Foto di scena: Solaris, Debora Zuin e Antonio Rosti © CTB Centro Teatrale Bresciano
Foto di scena: Solaris, Debora Zuin e Antonio Rosti © CTB Centro Teatrale Bresciano

Il capolavoro letterario che ispirò i film di Andrej Tarkovskij e Steven Soderbergh nell’adattamento teatrale di Fabrizio Sinisi e la regia di Paolo Bignamini

Il pragmatismo scientifico dello psicologo Kris Kelvin (Giovanni Franzoni) è messo a dura prova, nella stazione orbitale terrestre sopra l’oceano del pianeta Solaris, per due ragioni: il comportamento angosciato e stravolto dell’ospite Sartorius (Antonio Rosti), che pare nascondere indicibili misteri legati alla recente scomparsa per suicidio del collega Gibarian, e l’apparizione del fantasma di sua moglie Harey (Debora Zuin), morta diversi anni prima. Situazione che pone il protagonista di fronte a un’interlocuzione epistemologica sulla natura dell’esistenza e l’identità, creando diaframmi e scompensi tra il rigore di una missione e il sentimento evocato dalla visione della coniuge scomparsa.

Un tormento che dà luogo a una serie di interrogativi, primo fra tutti sulla natura fenomenologica delle apparizioni, ovvero se frutto di un desiderio celato nella memoria piuttosto che palingenesi perpetue di reale consistenza, un dubbio accentuato dal fatto che Harey, eliminata dopo la sua prima comparsa da Kris e spedita nello spazio, si era poi ripresentata nella stanza come se nulla fosse accaduto. L’altro interrogativo, sotto il profilo della ricerca scientifica forse più importante, riguarda il rapporto con Solaris, l’enorme oceano pensante che pare captare la natura umana e ricrearla tra i suoi flutti alchemici generando, come si scoprirà più tardi dopo un bombardamento con i raggi x da parte di Sartorius, esseri artificiali frutto della memoria e costituiti unicamente da neutrini.

La ricostruzione teatrale, andata in scena al Teatro i di Milano lo scorso giugno, corre tra la visione metafisica di Tarkovskij e quella più carnale di Soderbergh nel solco segnato dell’autore polacco Stanislaw Lem. Un adattamento scritto dal giovane Fabrizio Sinisi e ben strutturato da Paolo Bignamini con tre eccellenti interpreti, che ripercorre le tappe salienti di questo thriller filosofico e fantascientifico e i suoi temi salienti, come l’incomunicabilità tra esseri differenti e il limite della ragione umana. Chiaroscuri della psiche ben sottolineati anche dal disegno luci di Fabrizio Visconti, dove l’impatto emotivo del sentimento e la scientificità dell’esplorazione spaziale divergono nell’uomo, per collimare di converso nei flutti del pianeta alieno dall’inesplorata e inquietante natura. 

Giudizio: ***

 

Produzione CTB Centro Teatrale Bresciano
in collaborazione con ScenAperta Altomilanese Teatri

Solaris dal romanzo omonimo di Stanislaw Lem (Sellerio editore) e da Andrej Tarkovskij
Drammaturgia di Fabrizio Sinisi
Con Debora Zuin, Giovanni Franzoni, Antonio Rosti
R
egia di Paolo Bignamini

Scene e aiuto regia: Francesca Barattini
Assistente: Gianmarco Bizzarri
C
ostumi: Gerlando Dispenza
Disegno luci: Fabrizio Visconti
Musiche originali di P.I.G.

Milano, Teatro i, via Gaudenzio Ferrari 11
Dal 20 al 23 giugno 2018
www.teatroi.org