo registrare assieme nella stessa stanza e lavorare faccia a faccia.
Molto di “The Jeffrey Lee Pierce Session Project” è stato registrato attraverso i continenti e sarebbe stato impossibile farlo senza la tecnologia digitale. Fortunatamente Nick Cave vive abbastanza vicino a Londra così ho potuto andare fisicamente in studio con lui. Ha sicuramente i suoi vantaggi. L’unica altra volta in cui sono riuscito ad avere tutti i musicisti coinvolti in un brano assieme, nella stessa stanza, nello stesso momento, fu quando capitò che Mark Lanegan, Warren Ellis, Bertand Cantat e Pascal Humbert fossero a Parigi nello stesso periodo. Lì tutto funzionò molto bene!
Per il pezzo con Iggy Pop, riuscii a avere Jim Sclavunos (il batterista dei Bad Seeds) e Thurston Moore nello stesso studio a Londra. Le altre parti furono registrate in Florida, a Melbourne, Brighton, Berlino, Nashville, Los Angeles e Bristol!
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Dimmi qualcosa su The Jeffrey Lee Pierce Session Project. Tre album sono già stati realizzati e so che stai lavorando al quarto capitolo…
Cypress Grove: Tutto cominciò quando trovai una vecchia cassetta di Jeffrey e me intenti a provare brani dell’album “Ramblin’ Jeffrey Lee”. Jeffrey era solito iniziare un pezzo e poi abbandonarlo e muoversi su qualcosa d’altro. Avevo dimenticato molti dei brani ma mi resi conto che erano molto validi, così pensai che sarebbe stata una buona idea coinvolgere amici e ammiratori di Jeffrey a ricostruirli a partire da quei nastri di cattiva qualità audio.
Originariamente doveva essere solo un album, ma poiché la voce si sparse amici e familiari portarono nuovo materiale di Jeffrey che non era mai stato pubblicato, così il progetto iniziò a crescere.
Il quarto e ultimo album è ora vicino alla conclusione. Questo ha necessitato molto tempo perché devo lavorare coi contributi registrati di tutti, quando i musicisti non sono in tour. Ma questa è la natura del progetto e devo aspettare quando le persone sono disponibili.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Hai mai lavorato a una colonna sonora?
Cypress Grove: Sto lavorando alla mia prima, infatti. È un film italiano intitolato “Lucania”, diretto da Gigi Roccati in collaborazione con Rai Cinema. È un dramma nello stile del realismo magico ambientato nelle zone vicino a Matera. È molto stimolante lavorare con l’immagine precisa e tangibile sullo schermo piuttosto che a immagine nebulosa nella mia testa. Non vedo l’ora di fare altri lavori con Gigi in futuro.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Pensi di realizzare un album solista?
Cypress Grove: Sì, sicuramente è il mio piano. Ci sono dei brani in via di evoluzione. Devo trovare solo il tempo di finirli!
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: So che è difficile da spiegare e sintetizzare, Cypress. Quale pensi sia l’eredità che Jeffrey Lee Pierce ha lasciato alla Musica?
Cypress Grove: Come Henry Rollins disse, Jeffrey creò un “sound”. Ma, più di questo, creò un ambiente in cui quel tipo di approccio musicale potesse fiorire ed essere sviluppato in band come i The Pixies, Nirvana e The White Stripes. Quando The Gun Club iniziarono i riferimenti musicali di molte persone andavano indietro nel tempo a The Stooges, New York Dolls, MC5, eccetera. I riferimenti musicali di Jeffrey datavano i primi del 1900. L’idea di fare una versione punk di un brano blues del 1936 non era venuto in mente a molti…! Questo è sicuramente “pensiero laterale”. Ebbe un grosso impatto in un breve spazio di tempo.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Puoi descrivere Jeffrey Lee per farci conoscere la sua personalità?
Cypress Grove: Jeffrey era un visionario, e i visionari sono spesso persone complicate. Era un uomo degli estremi, degli opposti. Poteva parlare per tre ore senza fermarsi o non parlare per niente. Poteva amare o odiare, ridere o piangere. Raramente c’era una via di mezzo. Quando faceva musica era di solito meticoloso e ossessivo – particolarmente a riguardo dei brani di antico blues – poteva studiare un brano relativamente semplice per settimane per averlo esattamente come lo voleva.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Come era creare brani con Jeffrey Lee sia in studio che sul palco?
Cypress Grove: Era sempre una esperienza intensa, imprevedibile, e qualche volta frustrante. Quando scrivevamo brani assieme, magari saltava su con un’idea, e quindi dedicava qualche giorno a scrivere parti di quella, e poi poteva decidere che non gli piaceva più il pezzo e così passava a uno nuovo. Non credo che ne abbiamo mai veramente finito uno.
Alla fine della registrazione dell’album “Ramblin’ Jeffrey Lee”,aveva alcune idee per dei pezzi che voleva registrare. Sfortunatamente il nastro si danneggiò a metà della registrazione dell’ultimo brano. Quella canzone alla fine divenne “Lucky Jim”. Ma fortunatamente eravamo stati in grado di registrare due versi e un ritornello. Molti anni dopo – ancora grazie alla tecnologia digitale – fui in grado di tirare fuori un brano intero e Debbie Harry aggiunse la voce.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Tu hai fatto tour da tutte le parti del mondo nella tua carriera: qual è il posto più divertente in cui ti sei esibito? Qual è il paese che più ti ha colpito e perché? E ancora, dove ti piacerebbe suonare dal vivo, e dove non sei mai stato?
Cypress Grove: Suonammo in un posto a Berlino Est una volta, penso che fosse una vecchia stazione di polizia o qualcosa di simile, che era stata convertita in un club punk/fetish. I camerini erano un tempo le celle della prigione, senza finestre e con le porte d’acciaio. Erano stati pitturati completamente di nero con murali sui temi della morte sui muri. Avremmo dovuto dormire lì. Decidemmo alla fine di andare in hotel!
Il paese che mi piace di più è l’Italia. Ho una moglie italiana e quindi anche tante conoscenze italiane. Capisco la cultura e i gesti. E in più conosco anche un po’ di parolacce!
Non ho mai suonato in Australia. Mi piacerebbe farlo un giorno. Molti dei musicisti che ammiro sono australiani o hanno dei nessi con loro.
Lucy Lo Russo – Punto e Linea Magazine: Qual è l’origine del tuo nome d’arte e perché lo hai scelto ?
Cypress Grove: Per l’album “Ramblin’ Jeffrey Lee”, Jeffrey voleva fare in modo che il tutto risultasse autentico. Significava che dovevamo scegliere dei nomi che “suonassero” blues. Jeffrey disse che Muddy Waters prese il suo dalla canzone “Muddy Waters Blues” di Bumble Bee Slim (‘I’d rather drink muddy water, and sleep in a hollow log’).
Così disse che io sarei stato Cypress Grove dal brano “Cypress Grove Blues” di Skip James (‘I’d rather be buried in some cypress grove’). Penso che la circolarità del concetto lo intrigava, e anche a me.
Ringrazio Cypress per la generosità con cui ha condiviso con noi i suoi ricordi e per il tempo che ha dedicato a spiegare le tante sfumature del suo lavoro.
Sono veramente felice di tutto quello che ho potuto sapere da Cypress Grove, durante il nostro lungo scambio di mail. Penso che abbia svelato molto della sua carriera e della maniera in cui fa musica.
Decido di tornare sul web per vedere nuovamente un video di Cypress che conoscevo. È il video del brano “I won’t let you down” pubblicato nell’Aprile 2018, diretto da Eduardo Leiva e con la partecipazione di Suzie Stapleton.
Mi piace il timbro caldo e profondo della voce di Cypress, il ritmo ipotico del brano nel suo insieme, il riff di chitarra. Sì, non vedo l’ora di sentire di più di Cypress Grove.
PER SAPERNE DI PIÙ